La polisportiva Cassa di Risparmio festeggia i 25 anni di attività con un mostra fotografica dedicata ai pionieri della fotografia astigiana, storia, ma non solo, vita contadina, reportage, ritratti, eventi politici e sociali vengono raccontati attraverso le immagini esposte nello spazio espositivo San Giovanni in via Natta 36 ad Asti.

Inaugurato il 29 gennaio la mostra “Grandi Fotografi Astigiani” curata dalla sezione fotografia della polisportiva cassa di risparmio, resterà aperta al pubblico fina a domenica 13 marzo 2022, visitabile nel rispetto delle normative anticovid, con orario venerdì 15-18, sabato e domenica 9,30-13 e 15-18. La prenotazione è gradita al 351/70.77.031
Gli studenti del Liceo Artistico “Benedetto Alfieri”, sotto la supervisione della professoressa Silvia Caronna, hanno curato la realizzazione della locandina e il catalogo edito da Team Service.
L’esposizione si divide in tre settori: nel primo troviamo 4 teche in cui sono riposte le macchine fotografiche costruite dal 1855 agli anni ’70, tutte perfettamente funzionanti e provengono dalla collezione di Franco Fornaca, che da oltre 25 anni va a caccia di fotocamere storiche rigorosamente manuali e meccaniche, una Ganzini del 1895 e una Kodak n.4 del 1896, sottoposte a revisione e restauro. Ma non manca la vista di un flash a torcia Metz 45 ct 1(di epoca più recente) abbinato ad una Nikkormat, che rappresenta l’unica nota stonano nel panorama del modernariato fotografico.
Pietro Medico ha curato, eseguendo un lavoro certosino, il restauro delle immagini esposte nella mostra: dai ritratti ai gruppi, scene di vita con reportage di cronaca, scorci cittadini, facciate ed elementi architettonici. La visita dei principi Jolanda e Umberto, le due occasioni in cui ospiti dei conti Calvi di Bergolo a Montemagno nel 1923 e nel 1925, documentati dai servizi di Giuseppe Benassi; le visite di Mussolini, la demolizione dell’Alla in piazza Alfieri e due pubblicazioni dedicate alla promozione della città firmati da Ecclesia.
La fotografia intesa come arte, che agli inizi spesso veniva sminuita o addirittura guardata con sospetto e additata quale alternativa alla pittura, infine riconosciuta nel suo valore artistico, ma i pionieri della fotografia sicuramente hanno saputo dare prova di ingegno e abilità.
Un percorso semplificato da un corridoio ideale diviso da pannelli, che indica la direzione partendo dal fotografo Secondo Pia, vissuto a cavallo tra il 1800 e 1900, avvocato e sindaco di Asti, fotografo della Sindone, testimone della sua epoca e del territorio monferrino.
La fotografia Carlo Franco, il “fotografo contadino” di Mombarone, il figlio Giuseppe Emilio, i titolari degli studi astigiani del tempo e qualcuno ancora resiste all’usura del tempo: Ecclesia, Battagliotti, Benzi, Benassi, Viotti, Poggi e Grassini.
Unica figura femminile quella di Enrica Zacconi Cantelli che nello studio in piazza San Secondo generazioni di astigiani hanno posato per farsi fotografare per realizzare gli scatti fotografici dei preziosi ritratti in cui erano racchiusi i ricordi di famiglia.
Una vetrina è dedicata ai cartoncini portafoto degli studi astigiani, quelli con cui si tornava a casa custodendo ritratti o foto tessera.
La sala posa ei punti luce tipico di uno studio fotografico è stato ricostruito ( quello dello studio Viotti, che aveva sede in corso Dante), con materiali degli anni ’30 del secolo scorso e custoditi dai discendenti.
Gli oggetti esposti e conservati come reliquie, ma misteriosi e impensabili per i profani della fotografia, che si affidano al cellulare per congelare le immagini e i ricordi della vita quotidiana: la macchina fotografica a soffietto, (moderne rivisitazione del dagherrotipo) per i palati più esigenti, l’ingranditore, gli acidi, l’illuminatore, il tavolo per il ritocco e altri dispositivi, che hanno resistito fino all’avvento dei più moderni laboratori di stampa a colori e bianco e nero industriale e professionale poi caduti in disgrazia con la diffusione del digitale e la registrazione numerica sulla scheda di memoria.
La memoria antica della città, le radici del mondo contadino e della gente sono raccolte nella mostra e offrono lo spunto per un confronto tra ciò che fu la società immersa nella cultura contadina a cavallo tra i due secoli estremamente controversi per un serie di eventi che li caratterizzano e l’idea attuale dell’astigiano e del Monferrato.
La mostra organizzata dai fotografi della polisportiva della cassa di risparmio di Asti rappresenta un piccolissimo frammento, parte di un immenso patrimonio custodito negli archivi cittadini.
Ma l’idea da cui sono partiti gli organizzatori della mostra non è quella di creare un museo permanente, nessuna pretesa storica, anche se ci sarebbero le condizioni, i documenti e gli spazi per realizzarlo, ma di dare un contributo culturale alla città di Asti, che partendo dall’identificazione, dall’originalità e la proprietà intellettuale di cartoline d’epoca, integrandone la ricostruzione storica con l’aiuto di collezionisti e appassionati di storia, ha voluto dare un nome e un volto ai fotografi dell’epoca. Alcuni dei quali erano artisti apprezzati e altri perfetti sconosciuti al grande pubblico, ma che ottenevano riconoscimenti importanti fuori dalle mura cittadine: Ecclesia fu fotografo di Casa Savoia, Enrica Zacconi Cantelli ricevette un diploma di merito a Londra».
Grandi fotografi astigiani
Spazio San Giovanni, via Natta 36
Orari: venerdì 15-18, sabato e domenica 9,30-13 e 15-18. Su prenotazione al 351/70.77.031
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.