Categoria: AGGIORNAMENTI SETTIMANALI CRONACA E ATTUALITA’

REGGIO CALABRIA. G.di F.-OPERAZIONE BALBOA: SMANTELLATA ORGANIZZAZIONE SPECIALIZZATA NEL TRAFFICO DI COCAINA.

Comando Provinciale Reggio Calabria

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri – stanno dando esecuzione nelle province di Roma, Reggio Calabria e Sassari ad una Ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti dei sodali di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina operante sotto l’egida della cosca di ‘ndrangheta “B.” di Rosarno.

Il provvedimento giudiziario dispone l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di O. U. E. cl. ’87, P.D. cl. ’55, G. A. cl.’81, P. A. cl. ’85 e L..A. cl. ’78.

Gli stessi sono ritenuti responsabili – a vario titolo – dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (cui agli artt. 73 e 74 D.P.R. 309/90), per essersi associati tra loro in un gruppo criminale articolato su più livelli, comprensivo di squadre di operatori portuali infedeli, allo scopo di commettere più delitti, concretizzatisi nel reperire ed acquistare all’estero, importare, trasportare in Italia attraverso navi in arrivo al porto di Gioia Tauro ed in altri porti nazionali, nonché commercializzare ingenti quantitativi di stupefacente del tipo cocaina, con l’aggravante della transnazionalità (ex art. 4 L. 146/2006) e dell’aver commesso i fatti al fine di agevolare (ex art. 7 L. 203/91, ora art. 416 bis 1 c.p.) l’attività della cosca di ‘ndrangheta “Bellocco” operante in Rosarno, zone limitrofe, altre zone d’Italia e all’estero.

L’operazione di polizia, convenzionalmente denominata “Balboa”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dalla Sezione G.O.A. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, che ha permesso di accertare l’esistenza di un gruppo criminale capeggiato da O. U. E., dominus alla continua ricerca di cocaina da far giungere nel porto di Gioia Tauro dal Sud America e dal Nord Europa (Belgio, Brasile, Argentina, Ecuador e Perù) e legato da stretto vincolo parentale a B. U. cl. ‘37, entrambi ritenuti partecipi – il B. con ruolo di vertice – dell’omonima cosca.

Nel dettaglio, secondo i ruoli accertati nel corso delle articolate investigazioni, oltre al già citato O., emergevano le figure di G. A., vero e proprio broker internazionale in contatto con i narcos produttori esteri della sostanza stupefacente, di L. A. e P. A., impegnati a coadiuvare l’O. e il G. nell’organizzazione delle illecite forniture, nonché di P. D., uomo di fiducia, che si occupava anch’egli dell’acquisto e dell’importazione della droga.

Giunta in Italia, al porto di Gioia Tauro (RC), la cocaina – occultata con modalità cd. “rip on” all’interno dei container in borsoni pronti ad essere prelevati – veniva esfiltrata da operatori portuali infedeli, incaricati dall’O. di recuperare lo stupefacente e di portarlo al di fuori del sedime portuale gioiese.

Al riguardo, nell’ambito dello stesso procedimento penale, sono stati complessivamente sottoposti a sequestro 527 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 598,520 kg, nonché sono state ricostruite plurime ulteriori importazioni di stupefacente per complessivi 312 Kg di cocaina.

I soggetti destinatari degli odierni provvedimenti restrittivi hanno inoltre dimostrato di poter contare su una fitta rete di contatti, talmente ramificata, da essere in grado di recuperare lo stupefacente non solo dal porto di Gioia Tauro, ma anche da altri porti, sia nazionali che esteri, avvalendosi della forza intimidatrice esercitata dalla stessa “cosca” di appartenenza. Alla luce di tali risultanze – condividendo le argomentazioni prospettate dalla citata DDA coordinata, per l’area tirrenica, dal Procuratore Aggiunto Gaetano Paci – il G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, ritenuta sussistente la gravità indiziaria del contesto sopra delineato, ha emesso il provvedimento cautelare personale nei confronti delle citate persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dall’aver agevolato un’associazione di tipo mafioso e dalla transnazionalità.

I predetti sono stati ristretti, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso le competenti Case Circondariali.

L’operazione “Balboa” ha ribadito l’importanza strategica assunta nel tempo per le consorterie criminali di stampo mafioso dal porto di Gioia Tauro, vero e proprio snodo commerciale per l’importazione di ingenti quantitativi di narcotico provenienti dal Sud America e dal resto d’Europa.

