Tag: CRONACA

CUNEO. SEQUESTRATI OLTRE 2 CHILI DI ANFETAMINE.

È bastato poco ai poliziotti della Squadra mobile di Cuneo per capire che nella casa di un cittadino tunisino c’era qualcosa che lo preoccupava.

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Gli agenti erano arrivati in casa dell’uomo dopo una serie di controlli a campione effettuati nei fine-settimana, per arginare il consumo di droghe nelle discoteche della provincia e per contrastare le cosiddette stragi del sabato sera.

Attraverso i controlli in strada gli investigatori hanno raccolto spunti investigativi che li hanno portati a casa del pregiudicato.

Gli agenti della mobile, da subito, hanno capito che c’era qualcosa che non andava e durante la perquisizione infatti si sono concentrati su una piccola valigia, confusa su un armadio tra contenitori di alimenti.

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Vista la posizione ed il contesto, gli investigatori l’hanno aperta trovando migliaia di pasticche, oltre 5 mila, di diversi colori con impressi vari loghi quali un teschio, un diamante e due frecce. Le buste che le contenevano riportavano, scritte con un pennarello, le sigle Yes e Bro.

Gli esami effettuati nei laboratori della Polizia scientifica confermavano che le pasticche contenevano principi attivi stupefacenti derivati dall’anfetamina.

Le droghe sintetiche erano probabilmente destinate al consumo nei locali notturni della provincia e delle città limitrofe e avrebbero fruttato, al dettaglio tra i 60 mila ed i 100 mila euro.

SALERNO. RITROVATO IL CORPO DI SIMON GAUTIER. L’ESCURSIONISTA ERA PRECIPITATO IN UN BURRONE.

Verso le 20 é arrivata la notizia. Il corpo è stato ritrovato in fondo ad un burrone.


Simon Gautier, lo studente francese di 27 anni che era disperso da nove giorni in Cilento, lungo la costa di Scario, nel Comune di San Giovanni a Piro in Cilento. É stato trovato senza vita in fondo a un burrone. Il ragazzo era precipitato da un sentiero ed era finito in un’area poco visibile.

Domenica pomeriggio alle 19.30 uno dei soccorritori del Soccorso alpino impegnati nelle operazioni di ricerca ha individuato qualcosa in lontananza con il suo binocolo. Guardando meglio si è capito che si trattava di uno zaino, dopodiché una delle squadre si è calata in fondo al burrone e ha ritrovato il corpo.

Dopo la caduta, Simon, era riuscito a chiamare i soccorsi chiedendo aiuto ma senza riuscire a comunicare la sua posizione. Le operazioni di ricerca sono partite 28 ore dopo la chiamata e dopo 10 giorni di ricerca, in cui sono stati impiegati 150 uomini e unità cinofile, la storia si chiude con il più triste degli epiloghi, il ritrovamento del suo cadavere.

Le forze dell’ordine saranno impegnate per trovare la risposta al come e perché è avvenuto l’incidente che ha coinvolto il ragazzo francese di 26 anni.

ROMA. RECUPERATI I MEZZI DA LAVORO RUBATI A COMO. LA STRADALE FERMA IL CAMIONISTA IN AUTOSTRADA

Un autoarticolato con a bordo una ruspa e un escavatore di grandi dimensioni non ha convinto i poliziotti della Stradale in servizio sull’A1.

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Il mezzo, in sosta nell’area di servizio Tuscolana, nella diramazione sud dell’A1, al controllo dei poliziotti è risultato regolare ma i mezzi trasportati erano stati rubati la notte prima in un cantiere nella provincia di Como.
I poliziotti, raggiunti anche da un’altra pattuglia in borghese, hanno monitorato il guidatore. In effetti poco dopo è arrivato un uomo alla guida di un’auto di grossa cilindrata che, dopo aver parlato con l’autista del convoglio, risaliva a bordo e riprendeva l’Autostrada, seguito dall’autoarticolato.
I due equipaggi hanno, così, pedinato i veicoli fino ad un piazzale nei pressi dello svincolo autostradale di San Cesareo (Roma), dove notavano il conducente dell’auto scendere dal veicolo per avvicinarsi nuovamente all’autoarticolato.
In pochi minuti gli agenti della Stradale sono intervenuti, sorprendendo l’uomo mentre stava per rimuovere il congegno di localizzazione dal veicolo industriale rubato.
Il mezzo è stato sequestrato e l’uomo denunciato per ricettazione. Dai documenti sequestrati gli agenti hanno scoperto che anche un terzo escavatore era stato rubato nello stesso cantiere e portato in un’officina meccanica. Le macchine operatrici erano destinate in un porto del sud Italia, forse dirette verso mete estere.
I tre veicoli industriali, dal valore di centinaia di migliaia di euro, sono stati sequestrati per essere restituiti ai legittimi proprietari.

ISOLA D’ELBA. ESPLODE PALAZZINA. DUE MORTI E TRE FERITI.

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Fuga di gas ed esplosione. Due morti e tre feriti.

Da stamane l’isola d’Elba è scossa per un grave fatto di cronaca. L’esplosione avvenuta in una palazzina non ha lasciato in piedi neanch un mattone ed i soccorsi hanno lavorato a lungo per estrarre i corpi e per ricostruire l’accaduto. E’ di due morti e tre feriti il bilancio dell’esplosione di una palazzina di due piani a Portoferraio, all’isola d’Elba, avvenuta, molto probabilmente per una fuga di gas, la cui deflagrazione ha raso al suolo l’intero edificio. Nella palazzina, divisa in tre appartamenti, abitava anche una terza famiglia, composta da padre, madre e figlio: tutti e tre sono riusciti a salvarsi.

