Categoria: INTERVISTE

ASTI. ADDIO CARLO SOTTILE, LE TUE IDEE NON MORIRANNO MAI.

La città di Asti, la sinistra e la società civile sono state colpite da un grave lutto, è morto all’età di 86 anni Carlo Sottile , che ha attraversato e interagito con tutte le generazioni dalla fine degli anni ’60 ai giorni nostri.

Video-intervista al primo Pride di Asti: Carlo Giuseppe Gabardini, Maurizio Rasero e Carlo Sottile, che nell’intervista ha voluto rimarcare l’importanza di trovarsi nelle piazze, recuperare i rapporti umani e lasciato trasparire la nostalgia delle lotte degli anni ’70 e delle tante battaglie che dovevano cambiare al società.

Carlo Sottile era molto conosciuto in città per il suo impegno nella società civile, militante di Avanguardia Operaia negli anni settanta, ha rappresentato per molti anni il Coordianamento Asti Est e la sua scomparsa ha destato sgomento e cordoglio.

Carlo è stato attivo in prima linea ed intervenuto nelle battaglie sociali in favore dei diseredati, degli ultimi dei poveri, quelli che in questasocietà non hanno voce, ma sono stati rappresentati dalla sua tenacia e il suo oltre mezzo secolo di militanza nella sinistra eztraparlamentare prime e nella società civile poi.

Carlo Sottile lo abbiamo conosciuto tutti per il suo impegno in politica, in Avanguardia Operaia negli anni settanta, con la sede storica in via Giobert frequentata dai miitanti di AO, dai simpatizzanti e dagli studenti medi di Asti che si riconoscevano nel progetto politico della sinistra extraparlamentare.

Negli anni ’70 la sede di Avanguardia Operaia di via Giobert era il luogo in cui gli studenti e i più anziani come Carlo Sottile, Maurizio scomparso qualche mese fa, Massimo e molti altri si incontravano per discutere dei problemi della scuola, delle lotte degli operai nelle fabbriche, del carovita che già allora opprimevano le famiglie, del gravissimo problema della disoccupazione seguita alla crisi economica del 1974, della casa e delle occupazioni.

Carlo Sottile lo conoscevo, non ho avuto molte occasisoni frequentarlo se non alle riunioni, ma mi ha sempre colpito la sua umanità, la preparazione politica e la coerenza delle sue idee, lo incontravo spesso nello storico Bar Ligure, luogo di ritrovo di tutta la sinistra extraparlamentare di Asti, ma già allora la nostra generazione era troppo distante come lontano era il nostro modo di approciarci alla politica.

Carlo, dipendete della SIP, era un politico preparato, sapeva affrontare gli argomenti, analizzarli e sviscerarli mentre noi eravamo troppo giovani, studenti completamente digiuni di politica, eravamo spontaneisti, poco organizzati, ma molto incazzati e sempre pronti allo scontro contro una società che non aveva nulla da offrire se non precarietà, nozionismo scolastico a basso costo, marginalizzazione e criminalizzazione.

Credo non fosse facile per Carlo, Oreste, Pallino, Maurizio e i militanti più anziani, sia di Avanguardia Operaia, PDUP che di Lotta Continua, tenere a bada un “branco” di ragazzini sempre pronti a scontrarsi contro le istituzioni, i fascisti e al pericolo di finire nelle file della lotta armata, che in quegli anni, specialmente tra i più giovani e arrabbiati, faceva opera di proselitismo con tutti i rischi connessi.

Il trasferimento della sede di AO in via XX Settembre, l’esperienza di Radio Valentina, il tentativo di unire tutta la sinistra extraparlamentare nella formazione politica, Democrazia Proletaria, nata da AO, e PDUP a cui si aggiunse Lotta Continua nel 1976 e che sembrava dovesse cambiare la rotta della politica locale e nazionale della sinistra, in contrapposizione alla grande affermazione del rivisionismo del PCI, che già in quel periodo guardava al PSI di Craxi e alla DC come interlocutori privilegiati.

