Tag: CRONACA

TRENTO. ANARCO-INSURREZIONALISTI ATTIVI A ROVERETO ARRESTATI DALLA POLIZIA.

Trento: arrestati 3 anarco-insurrezionalisti

 

Trento: arrestati 3 anarco-insurrezionalisti

Gli investigatori della Digos di Trento, coadiuvati dal Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo interno della Direzione centrale della polizia di prevenzione, arrestato 3 militanti anarco-insurrezionalisti, esponenti di un gruppo attivo a Rovereto.

La prima ordinanza ha colpito un insurrezionalista spagnolo, già detenuto in carcere, accusato di un attentato esplosivo, nel gennaio 2014, con finalità di terrorismo ai danni del Tribunale di sorveglianza di Trento. Il supporto tecnico del Servizio di polizia scientifica per l’attribuzione, al militante, di un profilo di DNA rinvenuto sui reperti sequestrati in occasione dell’attentato è stato decisivo.

Agli arresti domiciliari è finito invece uno dei leader dell’anarchismo insurrezionale trentino, accusato di tentata estorsione aggravata dalla finalità di terrorismo, commessa in concorso con altri militanti, per un’irruzione compiuta il 15 aprile 2020 negli studi dell’emittente radiofonica di Rovereto. L’arrestato aveva tentato di interrompere le trasmissioni per dare lettura di un comunicato sulla tematica anti-carceraria, senza riuscirvi.

L’ultimo provvedimento, un obbligo di dimora, è stato notificato ad un’anarchica di Rovereto accusata di procurata inosservanza della pena e fabbricazione e cessione di documenti di identificazione falsi. 

L’attività investigativa è la prosecuzione di una precedente indagine conclusa nel febbraio del 2021 che aveva portato alla carcerazione di numerosi imputati colpevoli di aver costituito, promosso e partecipato ad un’associazione con finalità di terrorismo operante nel territorio trentino, nonché di una serie di reati, come il danneggiamento e la produzione e detenzione di documenti falsi.(fonte Polizia di Stato).

ALESSANDRIA. POLIZIA DI STATO. SERVIZIO PREVENZIONE E CONTROLLO DELLA POLFER.

Bilancio settimanale dell’attività della Polizia di Stato nelle stazioni e sui treni in Piemonte e Valle d’Aosta

Durante la settimana appena trascorsa sono stati intensificati i servizi di prevenzione e vigilanza per una più incisiva azione di contrasto alla microcriminalità presso alcune stazioni non presidiate dal personale della Polizia Ferroviaria, con l’impiego di personale nelle ore pomeridiane e serali, anche a bordo treno.

In particolare a d Alessandria, durante lo svolgimento degli ordinari controlli nel plesso ferroviario, gli operatori Polfer procedevano alla denuncia in stato di libertà di tre giovani maggiorenni per i reati di furto e danneggiamento.

Nello specifico, all’arrivo nella stazione di questo capoluogo di un treno regionale proveniente da Savona, il capotreno avvisava la Polfer dell’avvenuto furto di tre martelletti frangivetro, materiale in dotazione ai convogli, nonchè vari danneggiamenti alle sedute dell’ultima carrozza; lo stesso capotreno segnalava la presenza sospetta di tre ragazzi che durante il tragitto avevano occupato proprio la carrozza oggetto di vandalismo.

I giovani veniva rintracciati, grazie alla descrizione del personale ferroviario, alla fermata degli autobus della stazione di Alessandria e accompagnati in ufficio.

Occultati nelle tasche dei pantaloni indossati dagli stessi venivano rinvenuti i martelletti d’emergenza. Nella memoria del telefono cellulare di uno dei ragazzi, poi posto sotto sequestro, si accertava la presenza di video che mostravano alcuni dei comportamenti illeciti sopra descritti, filmati, probabilmente, per poi essere pubblicati sui social media.

ASTI. PROSEGUONO SENZA SOSTA I TENTATIVI DI TRUFFA INFORMATICA.

Proseguono senza sosta le attività di “truffa informatica” con l’utilizzo di loghi della Polizia di Stato o altri enti preposti alla repressione dei reati di tipo sessuali.

Non rispondete a queste mail, sono tentativi, perfino goffi, di truffa e di phishing.

