Categoria: AGGIORNAMENTI SETTIMANALI CRONACA E ATTUALITA’

CATANIA. POLIZIA DI STATO. 40 ARRESTI DI APPARTENENTI AI CLAN MAFIOSI PER SPACCIO DI DROGA.

Duro colpo al controllo dello spaccio di droga a Catania. 40 persone sono state arrestate dalla Squadra mobile, a Catania, al termine dell’operazione “Tricolore” contro il traffico di droga.

Per 30 si sono aperte le porte del carcere e 10 ai domiciliari con l’accusa di far parte di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di marijuana e cocaina aggravata dal metodo mafioso.

L’indagine,partita nel gennaio 2017, si è concentrata su due gruppi che gestivano due distinte piazze di spaccio. Una gestita dal gruppo riconducibile al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi e l’altro gestita da affiliati al clan dei Cursoti Milanesi

Il confine delle due piazze di spaccio era visibile e contrassegnato da due distinte bandiere, quella degli Stati Uniti d’America per il clan dei Cappello-Bonaccorsi, quella del Milan per il clan dei Cursoti-Milanesi.

Nel corso delle indagini i poliziotti hanno fatto luce sulle dinamiche con cui le due organizzazioni erano in grado di imporsi sul territorio utilizando figure che nell’organizzazione avevano ruoli differenti: pusher, vedette e custodi e che garantivano l’attività di spaccio.

Gli agenti hanno anche scoperto che i proventi dello spaccio erano destinati sia all’autofinanziamento del gruppo criminale che al mantenimento degli affiliati in carcere, secondo consolidati “clichè” che impongono ai componenti  di contribuire al sostentamento degli arrestati e delle loro famiglie, soprattutto di quelli aventi un ruolo apicale.

PALERMO. POLIZIA DI STATO- COMMEMORAZIONE IN RICORDO DI ANTONINO CASSARA’ E ROBERTO ANTIOCHIA.

Palermo ricorda Antonino Cassarà e Roberto Antiochia

Scopertura della stele a Palermo in onore di Antonino Cassarà e Roberto Antiochia

Palermo 06/08/2019,

in occasione del 34° Anniversario dell’uccisione del Vice Questore della Polizia di Stato Antonino Cassarà e dell’Agente Roberto Antiochia, assassinati per mano mafiosa, è stata scoperta una stele marmorea dedicata alla loro memoria, rivolta verso il luogo dell’eccidio. Alla scopertura è seguita la deposizione di una corona di alloro a nome del Capo della Polizia, Franco Gabrielli.

Subito dopo è stata celebrata una Messa in suffragio delle vittime, presso la Cappella di Maria Santissima della Soledad.

I due uomini vennero uccisi il 6 agosto 1985, presso l’abitazione di Cassarà in via Croce Rossa a Palermo: un gruppo di nove uomini armati di kalashnikov appostati nei piani del palazzo di fronte a quello dove viveva il Vice Questore, cominciarono a sparare sull’Alfetta di scorta, colpendo mortalmente i due poliziotti.

A segnare il destino del giovane Antiochia fu l’omicidio avvenuto pochi giorni prima del dirigente della Squadra “catturandi” di Palermo, Giuseppe Montana con cui Roberto aveva lavorato dal 1983 al 1985 in delicate indagini sull’associazione mafiosa Cosa Nostra.

L’agente da pochi giorni era stato assegnato a Roma ed era tornato nel capoluogo siciliano per partecipare ai funerali di Montana. Arrivato in città, però, decise di restare per l’atmosfera terribile che si respirava in Questura.

Scopertura della stele a Palermo in onore di Antonino Cassarà e Roberto Antiochia

Tutti i poliziotti si sentivano nel mirino delle cosche e Roberto scelse di rimanere a Palermo per il forte legame di amicizia e il senso del dovere nei confronti dei suoi amici e colleghi; anche se ufficialmente in ferie, infatti, lavorava alle indagini sulla morte del suo ex capo e faceva la scorta a coloro che erano più minacciati: tra questi il vice capo della Mobile Antonino Cassarà.

Antonino Cassarà a Palermo rivestì dal 3 maggio 1980, l’incarico di Vice Dirigente della Squadra Mobile dove svolse delicate indagini sulle cosche mafiose, prendendo parte a numerose operazioni di Polizia Giudiziaria ed assicurando alla giustizia alcuni tra i più pericolosi esponenti di Cosa Nostra. Fu uno stretto collaboratore del giudice Giovanni Falcone e del cosiddetto “pool antimafia” della Procura di Palermo. Le sue indagini contribuirono infatti all’istruzione del primo “maxiprocesso” alle cosche mafiose.