Importanza confermata sia dai recenti numerosi sequestri di cocaina purissima per centinaia e centinaia di kg. operati dai militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria all’interno della suddetta area portuale, dopo che nel 2018 si era assistito ad un calo vertiginoso degli stessi, sia dalle evidenze giudiziarie, in parte già cristallizzate in sentenze di condanna, emerse con le operazioni condotte sempre dalla Sezione GOA della Guardia di Finanza reggina:

  • nel luglio 2014 allorquando, nell’ambito dell’operazione “Puerto Liberado”, furono eseguite 18 misure cautelari in carcere, cui sono seguite numerose condanne confermate in grado di appello con sentenza del 2017;
  • nel luglio 2016, nell’ambito dell’operazione “Vulcano”, quando furono eseguiti 15 provvedimenti cautelari personali disarticolando un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina per conto delle potenti cosche di ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro, Crea e Pesce. Anche in questa occasione tutti i 22 imputati che hanno scelto il rito abbreviato sono stati condannati dal G.U.P. del locale Tribunale.

L’attività svolta costituisce ennesima testimonianza delle sempre costanti attenzione ed impegno e della perfetta sinergia con la quale la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria intervengono nel contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, da sempre ritenuto il principale canale di finanziamento delle cosche di ‘ndrangheta operanti nella provincia reggina.

ROMA. POLIZIA DI STATO. CAMPAGNA CONTRO LE FAKE NEWS E LE LEGGENDE METROPOLITANE SUGLI ESAMI DI MATURITA’.

Sono iniziarti gli esami di maturità e secondo una ricerca di Skuola.net 1 su 6 crede che su internet sia possibile trovare le tracce d´esame prima del tempo, mentre 1 su 5 è convinto di essere spiato dalla Polizia durante l´esame: sono tutte “fake news, bufale e leggende metropolitane”.

Per l´undicesimo anno consecutivo la Polizia postale e delle comunicazioni, in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, si appresta a lanciare la campagna di sensibilizzazione “Maturità al sicuro”, con l´obiettivo di aiutare i ragazzi ad affrontare l´esame con maggiore serenità, confidando nei propri mezzi e nella preparazione ricevuta, senza perdere tempo prezioso e denaro alla ricerca della “soffiata giusta”. Unica certezza per i maturandi è che usare lo smartphone durante le prove comporta la bocciatura; questa raccomandazione è rivolta soprattutto a quel 31 per cento che pensa che non si commetta illecito nel ricevere le soluzioni delle tracce dall´esterno, mentre la prova è in pieno svolgimento.

A questo scopo è stato realizzato un video in collaborazione con Skuola.net e lo youtuber Nikolais, che verrà diffuso anche su Facebook, Instagram e Youtube. Un contenuto ironico che passa in rassegna le tipologie di studente più diffuse: dall´ansioso all´influencer, passando per il “tanto non lo chiede” e il credulone. Quest´ultimo sarà preda di una possibile compravendita di tracce in anticipo, prontamente sventata dall´intervento di un rappresentante della Polizia di Stato.

Inoltre, nella notte che precede l´esame, gli operatori del Commissariato di P.S. online sono a disposizione dei maturandi per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in rete nelle ore immediatamente precedenti la prima prova d´esame. Un rappresentante dalle Polizia di Stato sarà anche presente alla tradizionale diretta di Skuola.net nelle ore precedenti l´esame, per rispondere a tutti i dubbi degli studenti. 

CROTONE. POLIZIA DI STATO. STELE COMMEMORATIVA PER IL COMMISSARIO LUIGI CALABRESI.

Dedicata, a Crotone, una stele in memoria del commissario di Polizia e Medaglia d’Oro al valor civile Luigi Calabresi.

Alla cerimonia di questa mattina, nel piazzale del Tribunale, ha preso parte il capo della Polizia Franco Gabrielli, il presidente del Tribunale Maria Vittoria Marchianò e il procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia.

Il capo della Polizia Franco Gabrielli nel suo intervento ha ricordato la figura di Luigi Calabresi dicendo che “Chi serve il Paese deve sentire e percepire la vicinanza e il consenso della gente e delle istituzioni perché, troppo spesso, chi è più esposto non sempre ha avuto e ha la vicinanza e la comprensione che meriterebbe”.

