La guerra in Ucraina è giunta al 63° giorno e non accenna a fermarsi anzi aumentano le tensioni tra Mosca e Londra, che dopo aver armato gli Ucraini afferma che attacchi sul suolo russo sarebbero giustificati, ma Putin avverte che se la russia venisse attaccatea con armi occidentali si csarà un risposta rapida contro l’occidente.

Vladimier Putin in un discorso ai parlamentari di San Pietroburgo ha spiegato che: “Se la Russia sarà minacciata, risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora”. Putin ha parlato di “minacce geopolitiche”: “Devono sapere che ci sarà una risposta, e sarà rapida. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano. Se qualcuno dall’esterno intende interferire negli eventi ucraini, porre una minaccia alla Russia, la nostra risposta sarà fulminea. L’Occidente vuole fare la Russia a pezzi, tagliarla in pezzi differenti, ma Mosca resisterà a ogni tentativo di isolarla”.
La tensione tra Mosca e l’Occidente diventa incandescente con il rischio che un incidente potrebbe far diventyare il conflitto mondiale. Intanto cresce il numero dei mercenari presenti sul territorio ucraino e il ministero della Difesa russo ha detto che mostrerà in pubblico alcuni di quelli che sono stati catturati.
Le forniture di armi all’Ucraina aggiungono altra benzina su un conflitto in cui la parola negoziati sembra essere stata cancellata dal vocabolario. Nella capitale Kiev sono stati inviati carri armati Leopard tedeschi, che il presidente lituano Gitanas Nauseda ha sollecitato dopo l’ok riluttante del cancelliere Olaf Scholz, 8 mezzi blindati in arrivo dal Canada e 6 obici e munizioni dall’Australia.
L’Italia sta preparando il nuovo decreto sugli equipaggiamenti ed armi da inviare all’Ucraina, sulla falsariga del primo: missili portatili Stinger e Milan, mortai anti-carro, mitragliatrici pesanti e leggere, semoventi d’artiglieria, giubbotti antiproiettile, razioni k e proiettili.
Le autorità regionali di Donetsk accusano i russi di aver usato proiettili al fosforo contro la città di Avdiivka, bombe a grappolo contro il villaggio di Zaitseve e la comunità di Svitlodarsk.
Intanto si segnalano esplosioni e incendi sospetti in territorio russo dove un deposito di munizioni vicino a Belgorod è andato a fuoco in una città nella Russia occidentale già colpita da un raid contro un impianto di raffinazione, ma al momento non sono state chiarite le responsabilità di Kiev. Esplosioni a Kursk, e a Voronezh, che invece dista dal confine 300 chilometri e le forze ucraine hanno attaccato le posizioni russe sull’isola dei Serpenti, distruggendo il sistema missilistico antiaereo Strela-10.
Un deposito di munizioni nel villaggio russo di Staraya Nelidovka, nella regione di Belgorod, è saltato in aria, secondo la testimonianza riportata dai media russi ci sarebbero state tre esplosioni, non risultano case danneggiate né vittime tra la popolazione civile. I villaggi della regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sono stati bombardati dagli Ucraini altre volte: la città di Belgorod nella notte tra il 31 marzo e il primo aprile elicotteri ucraini distrussero 8 serbatoi di petrolio, anche se l’azione Kiev non l’ha mai rivendicata.
Esplosioni nella notte a Kursk, sempre in una regione al confine con l’Ucraina senza fare vittime civili. Un attacco portato con droni, due giorni prima nella stessa regione erano stati abbattuti due droni ucraini nel villaggio di Borovskoye, mentre esplosioni sono state udite a Voronezh, nel quartiere Shilovo, che si trova a circa 300 chilometri dal confine ucraino ed è un importante snodo militare e di trasporto.
Kiev non rinuncia all’isola dei Serpenti, conquistata dai russi nei primi giorni di guerra in cui è stato installato il sistema missilistico antiaereo Strela-10 e distrutto dal bombardamento ucraino. La Ukrainska Pravda riporta il comunicato dell’esercito ucraino: “Nel frattempo, le nostre truppe continuano a combattere sulla frontiera occupata. Il nemico ha cercato di avanzare verso la regione di Mykolayiv vicino ai villaggi di Tavriyske e Nova Zorya, ma non ha avuto successo, ha subito perdite significative e si è ritirato”.
L’isola dei Serpenti è nel Mar Nero a 35 km dalle coste dell’Ucraina e della Romania e fa parte del distretto di Kilija nell’oblast’ di Odessa, in Ucraina.
L’avanzata russa non si arresta nel sud est dell’Ucraina e le forze armate ucraine hanno subito la perdita di diverse città e villaggi nelle regioni orientali.
I soldati dell’esercito ucraino si sono ritirati tra tre villaggi nella regione di Kharkiv e di altri due nella regione di Donetsk mentre in mano ai russi sono caduti Velyka, Komyshuvakha e Zavody nella regione di Kharkiv e i villaggi di Zarichne e Novotoshkivske, nella regione di Donetsk.
Nelle regioni di Donetsk e Lugansk si combatte in tre direzioni per impedire alle forze russe di prendere il controllo di tutti i quadranti mentre la regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina orientale sono state pesantemente bombardate nella notte.
Bombe sulla città di Zelenodolsk e i villaggi di Maryanske e Velyka Kostromka, con danni a infrastrutture energetiche.
Una battaglia tra carri armati nella regione di Lugansk, vicino al villaggio di Orikhov ha provocato la fuga della popolazione.
Il capo dell’amministrazione militare-civile della provincia, Oleksiy Babchenko, su Telegram ha anninciato che: “Il nemico si sta avvicinando a Orikhov. Ora ci sono scontri tra carri armati nell’area dove la maggior parte della popolazione è stata evacuata. Ero lì due settimane fa, stavamo trasportando aiuti umanitari. Il villaggio era già stato completamente distrutto, non ci sono case intere, niente è rimasto in piedi”.
Il Cremlino ha rivendicato che una grande quantità di armi e munizioni consegnate dagli stati Uniti e dall’Europa agli ucraini sono state distrutte dai missili ad alta precisione Kalibr, lanciati dal mare.
Il villaggio di Kolbasna, in Transnistria al confine con l’Ucraina, è stato preso attaccato dopo essere stato sorvolato da diversi droni. L’obbiettivo dell’attacco un grande deposito di munizioni dell’esercito russo.
Il villaggio di Zaitseve e la comunità di Svitlodarsk, nella regione di Donetsk, sono stati bombardati con bombe a grappolo, che sono tra le principali cause di morte dei bambini, che dall’inizio della guerra stanno pagando un prezzo altissimo: 393 bambini feriti e 217 morti.
L’Ukrainska Pravda ha scritto che i russi hanno usato proiettili al fosforo contro la città Avdiivka e Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, su Telegram ha riferito: “I russi hanno colpito Avdiivka due volte con proiettili al fosforo. Il primo ieri sera vicino alla fabbrica di carbone, e questa mattina nel centro della città. A seguito di questi bombardamenti, sono scoppiati diversi incendi in città” in seguito hanno lanciato un attacco aereo colpendo un grattacielo.
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