Per chiarimenti rivolgetevi alla Polizia postale.

QUESTA E’ IN ORDINE DI TEMPO L’ULTIMA MAIL GIUNTA ALLA NOSTRA REDAZIONE E LA PUBBLICHIAMO AD USO E CONSUMO DEI LETTORI E DEGLI UTENTI DELLA RETE.

Prot.n. 1303/2022

Oggetto : CONVOCAZIONE GIUDIZIARIA

Alla tua attenzione,

Su richiesta della

Dott. ssa Nunzia CIARDI, Dirigente Superiore della Polizia di Stato, è il Direttore del Servizio è il Direttore del Sepreporvizio

vi inviamo questo invito. Dal 1998 sono punibili in patria i cittadini italiani che commettono crimini sessuali contro i minori e sono punite le iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile.

L’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza–AGIA–è stata istituita dalla legge n. 112 del 12 luglio 2011 che la descrive quale figura specificatamente deputata ad operare per assicurare la piena

attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi di bambini e adolescenti.

Dal 2006 operano due organismi : il C.N.C.P.O-Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia On-Line-presso la Polizia Postale e delle Comunicazioni–eO.C.P.P.M.D.P.O-l’Osservatorio per il Contrasto alla Pedofilia e alla Pornografia Minorile presso il Dipartimento per le PariOpportunità.

In applicazione di quanto disposto dall’articolo 414 bis cp (R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398) “Istigazione alla pedofilia e alla pedopornografia-

Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo e con qualsiasi forma di espressione, pubblicamente istiga a commettere, in danno di minorenni, uno o più delitti previsti dagli articoli 600 bis, 600 ter e 600 quater, anche se relativi al materiale pornografico di cui all’articolo 600 quater 1, 60 0 quinquies, 609 bis, 609 quater e 609 quinquies è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e una multa di 75.OOO (Settantacinquemila) euro. Alla stessa pena soggiace anche chi pubblicamente fa l’apologia di uno o più delitti previsti d al primo comma. Non possono essere invocate, a propria scusa, ragioni o finalità di carattere artistico, letterario, storico o di costume.

La legge nr.38 del 6 febbraio 2006 affida al “Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet” la lotta a questo odioso crimine.

E’ istituito presso il Servizio Polizia poste e delle Comunicazioni del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e si occupa di prevenzione e repressione di questi reati.

Avviamo procedimenti legali contro di te poco dopo un sequestro informatico di Cyberinfiltration per :

-Cyberpornografia

-Pedopornografia

-Pedofilia

-Esibizionismo

-Traffico sessuale

Per tua informazione, la legge aumenta le sanzioni quando proposte, aggressioni sessuali o stupri potrebbero esser

e stati commessi utilizzando Internet. Hai commesso il reato dopo essere stato preso di mira su Internet

(sito pubblicitario), la visualizzazione di video pedopornografici, foto / video nudi di minori sono stati registrati dal nostro cyber-poliziotto e costituiscono la prova dei tuoi reati.

Questa convocazione è obbligatoria.

L’ufficiale di polizia giudiziaria può costringere a comparire le persone che non hanno risposto a una citazione a comparire, o che si può temere che non rispondano a tale citazione, con la forza della legge, previa autorizzazione del pubblico ministero.

Nell’interesse della riservatezza, le inviamo questa e-mail, e le chiediamo

di farsi sentire via e-mail scrivendo le sue giustificazioni in modo che possano essere esaminate e verificate per valutare le sanzioni; questo entro un termine rigoroso di 72 ore. Dopo questo periodo, saremo obbligati a trasmettere il nostro rapporto al procuratore della Repubblica presso il tribunale di prima istanza e specialista in criminalità informatica per stabilire un mandato di arresto contro di voi, vi invieremo in questo caso una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno (arresto immediato) dalla Carabinieri più vicina al vostro luogo di residenza e sarete archiviati nel registro nazionale degli autori di reati sessuali. In questo caso, il suo dossier sarà anche trasmesso alle associazioni che lottano contro la pedofilia e ai media per la pubblicazione come persona sul C .N.C.P.O e O.C.P.P.M.D.P.O.

