L’alimentazione che diventa uno strumento di controllo e le sue vittime ridotte in schiavitù; l’alimentazione negata come negate erano i contatti con il mondo esterno alla setta,persone che arrivavano a pesare 35 kg incapaci di ribellarsi ai propri aguzzini finchè la polizia non è riuscita a smantellare la setta che operava nel settore della macrobiotica tra Marche ed Emilia Romagna.
Al termine delle indagini delle squadre mobili di Ancona e Forlì cinque persone risultano essere indagate.
Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ai maltrattamenti,lesioni aggravate, evasione fiscale.
L’inchiesta iniziata nel 2013 dopo la denuncia di una ragazza che ai poliziotti aveva raccontato di aver creduto ai benefici miracolosi promessi dal capo della setta, noto imprenditore del settore macrobiotico, il quale prometteva che la sua dieta sarebbe stata in grado di guarire malattie incurabili.
Il guru della presunta psico-setta macrobiotica,Mario Pianesi, 73 anni, sua moglie, Loredana Volpi, 51 anni, e due collaboratori sono indagati dai pm di Ancona.
Volpi e gli altri due,secondo gli accertamenti della squadra mobile di Ancona che ha ereditato l’indagine dai colleghi di Forlì,”rivestono ruoli apicali nella piramide organizzativa e decisionale del sodalizio”.
Mario Pianesi,collaborava con importanti istituti di ricerca ed era considerato un’autorità nel campo dell’alimentazione macrobiotica in Italia; faceva conferenza ed era a capo di un impero economico con decine di punti vendita e ristoranti a tutta Italia.
Ai suoi adepti raccontava che:”I farmaci non curano, tolgono semplicemente i sintomi, la medicina uccide, i medici sono degli assassini”.
Gli investigatori hanno spiegato che l’uomo era riuscito a “carpire la fiducia di numerose persone che versavano in condizioni psicologiche fragili a causa di problemi di salute personali o famigliari” tanto da indurle ad abbandonare le cure della medicina ufficiale.
Una vittima della setta era arrivata a pesare 35 chili dopo essersi sottoposta al ferreo regime alimentare imposto dalle diete nonostante prima della dieta non avesse problemi di peso.
Una bimba è rimasta sorda per un’otite non curata dai genitori per aver scelto di non usare farmaci come impostogli da Mario Pianesi.
I racconti nelle interviste difensive delle vittime, raccolte in parte dagli avvocati Donatella Casini e Paolo Florio del foro di Firenze,in cui è emerso che i figli degli adepti crescevano isolati dalla società, considerata negativa.
Le indagini della Polizia hanno accertato che il rigido stile di vita imposto dal maestro attraverso le cosiddette in numero di 5,gradualmente sempre più ristrette e severe, e le lunghe conferenze da lui tenute, durante le quali si parlava per ore della forza salvifica della sua dottrina alimentare, erano volte a plasmare un asservimento totale delle vittime.
La vita degli adepti era gestita dal maestro che riusciva a manovrare a suo piacimento il mondo macrobiotico e si avvaleva dei suoi collaboratori, facenti parte della “segreteria”, attraverso “capizona” e “capicentri”, dislocati in varie parti d’Italia, all’interno dei “Punti Macrobiotici”.
Le vittime venivano convinte ad abbandonare il lavoro e ad abiurare la vita precedente per “lavorare” gratuitamente per l’associazione quale ringraziamento per il messaggio salvifico ricevuto,ma nei fatti sfruttati o, costretti a lavorare per molte ore e, nella migliore delle ipotesi, sottopagati.
Gli investigatori ricostruendo l’organigramma della setta ha individuato alcuni punti fondamentali dell’attività di Mario Pianesi, che dominava il settore dell’alimentazione macrobiotica in Italia sfruttando “il lavoro degli adepti impiegati nei numerosi Centri riferibili all’associazione. Un Punto Macrobiotico (Upm) sparsi sul territorio nazionale che, di fatto, organizzavano un circuito di ristorazione a costo zero”.
Il guru della “psico-setta a scopo economico” aveva anche creato alcune società a lui riconducibili e “pretendeva dagli ‘adepti’ donazioni in denaro per la realizzazione di una grande clinica dove praticare cure alternative alla medicina ufficiale: “chi non riusciva a pagare subiva una sorta di processo di fronte al guru e ad altri adepti e doveva fare autocritica”.
Gli adepti costretti a lasciare la loro attività lavoravano gratis per l’associazione di Pianesi e analizzando i conti bancari gli investigatori hanno confermato come ingenti somme di denaro venissero convogliate sui conti personali e dei familiari dei principali indagati.
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