Il governo non ha neppure festeggiato il suo primo compleanno che i risultati già si fanno sentire su famiglie e imprese con un conto miliardario.
Lo spread, che qualcuno liquida come una speculazione contro l’Italia, il governo per acquistare le nostre imprese a prezzi di mercato dell’usato, corre e gli aspiranti stregoni del governo continuano a fare i conti senza l’oste. L’oste in questione è lo spread che misura la fiducia dei mercati nel governo e nel paese.
Lo spread che fa la differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi.
Se lo spread fosse un termometro misurerebbe la febbre da cavallo in cui è piombato il nostro paese, la situazione delicatissima, il vicolo cieco in cui ci hanno cacciati il trio di dilettanti allo sbaraglio che rispondono a Salvini, Di Maio e Conte, che come Conte conta quanto un due da picche nel teatrino del governo giallo-verde.
La febbre è riesplosa virulenta dopo un periodo in cui,se pur non è stata debellata, veniva tenuta sotto controllo mostrai segni della debolezza economica e politica dell’Italia.
L’Italia un Paese che si sta impantanando nella crescente difficoltà a far fronte alle proprio esigenze finanziarie, più sale lo spread più sale la percezione di rischio fallimento, più diventa difficile ottenere soldi a basso costo e più le difficoltà si scaricano su famiglie e imprese.
Gli investitori di fronte a un paese allo sbando chiedono rendimenti sempre più alti per comprare il debito italiano. Un circolo vizioso che si avvinghia su se stesso, come un cane che si morde la coda, più alti sono i tassi d’interesse, più diventa difficile onorare i propri debiti.
Il governo Conte e il ministro Tria stanno giocando con il fuoco e la sopravvivenza di famiglie e imprese e a poco servono le dichiarazioni di Conte che chiede di vedere come verrà strutturato il DEF perché è dimostrato anche come nella nota di aggiornamento al Def non viene presa in considerazione la corsa dello spread degli ultimi mesi.
Come se non fosse successo nulla.
Ma i conti dell’Ufficio parlamentare di bilancio sono chiari: un aumento dello spread di 100 punti costa il primo anno 1,8 miliardi di maggiori interessi sul debito pubblico, 4,5 miliardi il secondo anno e 6,6 miliardi il terzo.
La spesa per interessi aumenterà dello 0,1% del Pil quest’anno per arrivare allo 0,4% in più nel 2020.
Prima delle elezioni di marzo la differenza tra Btp e Bund era a 130 punti base mentre ad oggi l’aumento è ben superiore ai 100 punti.
L’incubo nei peggiori scenari, lo shock da spread, come nel 2011, presenterebbe all’Italia un conto salatissimo: 21,7 miliardi tra 2018 e 2020, 3,1 miliardi nel 2018; 7,7 miliardi nel 2019; 10,9 miliardi nel 2020.
Il vero dramma di tutto questo è che per finanziare la spesa per gli interessi il governo dovrà togliere risorse agli investimenti.
E così mentre il governo degli stregoni del trio delle meraviglie aumentano il deficit per incrementare la spesa pubblica lo spread, gli interessi sul debito fagocitano le risorse messe in campo con l’aumento del deficit dello stato.
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