La fine di quell’esperienza e il progressivo allontamento dai luoghi di ritrovo di amici e compagni fecero la loro parte e Carlo non lo rividi più per quasi 40 anni, ma a una domanda non ho mai saputo che cosa avrebbe risposto: “Come vedeva e quale considerazione potesse avere di quel gruppo di ragazzini, totalmente digiuni di politica, spontaneisti, disorganizzati, ma pronti a fare la Rivoluzione, quella con la R maiuscola”. Forse una risposta Carlo l’ha data nell’intervista realizzata al primo Pride di Asti e riproponiamo integralmente.

Carlo, che sul suo profilo facebook si definiva un “Agitarore Sociale” rimarcava la gravità l’emergenza sociale senza mai rinunciare al confronto con quell’apertura mentale che lo ha portato a definire Papa Francesco e il direttore del quotidiano cattolico “Avvenire” due riferimenti di “cultura costituzionale”.

Addio compagno Carlo Sottile, chi viene ricordato non muore mai e le tue idee cammineranno sulle gambe di coloro per cui hai speso tutta la tua vita.

Addio Carlo, bandiere Rosse al vento è morto un compagno ne nascono altri cento.

ALGARVE CUP. ”BISOGNA CREDERCI FINO IN FONDO, NEL CALCIO TUTTO E’ POSSIBILE”. PARLA L’EX AZZURRA ANTONELLA CARTA.

Un talento unico della storia calcistica femminile. In vista della finale Italia-Germania, parla Antonella Carta.

Chi è Antonella Carta? E’ una ex calciatrice di calcio a 11 e della nazionale italiana, oggi in Serie C di calcio a 5. All’attivo conta 700 presenze in Serie A con 350 gol, con 11 squadre diverse, alcune delle quali: Roma, Reggiana Milan e Torres. Antonella, ha inoltre vestito ben 120 volte la maglia azzurra siglando 31 reti, indossando anche la fascia da capitano.

Nella sua carriera ha vinto 6 campionati italiani, 7 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana. Con la nazionale ha alzato al cielo ben 2 Mundialito, nell’84 e nel 1986, quest’ultimo vinto grazie ad un suo gol nella finale contro gli Stati Uniti.

Antonella Carta è sicuramente una delle calciatrici più forti che l’Italia abbia mai avuto ed oggi il Quotidiano On Line ha il piacere di intervistarla sulla recente qualificazione alla finale dell’Algarve Cup delle azzurre capitanate da Sara Gama e allenate da una sua ex compagna di nazionale, Milena Bertolini.

  • L’Italia per la prima volta si qualifica nella finale di Algarve Cup, Le ragazze di Mister Bertolini potranno farcela contro la Germania?
    • Nel calcio tutto è possibile, glielo auguro. Sicuramente sarà una partita difficile, però bisogna crederci, non bisogna mollare. Incontri la Germania che nel passato ha vinto tanto, questo potrebbe essere una gara determinante per vedere la qualità delle nostre ragazze.
  • Facendo riferimento alla sua esperienza, che cosa passerà nella mente delle ragazze?
    • secondo me, quello che passa per la mente di ogni ragazza è la consapevolezza di essere in finale, gran concentrazione, magari poter fare una buona gara, un bel goal e portare a casa una bella vittoria.
  • Chi, secondo lei, potrà fare la differenza durante la finale?
    • Per me il collettivo è fondamentale, tutte insieme per un solo obbiettivo. Anche perché tutte hanno bisogno del sostegno dell’altra ed è quello che vedo in questa nazionale. Brave ragazze!
  • Quale atleta azzurra l’ha colpita di più durante le due gare e perché?
    • Nelle due gare viste, soprattutto nella seconda, è stato il collettivo. Cito qualche nome: Cernoia, Bartoli, Guagni, la giovanissima Mascarello e Cristiana Girelli.
  • Quanto conta la partecipazione della nazionale azzurra all’Algarve Cup in chiave professionismo?
    • Più che in chiave professionismo serve a loro come esperienza. Fare tornei così importanti, aiuta a far crescere e a far capire che il livello sta crescendo, quindi è un invito ad investire sul calcio femminile per permettergli la giusta crescita, finalizzato poi al professionismo.
  • Ultima domanda, Il ricordo più bello che ha legato alla maglia azzurra?
    • Il ricordo più bello fu quando agli Europei del 1997, giocati in Svezia, durante proprio un Italia-Germania feci il goal su punizione, la misi sotto l’incrocio.