
Una immagine di speranza che arriva dall’Emilia Romagna

Le piogge, gli allagamenti e le frane hanno colpito le province di Bologna, Forlì Cesena, Ravenna e Ferrara.














Le foto sono riprese dai profili facebooke e in parte realizzate da Silvia Camporesi
Riprende a piovere sulla regione Emilia Romagna ,mentre l’immagine che ci ha restituito la pianura Padana e una immensa distesa d’acqua e fango che ha divorato oltree 100 chilometri quadrati di territorio. Dopo il disastro dell’alluvione la popolazione deve fare i conti con l’acqua della piena che circonda la città di Ravenna mentre scarseggiano cibo,acqua potabile e molte frazioni sono tutt’ora irragiungibili. L’alluvione ha provocato 15 morti e oltre 20 mila sfollati e nellep rossime ore è previsto un nuovo peggioramento delle condizioni meteo, nuove precipitazioni e ancora tanta paura nelle zone già devastate dall’acqua.
La cronaca e i racconti degli inviati mostrano l’immagine dell’ennesima giornata di lotta contro la furia dell’acqua e dei cambiamenti climatici. E mentree la politica romana, il governo e le più alte cariche dello stato speculano sul disastro accusando, come al solito a vanvera, gli ambientalisti e i giovani per le mancate opere di messa in sicurezza del territorio nella lotta contro il dissesto idrogeologico. Il ministro Pichetto Fratin a Sky TG24 ha dichiarato che: “Sono presenti danni enormi. Il Governo lavorerà a strettissimo raccordo prima di tutto con la Regione Emilia-Romagna e, naturalmente, con la realtà, con la massima attenzione alle realtà colpite. Si farà la conta dei danni, ma si faranno anche così le valutazioni rispetto alle azioni da svolgere oltre ai danni. Nel senso, dobbiamo metterci in testa che dobbiamo tentare di prevenire, nel limite del prevedibile, questi fenomeni che sono sempre più intensi”.
L’epicentro del disastro si è spostato a Ravenna dove l’acqua ha completamente circondato la città e si temono nuovi allagamenti e danni a cose e persone.
Le cose non vanno meglio in provincia di Faenza, a Modigliana, borgo appenninico, la montagna sta franando a valle, le strade non esistono,le comunicazioni sono interrotte e il sindaco ha smesso di contare lefrane innescate dal maltempo.
La cronaca dell’alluvione catastrofico che ha colpito l’Emilia Romagna non riesce neppure per un momento la becera propagnada della destra con il governo che si runirà solo martedì per decretare aiuti per 20 milioni di euro a fronte di danni che la regione ha quantificato in “miliardi” di euro, con Fitto che chiude alle richieste del segretario del P.D. Elly Schlein sulle modifiche al PNRR per destinare risorse alla messa in sicurezza idrogeologica dell’Italia e delle zone colpite dal maltempo. Il ministro Raffaele Fitto ha detto “che il PNRR non può essere modificato per essere utilizzato per la messa in sicurezza idrogeologica del paese”
Stefano Mancuso in un commento scrive: “È un fatto che quanto sta accadendo in Emilia-Romagna torna a mostrare, ammesso che ce ne fosse bisogno, che il cambiamento climatico e i suoi effetti non sono fantasie che ostacolano il nostro benessere e il nostro progresso, ma la più grande emergenza che l’umanità si trovi a fronteggiare dalla sua origine. E, per questo, che continuare a negare non ci salverà. Ma continuerà soltanto a rinviare ancora nel tempo ciò che non può essere più rinviato”.
Intanto Ignazio Maria Benito La Russa non manca neppure in questa occasione di dire le sue bestialità e provocare i giovani ambientalisti: “I ragazzi di Ultima generazione vadano a spalare il fango”.



La risposta dei ragazzi al presidentedel Senato La Russa non si fa attendere: “Siamo già qua a dare una mano alle popolazioni colpite dal distrastro invece La Russa dov’è? Noi non cerchiamo visibilità”.
In Romagna e nel Bolognese i volontari, la protezione civile e istituzioni locali sono impegnati per affrontare le conseguenze delle alluvioni mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ancora una volta non perde l’occasione per tacere, si fa la solita misera e becera figura da “sciacallo”, e se la prende con gli ecoattivisti di Ultima generazione. Ignazio Benito Maria La Russa all’agenzia ANSA lancia il suo anantema contro i ragazzi di Ultima Generazione: “Faccio una proposta, vadano per almeno una settimana da volontari in Emilia-Romagna e certifichino il loro attivo operare per spalare il fango e aiutare a eliminare i danni dell’alluvione”. Poi tanto per non smentirsi si rivolge ai ragazzi imputati per aver tirato della vernice lavabile contro la facciata del Senato per denunciare l’inazione climatica ha aggiunto: “Sarà mia cura provare a convincere il Senato a ritirare la costituzione di parte civile nei loro confronti avendo dato prova di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente”.
I ragazzi di Ultima Generazione e più in generale tutti i ragazzi imnpegnati ad aiutare lepersone colpite dall’alluvione hanno risposto al Presidente del Senato La Russa. Maria Letizia Ruello, ecologista, ha rispoto a La Russa: “Noi siamo già in Emilia Romagna a spalare il fango. Siamo tra le persone che stanno prestando soccorso. Comuni cittadini senza bandiere, non stiamo cercando visibilità. Quello che sta accadendo in Emilia-Romagna ci ha colpito moltissimo, anche personalmente. Io abito vicino Senigallia, città interessata dall’allerta meteo”.
La provocazione di La Russa necessita di una risposta chiara e inequivocabile: “Si tratta di un ricatto vigliacco. Chiamarci ragazzi, inoltre, è puro paternalismo: io ho 63 anni.
La Russa ci dice: “fate i bravi e vi toglierò la punizione. Ultima generazione è già in Emilia-Romagna ma non la vedete. Mio figlio si trova lì, a spalare. È uno dei tanti. Noi siamo una piccolissima avanguardia. Se 20 persone si siedono sull’asfalto del Gra per bloccare il traffico, ve ne accorgete. Se 20 persone vanno a spalare non ve ne accorgete. Sarebbe facile per noi dire ‘ve l’avevamo detto’. Per i negazionisti siamo come Cassandra o Laocoonte, che mise in guardia i cittadini di Troia dall’inganno dei greci”.









La redazione del QOL ritiene che Ignazio Maria Benito La Russa oltre che a tacere dovrebbe dimettrsi dalla carica di presidente del Senato perché è indegno di ricoprire la terza carica dello stato.
Ringraziamo quanti hanno raccontato con le immagini l’impegno dei volontari nel soccorso alle popolazioni colpite dall’alluvione.
Giuseppe Amato
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