La CGIL, Camera del Lavoro Territoriale di Alessandria esprime il proprio cordoglio per la morte sul lavoro dell’operaio Antonio De Falco avvenuta la sera del 20 gennaio alla cava Clara e Buona nel quartiere Cristo dove vengono depositati i materiali di scavo del terzo valico.
Sappiamo che sono in corso le indagini per accertare le cause della morte del Lavoratore, ma certamente si tratta dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro che apre drammaticamente il tragico conto per il 2020. Non possiamo tollerare che passi inosservato il numero di caduti sul lavoro annuale che è ormai raddoppiato rispetto ai primi 10 anni del secolo e non vogliamo doverci abituare a questa strage che coinvolge la nostra provincia dove si lavora sempre meno, con meno occupati e sempre in peggiori condizioni. Nell’esprimere il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia del Lavoratore, vogliamo però chiedere con forza alle istituzioni un intervento deciso a partire da chi rappresenta lo Stato sul te rritorio per mettere in atto i necessari controlli e le procedure che impediscano questi inaccettabili lutti che hanno raggiunto una frequenza impressionante. Il Sindacato pretende che la nostra Repubblica, fondata sul lavoro, abbia come priorità il diritt o alla vita di tutti i lavoratori e le lavoratrici e alla loro salute, non possiamo accontentarci di nulla di meno.
Lite in famiglia finisce con un uomo in arresto e uno all’ospedale.
E’ accaduto a Saviano, nel napoletano, dove nel corso di una discussione per motivi banali l’uomo ha impugnato un coltello da cucina ed ha colpito il fratello. Il 52 enne ha ferito il fratello al fianco sinistro ed alla tempia. Secondo i Carabinieri, che sono intervenuti e lo hanno arrestato, la lama del coltello, che si è piegata, ha impedito che i colpi vibrati fossero mortali. Il ferito è stato ricoverato all’Ospedale di Nola, in osservazione, ma non viene considerato in pericolo di vita.
Attività di controllo a largo raggio eseguite congiuntamente dalla Guardia di Finanza di Brescia, dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro, dall’I.N.P.S. e dall’I.N.A.I.L. di Brescia a carico di un’associazione di promozione sociale, di fatto, dedita all’illecita somministrazione di lavoratori non regolarmente assunti dalla stessa associazione.
I tesserati dell’associazione sono stati utilizzati nelle mansioni proprie del settore dei servizi alla ristorazione/catering e dell’organizzazione di eventi, anche in ambito internazionale, presso 22 attività imprenditoriali di ristorazione dislocate nel bresciano e in diverse altre provincie del Nord-Italia.
L’operazione MASTER BLACK, condotta dai militari della Tenenza di Salò, ha consentito, infatti, di smantellare una fitta rete, tessuta abilmente dai referenti dell’associazione, in grado di mobilitare e allocare, in tempi strettissimi, all’incirca 250 lavoratori completamente in nero in favore delle imprese utilizzatrici operanti nel settore della ristorazione e dei servizi per l’organizzazione di eventi/catering nelle provincie di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pavia, Verona, Vicenza e Bolzano. La pubblicizzazione e la diffusione di un servizio di somministrazione all’apparenza lecito ed economicamente vantaggioso per le imprese utilizzatrici si è, in realtà, rivelato ingannevole, spregiudicato e idoneo ad alterare la leale concorrenza nel settore della ristorazione.
Infatti, tale schema illegale, oltre che aggirare le norme in materia di lavoro, legislazione sociale, previdenziale e assistenziale a tutela dei diritti dei lavoratori, esponendoli anche a gravi potenziali pericoli, ha in concreto consentito alle imprese utilizzatrici di disporre di manodopera a costi più bassi, ponendo in essere una vera e propria pratica di concorrenza sleale nei riguardi degli imprenditori onesti. Talvolta, erano le stesse imprese utilizzatrici a segnalare propri collaboratori o ex collaboratori ai referenti dell’associazione allo scopo di beneficiare delle loro prestazioni lavorative senza farsi carico degli oneri previsti dalle inderogabili norme a tutela dei lavoratori, quali la regolare assunzione e il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Inoltre, tra i lavoratori in nero scoperti sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria ben 13 percettori dell’indennità di disoccupazione che, essendo stati assunti in nero e senza aver preventivamente comunicato le prestazioni di attività lavorativa all’I.N.P.S., hanno continuato a percepire indebitamente l’assegno con conseguente danno al bilancio degli Enti previdenziali ed assistenziali.
All’Associazione sono stati contestati sia l’utilizzo di lavoratori in nero sia l’illecita somministrazione di manodopera, con l’irrogazione di sanzioni amministrative per oltre complessivamente dovuti per oltre 80.000 €, con l’irrogazione di sanzioni civili per 30.000 €. Alle aziende utilizzatrici sono state contestate sanzioni amministrative per più di € 50.000 e l’addebito della relativa contribuzione non versata dall’associazione. Sotto il profilo tributario, è stata ricostruita un’evasione fiscale sui profitti conseguiti per circa 300.000 € con il disconoscimento della natura non commerciale dell’associazione e l’accertamento dell’indebita compensazione delle somme dovute a titolo di imposta sul valore aggiunto mediante l’utilizzo di crediti inesistenti per oltre 20.000 €.
L’operazione, da annoverarsi nel quadro degli ormai consolidati Protocolli d’Intesa stipulati a livello nazionale, è soltanto una delle attività in corso e quotidianamente svolte a tutela del laborioso sistema economico bresciano e dei lavoratori. 500.000 € e l’evasione dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi
Controlli a tappeto nelle strade, perquisizioni alla ricerca di armi e droga, caccia ad alcuni latitanti e fermi nei confronti di alcune persone ritenute responsabili di estorsioni ai danni di alcuni imprenditori.
Da questa notte le aree più sensibili di Foggia sono sotto la pressione di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, con centinaia di agenti in campo.
È l’ennesima risposta, sul terreno, all’escalation di violenza che in questi ultimi giorni sta colpendo il capoluogo dauno. Nel frattempo continuano le indagini sui singoli fatti che sono riconducibili alla criminalità organizzata della provincia pugliese denominata “società foggiana”.
Scoperto dalla Polizia stradale di Padova un sistema messo a punto da un gruppo criminale attraverso il quale venivano riciclate autovetture di particolare valore economico come Porsche, Maserati e anche veicoli di fascia media: 3 persone sono finite in manette mentre ad una quarta è stato imposto l’obbligo di firma.
L’indagine ha permesso d’individuare e indagare ben 37 persone.
Il gruppo criminale si rivolgeva ad aziende in difficoltà economiche che acquisivano veicoli in leasing; queste auto venivano poi cedute agli arrestati a prezzi stracciati. Mentre le aziende continuavano a pagare le rate mensili per qualche tempo, l’organizzazione si preoccupava di far arrivare all’estero (Spagna e Finlandia in particolare) i veicoli per poi rivenderli sui mercati esteri a prezzi concorrenziali pubblicizzandoli anche su alcuni siti internet. Nel frattempo i titolari delle ditte producevano false denunce di furto o di appropriazione indebita interrompendo i pagamenti del leasing.
Grazie alla cooperazione con le Polizie spagnole e finlandesi è stato possibile ricostruire e documentare l’attività criminale e recuperare una serie di veicoli di particolare valore economico.
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