

La città di Asti, la sinistra e la società civile sono state colpite da un grave lutto, è morto all’età di 86 anni Carlo Sottile , che ha attraversato e interagito con tutte le generazioni dalla fine degli anni ’60 ai giorni nostri.
Carlo Sottile era molto conosciuto in città per il suo impegno nella società civile, militante di Avanguardia Operaia negli anni settanta, ha rappresentato per molti anni il Coordianamento Asti Est e la sua scomparsa ha destato sgomento e cordoglio.
Carlo è stato attivo in prima linea ed intervenuto nelle battaglie sociali in favore dei diseredati, degli ultimi dei poveri, quelli che in questasocietà non hanno voce, ma sono stati rappresentati dalla sua tenacia e il suo oltre mezzo secolo di militanza nella sinistra eztraparlamentare prime e nella società civile poi.
Carlo Sottile lo abbiamo conosciuto tutti per il suo impegno in politica, in Avanguardia Operaia negli anni settanta, con la sede storica in via Giobert frequentata dai miitanti di AO, dai simpatizzanti e dagli studenti medi di Asti che si riconoscevano nel progetto politico della sinistra extraparlamentare.
Negli anni ’70 la sede di Avanguardia Operaia di via Giobert era il luogo in cui gli studenti e i più anziani come Carlo Sottile, Maurizio scomparso qualche mese fa, Massimo e molti altri si incontravano per discutere dei problemi della scuola, delle lotte degli operai nelle fabbriche, del carovita che già allora opprimevano le famiglie, del gravissimo problema della disoccupazione seguita alla crisi economica del 1974, della casa e delle occupazioni.
Carlo Sottile lo conoscevo, non ho avuto molte occasisoni frequentarlo se non alle riunioni, ma mi ha sempre colpito la sua umanità, la preparazione politica e la coerenza delle sue idee, lo incontravo spesso nello storico Bar Ligure, luogo di ritrovo di tutta la sinistra extraparlamentare di Asti, ma già allora la nostra generazione era troppo distante come lontano era il nostro modo di approciarci alla politica.
Carlo, dipendete della SIP, era un politico preparato, sapeva affrontare gli argomenti, analizzarli e sviscerarli mentre noi eravamo troppo giovani, studenti completamente digiuni di politica, eravamo spontaneisti, poco organizzati, ma molto incazzati e sempre pronti allo scontro contro una società che non aveva nulla da offrire se non precarietà, nozionismo scolastico a basso costo, marginalizzazione e criminalizzazione.
Credo non fosse facile per Carlo, Oreste, Pallino, Maurizio e i militanti più anziani, sia di Avanguardia Operaia, PDUP che di Lotta Continua, tenere a bada un “branco” di ragazzini sempre pronti a scontrarsi contro le istituzioni, i fascisti e al pericolo di finire nelle file della lotta armata, che in quegli anni, specialmente tra i più giovani e arrabbiati, faceva opera di proselitismo con tutti i rischi connessi.
Il trasferimento della sede di AO in via XX Settembre, l’esperienza di Radio Valentina, il tentativo di unire tutta la sinistra extraparlamentare nella formazione politica, Democrazia Proletaria, nata da AO, e PDUP a cui si aggiunse Lotta Continua nel 1976 e che sembrava dovesse cambiare la rotta della politica locale e nazionale della sinistra, in contrapposizione alla grande affermazione del rivisionismo del PCI, che già in quel periodo guardava al PSI di Craxi e alla DC come interlocutori privilegiati.
La fine di quell’esperienza e il progressivo allontamento dai luoghi di ritrovo di amici e compagni fecero la loro parte e Carlo non lo rividi più per quasi 40 anni, ma a una domanda non ho mai saputo che cosa avrebbe risposto: “Come vedeva e quale considerazione potesse avere di quel gruppo di ragazzini, totalmente digiuni di politica, spontaneisti, disorganizzati, ma pronti a fare la Rivoluzione, quella con la R maiuscola”. Forse una risposta Carlo l’ha data nell’intervista realizzata al primo Pride di Asti e riproponiamo integralmente.
Carlo, che sul suo profilo facebook si definiva un “Agitarore Sociale” rimarcava la gravità l’emergenza sociale senza mai rinunciare al confronto con quell’apertura mentale che lo ha portato a definire Papa Francesco e il direttore del quotidiano cattolico “Avvenire” due riferimenti di “cultura costituzionale”.
Addio compagno Carlo Sottile, chi viene ricordato non muore mai e le tue idee cammineranno sulle gambe di coloro per cui hai speso tutta la tua vita.
Addio Carlo, bandiere Rosse al vento è morto un compagno ne nascono altri cento.
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