Cordiali saluti

Dott.ssa Nunzia CIARDI

BARI. POLIZIA DI STATO. LA FABBRICA DELLO SPACCIO

Bari: chiusa l’azienda dello spaccio a Bitonto

 

Arresto Squadra mobile

La fabbrica dello spaccio era strutturata come un’azienda, con diversi profili professionali regolarmente stipendiati, versato agli impiegati impegnati nel campo dello spaccio di stupefacenti.

L’associazione criminale è stata individuata dagli investigatori della Squadra mobile di Bari che, al termine dell’indagine iniziata nel 2017, hanno eseguito 43 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari.

Gli indagati sono accusati di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi del metodo mafioso.

Il gruppo criminale, denominato clan Conte, era la ramificazione a Bitonto del clan Capriati di Bari, specializzato nello spaccio di cocaina, marijuana e hashish. L’attività veniva svolta prevalentemente in due piazze di spaccio: la prima nella cosiddetta Zona 167, in via Pertini, dove si trovava la roccaforte degli spacciatori; la seconda si trovava invece nel centro storico di Bitonto, nella zona della piazza del Ponte.

Le indagini presero il via per fare luce sui numerosi scontri armati per la supremazia sulle piazze di spaccio contese con il gruppo dei Cipriano, che portarono alla morte di una donna, colpita da un colpo vagante sparato in uno dei conflitti a fuoco.

L’attività investigativa ha accertato che l’organizzazione prevedeva diverse “figure professionali” con differenti responsabilità e relativo stipendio settimanale legato al livello di rischio: la vedetta, che percepiva da 300 a 500 euro; lo spacciatore, che guadagnava mille euro; la guardia armata sui tetti, che arrivava a percepire 1.500 euro, proprio come il responsabile di piazza, che si occupava di organizzare i turni dei rifornimenti e per il quale, a seconda degli obiettivi raggiunti, era previsto un “premio di produzione” che poteva arrivare a 5mila euro al mese.

Poi c’erano i custodi della droga, i custodi del denaro, gli steccatori, i corrieri e i referenti della contabilità. Non mancavano anche le classiche gratifiche natalizie, con tanto di panettoni e bottiglie.

Per tutti, appuntamento il venerdì nella sede centrale per il pagamento, direttamente dalle mani del boss.

I frutti di tale organizzazione erano tangibili perché gli incassi medi giornalieri andavano da 20 a 30mila euro, grazie alla vendita, ogni mese, di circa 30-40 chilogrammi tra cocaina, hashish, marijuana e il suo derivato amnèsia.

Smantellata anche la fitta rete di videosorveglianza, abusivamente installata nelle vie limitrofe alle due piazze di spaccio, che consentiva di dare l’allarme in caso di visite indesiderate e di “controllare il lavoro dei dipendenti”.(fonte Polizia di Stato).

ANCONA. SCOPERTE FINTE INOCULAZIONI DI VACCINI, 35 ARRESTI.

Ancona: conclusa l’indagine sulle finte inoculazioni di vaccini

 

finti vaccini

I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona hanno concluso la seconda fase dell’indagine sui green pass rilasciati in seguito a finte vaccinazioni, che lo scorso 10 gennaio aveva portato all’esecuzione di 50 misure cautelari.

I poliziotti hanno continuato ad indagare scoprendo altri reati di cui si sono macchiati gli indagati e che hanno consentito al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ancona di emettere ulteriori 35 provvedimenti cautelari per i reati di corruzione, falso ideologico, peculato, continuati e in concorso, finalizzati ad ottenere, a pagamento, l’indebito rilascio delle certificazioni verdi, attraverso la finta inoculazione del vaccino, messa in atto dal principale indagato, un infermiere di Ancona, attualmente in carcere.

Alcuni di questi provvedimenti sono stati emessi a carico di persone già coinvolte nella prima parte dell’indagine, confermando i cinque arresti domiciliari precedentemente emessi, che si vanno a sommare ad altri due nuovi provvedimenti analoghi .

Le altre 28 sono le misure cautelari dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria con divieto di uscire di casa nella fascia oraria 21 alle 6 del mattino.

La Procura della Repubblica di Ancona ha disposto anche il sequestro digitale di tutti i green pass degli indagati, impedendo così l’utilizzo delle certificazioni indebitamente ottenute.(fonte Polizia di Stato).