Entrambi sono stati insigniti della “medaglia d’oro al valor civile alla memoria.

Olivia Petillo

MESSINA. POLIZIA DI STATO. TRUFFA AGLI ANZIANI, 4 ARRESTI.

Quattro persone sono state arrestate dagli agenti del commissariato di Patti (Messina), in collaborazione con quelli del commissariato Vasto-Arenaccia (Napoli) per aver truffato alcuni anziani in varie zone del messinese.

Il calcolo totale delle truffe ammonta a circa 15 mila euro.

La tecnica era sempre la stessa: il “finto incidente” in cui un familiare sarebbe stato coinvolto. 

La vittima riceveva una telefonata da parte di un uomo che si presentava come avvocato informandola che il proprio figlio, rimasto coinvolto in un incidente stradale, era in caserma poiché l’autovettura con cui aveva causato l’incidente era senza assicurazione e lo stesso era impossibilitato a pagare la multa. A quel punto l’interlocutore si offriva di fare da intermediario con le forze dell’ordine per una somma intorno ai 700 euro. La vittima doveva preparare la somma che il finto avvocato sarebbe passato a ritirare a breve (come si vede nel video).

I quattro arrestati di questa mattina sono responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla commissione truffe in danno di anziani avvenute nel luglio scorso a Patti, Villafranca, Milazzo e Messina.

Ricordiamo che i truffatori, persone senza scrupoli e molto abili ad inscenare raggiri, si possono contrastare mettendo in guardia le persone più vulnerabili a non fidarsi degli sconosciuti e, nel dubbio, di contattare le forze di Polizia.

La Polizia di Stato ha realizzato diverse campagne ed iniziative rivolte alle persone anziane e ai loro parenti, sulle varie tipologie di truffe utilizzate dai malviventi.

ROMA. POLIZIA DI STATO. OPERAZIONE PERIFERIE SICURE.

L’operazione “Periferie Sicure” è stata avviata dal Dipartimento della pubblica sicurezza con l’obbiettivo di rafforzare il contrasto all’illegalità diffusa soprattutto nelle aree periferiche delle città, spesso caratterizzate da fenomeni d’irregolarità e degrado.

L’iniziativa, a cui partecipano tutte le forze di polizia, prevede giornate dedicate al controllo del territorio e di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle aree di maggior degrado; inoltre saranno messi in atto interventi di natura amministrativa e verifiche di esercizi commerciali e locali di intrattenimento, concentrando l’attenzione nelle aree della c.d. “movida”.

L’attuale fase dell´operazione ha interessato i territori di Matera, Messina, Pordenone, Prato, Rimini e Savona con l’impegnato di oltre 2000 unità della Polizia di Stato, dell´Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e delle Polizie locali. I controlli hanno riguardato 8.241 autovetture e 203 esercizi commerciali, l´identificazione di 5.788 persone, delle quali 54 sono state arrestate, 132 denunciate in stato di libertà e per 14 sono state applicate misure di prevenzione; sono state invece 39 i provvedimenti in materia di immigrazione. Sequestrate anche 12 chili di stupefacenti.

REGGIO CALABRIA. POLIZIA DI STATO. ARRESTATO IL LATITANTE DOMENICO CREA, CAPO DELLA ‘DRINA DI RIZZICONI.

Domenico Crea capo della n’drina di Rizziconi, latitante dal 2015 ed inserito nell’elenco del ministero dell’interno dei latitanti più pericolosi è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile di Reggio Calabria.

L’operazione è stata portata a termine dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria, supportati da personale del Servizio Centrale Operativo e della Squadra mobile di Vibo Valentia.

Il latitante arrestato a Santa Domenica di Ricati (Vibo Valentia), era a capo della consorteria mafiosa di Rizziconi e zone limitrofe, collegata e imparentata con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli.

Il boss condannato con sentenza di primo grado a 15 anni di carcere per i reati di associazione mafiosa ed estorsione era ricercato dal 2015; ad aprile è stato condannato in via definitiva per altri reati a 21 anni di reclusione.

Gli investigatori,con l’utilizzo di servizi di osservazione e supportati da strumentazione tecnologica altamente sofisticata, hanno avuto la certezza della presenza del latitante dentro una villetta in Santa Domenica e di conseguenza hanno fatto scattare il blitz che ha portato all’arresto del latitante, che poteva contare su un rete di protezione oltre a denaro contante per 5 mila euro trovati nella villetta e che in quel momento si trovava in compagnia della moglie e delle due figlie minori, è stato trovato in possesso di 5.000 euro in contanti.

I poliziotti stanno valutando anche la posizione di due coniugi proprietari dell’immobile messo a disposizione della famiglia del latitante.