Il commissario Calabresi venne ucciso il 17 maggio 1972 per mano di appartenenti all’organizzazione di estrema sinistra “Lotta Continua”. L’assassinio arrivò alla fine di una campagna denigratoria iniziata nel dicembre 1969; una parte di militanti di alcune organizzazioni politiche dell’estrema sinistra riteneva infatti Luigi Calabresi direttamente legato alla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.

Quest’ultimo era stato fermato nel corso delle indagini per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 ed era morto precipitando da una finestra della Questura di Milano.

Nel corso degli anni sono state molte le iniziative in diverse città italiane che hanno commemorato la figura di Luigi Calabresi con intitolazioni di vie e piazze.

ROMA. POLIZIA DI STATO. I CASAMONICA IN AZIONE A ROMA, ARRESTI PER RAPINA ED ESTORSIONE.

Arresti per rapina ed estorsione: ancora i Casamonica in azione a Roma

Era entrato per cercare una casa in affitto nel quartiere Anagnina di Roma e si è trovato a doversi confrontare con il potente clan criminale dei Casamonica.

È quanto accaduto a ottobre dell’anno scorso, ad un egiziano che si voleva stabilire nel quartiere. L’uomo, girando per le vie della zona, si era imbattuto in una donna alla quale aveva chiesto informazioni generiche sulle case in affitto.

Quest’ultima si era resa subito disponibile facendo visitare all’uomo diverse abitazioni che però avevano un canone troppo alto per le disponibilità dell’uomo.

Alla fine però si raggiungeva un accordo su una casa più piccola, con un canone minore.

L’egiziano non conosceva il legame della donna con il clan dei Casamonica e con una scrittura privata concludeva l’accordo anticipando due mesi di affitto.

I problemi sono iniziati quando l’uomo ha cercato di spostare il proprio domicilio nella nuova casa che non risultava censita in comune. Una soluzione alternativa veniva proposta da un’altra familiare del clan rendendosi disponibile a fornire un domicilio di comodo all’uomo in una casa nei pressi che però non risultava accatastata in comune.

A questo punto l’affittuario capendo di non poter avere un domicilio legale attraverso questi canali chiedeva la restituzione dei 900 euro anticipati.

Le due donne ovviamente non restituivano nulla e anzi invitavano pretestuosamente l’uomo a rivolgersi ad un legale per farsi rappresentare.

Non contento però l’egiziano decide di andare senza alcun preavviso presso l’abitazione della donna dove si scontra con un uomo del clan che prima lo minaccia con una pistola e poi lo rapina dei 700 euro che l’uomo aveva in tasca; oltre a ciò la vittima viene preso a schiaffi dalla donna ed invitato a non farsi più vedere.

Solo in commissariato, a febbraio di quest’anno, dopo aver sporto la denuncia, l’uomo si è reso conto di chi fossero i suoi aggressori e dei rischi corsi.

Oggi per l’uomo e la donna, entrambi pregiudicati, dopo le indagini della Squadra mobile, sono scattati i provvedimenti di custodia cautelare in carcere. La donna nel frattempo era già finita in cella per altri reati.

PESCARA. POLIZIA DI STATO. ARRESTATA LADRA SPECIALIZZATA IN GIOIELLERIA

Sei furti in gioielleria nella provincia di Pescara due dei quali andati a vuoto per merito dei commercianti che si erano accorti di strani movimenti.

A compiere i reati una donna di Chieti che oggi è stata arrestata dalla Squadra mobile di Pescara.

La tecnica era sempre la stessa: la donna entrava in gioielleria con la scusa di acquistare gioielli, catenine o braccialetti poi con una serie di pretesti cercava di distrarre il titolare o i commessi dell’esercizio commerciale e si impossessava con manovre veloci di monili che poi rivendeva nei negozi di Compro oro della zona.

Catenine, anelli e braccialetti venivano sottratti distraendo le vittime magari chiedendo di pesare l’oggetto o appoggiando il cellulare sul bancone vicino alla merce mostrata o con altri piccoli trucchi.

In un paio di occasioni almeno, la donna era accompagnata da una complice il cui compito era quello di distrarre i negozianti.

Importante era la rapidità con cui la donna riusciva ad impossessarsi dei preziosi e la velocità con la quale si dileguava subito dopo esser uscita dal negozio con i gioielli rubati.

Le denunce sporte dai commercianti e le indagini effettuate anche con l’analisi dei video di sorveglianza dei negozi hanno permesso di ricostruire la catena di furti messi in atto dalla donna, ora agli arresti domiciliari e dalla sua complice.