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Dopo i soccorsi mancava ancora all’appello una persona ma i vigili del fuoco alle 12.15 hanno recuperato il corpo, purtroppo senza vita, della donna dispersa tra le macerie.
Sul posto sono intervenute anche le unità cinofile per individuare i dispersi Le vittime sono un uomo di 68 anni e la moglie. In gravi condizioni due dei tre feriti.

ALESSANDRIA. PENSIONE ABUSIVA, 101 CANI SEQUESTRATI.

L’ASL- AL e il Comune di Alessandria, relativamente al sequestro amministrativo dei cani della signora Paola Lorenzetti, avvenuto nell’anno 2016, per chiarire l’operato svolto ed i fatti accaduti comunicano quanto segue: Il sequestro amministrativo dei 101 cani detenuti è avvenuto il 19/04/2016.
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Gli animali sequestrati non erano randagi accolti per puro e pietoso spirito animalista, ma la quasi totalità di essi erano dotati di microchip e riconducibili ad un proprietario.
Di fatto, all’interno dei locali della signora Lorenzetti, veniva effettuata un’attività di pensione abusiva a fronte di compensi più o meno consistenti.
L’attività di indagine che è stata svolta ha avuto risvolti nazionali rilevando che i cani presenti, provenienti per la maggior parte con staffette da ogni parte d’ Italia, erano formalmente “adottati” da persone che desideravano liberare gli animali da canili lager, segnalati sui social network e che trovandosi di fatto nell’impossibilità di ospitare il cane liberato presso la loro abitazione, collocavano l’animale in stallo presso la struttura ‘paradiso di Naif’, gestita dalla signora Lorenzetti.
Nella pratica, dunque, i cani venivano adottati da ignari proprietari che acconsentivano con il pagamento di un compenso a mantenere i cani presso il ‘Paradiso di Naif’ a Valle San Bartolomeo che veniva a configurarsi di fatto, come un canile (abusivo), presentato su Facebook come luogo di residenza e cura dove gli animali vivevano liberi (e non dietro le sbarre).
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Gli stessi proprietari si preoccupavano del loro mantenimento, pensando in buona fede che gli animali venissero accuditi come prevede le Legge e soprattutto amati e rispettati.
A seguito di diverse segnalazioni ed esposti, gli uffici preposti erano già intervenuti nel 2014 e nell’anno successivo, appurando il deplorevole stato dei luoghi esterni all’abitazione ed accertando parzialmente il numero di cani presente nella struttura, senza poter avere contezza delle loro reali condizioni di vita e dello stato di salute, dal momento che la proprietaria non aveva mai acconsentito di accedere all’abitazione.
A seguito del primo controllo da parte del Corpo Forestale dello Stato e del Servizio Veterinario, oltre al poco spazio a disposizione che la signora aveva acconsentito a fare verificare , si era appurato che le condizioni in cui vivevano gli animali erano del tutto deplorevoli.
L’approccio dei servizi preposti era stato comunque quello cercare la collaborazione della signora Lorenzetti per “sanare” le situazioni verificate ed accertare lo stato di salute dei cani per proporne l’adozione. Non avendo ottenuto nessuna forma di collaborazione, veniva emessa da parte del Comune di Alessandria un’ordinanza dirigenziale ( n. 467 del 18/08/2014), a cui ne seguiva un’altra sindacale nel
2015 ( n. 537 del 27/10/2015) che furono completamente disattese.
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Verificando la situazione e la non ottemperanza alle norme previste, è stato richiesto alla Procura della Repubblica di Alessandria di emettere un decreto per la perquisizione dei luoghi.
A seguito dell’ottenimento del nulla osta alla perquisizione, la verifica effettuata il 19 aprile 2016 ha determinato l’accertamento della detenzione di 101 cani, di varie razze, tenuti in condizione di assoluta incompatibilità con la propria natura, sia per le specifiche caratteristiche di detenzione in ambiente assolutamente insalubre, sia per le condizioni in cui versavano molti di essi.
Tanti cani avevano un evidente dimagrimento, erano infestati da zecche e pulci, presentavano patologie comportamentali e segni di morsicature evidenti, una situazione determinata dalla presenza di numero di cani assolutamente inidoneo a garantire il benessere degli stessi che mancavano, inoltre, di adeguata profilassi e/o cure, a tal punto che molti soggetti si sono rivelati, anche attraverso i primi accertamenti gravemente ammalati.
Questa situazione di gravissimo maltrattamento dei cani è dimostrata dalle relazioni e dagli esami disposti da numerosi veterinari ufficiali dell’ASL e dai Liberi Professionisti intervenuti, nonché dai referti analitici emessi dall’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Moltissimi cani presentavano gravi forme di leishmaniosi e filariasi mai curate da parte della Lorenzetti, che oltretutto non ha mai applicato alcuna profilassi attiva o passiva nei confronti di queste malattie, per altro contagiose per l’uomo.
Il tentativo di far passare un gravissimo episodio di maltrattamento animale come un semplice problema igienico sanitario dell’abitazione della sig.ra Lorenzetti, non può corrispondere a quanto accertato e provato ed è fortemente fuorviante rispetto alla realtà dei fatti.
Ogni attività svolta sia dall’ASL-AL che dal Comune di Alessandria è stata puntualmente relazionata e  depositata presso la Procura della Repubblica di Alessandria che ha disposto il rinvio a giudizio della Lorenzetti per il reato di maltrattamento di animali.