I carabinieri della Compagnia di Bari San Paolo hanno arrestato 10 persone, ritenute affiliate al ‘clan Strisciuglio’, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bari. I reati contestati, a vario titolo, sono di concorso in attivita’ estorsive aggravate dal metodo mafioso, lesioni aggravate, spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di armi. Dei 10 destinatari del provvedimento cautelare, 4 sono gia’ detenuti per altra causa. L’indagine, avviata nel 2017 e conclusa a luglio scorso, e’ stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Blitz dei Carabinieri del Nas di Pescara in un laboratorio artigianale per la produzione di pasta all’uovo del Teramano. I militari hanno accertato la presenza di sporcizia, carenze e irregolarità e hanno appurato che era stato abusivamente allestito un deposito. Sono stati quindi disposti l’immediata sospensione delle attività effettuate nel deposito, il sequestro di sei bancali di imballaggi contaminati e la distruzione di due quintali di pasta detenuta in carenti condizioni igieniche. Il responsabile del laboratorio è stato segnalato all’autorità amministrativa per aver attivato un deposito imballaggi e prodotti finiti senza aver effettuato la registrazione presso l’autorità competente e per aver mantenuto il deposito degli alimenti e il laboratorio di produzione della pasta in condizioni igieniche carenti. L’ispezione è stata condotta in collaborazione con il personale del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione della Asl di Teramo.
Ha ‘rubato’ energia elettrica per 8 anni per un danno complessivo di 156mila euro.
Per questo un imprenditore agricolo di Palagianello è stato arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri. Un dipendente dell’azienda facente capo all’arrestato è stato scoperto mentre era intento a irrigare il terreno, attingendo acqua da un pozzo, tramite una pompa di irrigazione collegata abusivamente alla rete pubblica. Da ulteriori accertamenti, è emerso che l’ultima fornitura di energia elettrica era cessata nel 2011. I tecnici del gestore di energia elettrica, fatti giungere sul posto, hanno stimato un furto di circa 788.000 Kwh.
Una bambina di 7 anni è morta all’ospedale infantile di Alessandria dopo aver contratto la Malaria.
La piccola, residente in provincia, è mancata ieri, venerdì 27 settembre. Portata nella struttura sanitaria nello stesso pomeriggio è poi deceduta. La direzione sanitaria ha fatto sapere come i medici abbiano osservato con rigore e tempestività tutte le procedure del caso. La bimba, riferiscono dell’ospedale, è giunta all’Infantile in condizioni già molto gravi e in breve tempo le è stata diagnosticata la malaria e successivamente è stata sottoposta ad una terapia massiccia, ma purtroppo, non ce l’ha fatta . La piccola avrebbe contratto la malattia dopo un viaggio in Africa, luogo di origine della mamma.
Il contagio della malattia può avvenire tramite una puntura di zanzara del genere anofele. Chiunque può venire contagiato e la maggior parte dei casi coinvolge soggetti residenti in Paesi endemici; per quanto riguarda l’Italia il rischio nasce solo in caso di viaggi verso Paesi a rischio.
Donne imbarcate in Nigeria e Libia e fatte arrivare in Italia e inserite, prima di essere avviate alla prostituzione, nel sistema di accoglienza dove formalizzavano la richiesta di protezione internazionale. Una volta ottenuta la domanda di asilo, le donne venivano indotte a scappare dal centro di accoglienza e costrette a prostituirsi.
L’incubo delle ragazze si è concluso stamattina con l’arresto di tre persone da parte della Squadra mobile di Brescia. L’indagine è partita con la denuncia di tre vittime che, dopo aver deciso di affrancarsi dai loro sfruttatori, hanno raccontato tutte le fasi del loro reclutamento e le angherie che hanno dovuto subire durante il viaggio, costituite da violenze fisiche, abusi sessuali e restrizioni forzate presso centri di detenzione libici.
Sei gli indagati e tre gli arrestati, tutti nigeriani, con l’accusa di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione. Attraverso le intercettazioni telefoniche gli agenti hanno individuato nella provincia di Brescia un uomo e una donna che erano i terminali dell’organizzazione con base in Libia e Nigeria impegnata a favorire l’ingresso di giovani donne da avviare alla prostituzione. Sono loro gli arrestati, insieme a una donna che operava a Torino e attualmente domiciliata nel Mantovano.
Attraverso la collaborazione del Servizio centrale operativo e i canali di cooperazione con la polizia nigeriana, è stato identificato anche uno dei componenti che aveva il compito di trasferire le vittime dalla Nigeria alla Libia, dove venivano imbarcate per farle giungere sulle coste italiane. L’attività investigativa ha confermato le caratteristiche tipiche delle organizzazioni nigeriane e il ricorso a riti magici (juju) e le minacce ai danni dei familiari in patria per costringere le vittime a versare ai loro aguzzini tra i 20 e i 30mila euro, come riscatto per affrancarsi.
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