Mese: luglio 2021

PADOVA. OPERAI RIDOTTI IN SCHIAVITU’, DODICI ORE DI LAVORO A 4,50 EURO ALL’ORA, PICCHIATI, DERUBATI DEL CELLULARE E LEGATI.

L’ennesimo caso di caporalato in Veneto, da Lavis a Padova, dove un gruppo di operai pakistani sono stati ridotti in schiavitù per lavorare 12 ore al giorno per 4,50 euro all’ora nella Grafica Veneta.

le terribili le condizioni di lavoro in cui sono stati coinvolti una ventina di pakistani assunti da una società trentina per essere impiegati in Veneto nella logistica.

Arrestati 5 connazionali

Gli operai venivano sfruttati con turni da 12 ore pagati a 4,50 euro all’ora, picchiati, legati e derubati di documenti e cellulari se osavano ribellarsi. 

Vivevano ridotti in schiavitù una ventina di lavoratori pakistani dipendenti di un’azienda di Lavis, la Bm service, che si occupa del confezionamento di prodotti editoriali. 

La manodopera veniva impiegata nei magazzini di Grafica Veneta e secondo gli inquirenti i vertici del colosso dell’editoria di Trebaseleghe erano a conoscenza delle condizioni di lavoro. 

L’amministratore delegato e il responsabile della sicurezza sono finiti ai domiciliari mentre sono stati associati al carcere per il reato di caporalato 5 cittadini pakistani, i due proprietari della società di Lavis e i loro fedelissimi. 


Il procuratore di Padova Antonio Cappelleri ha illustrato le terribili i dettagli sulla vita dei lavoratori, molti dei quali venivano prelevati all’alba appena arrivati in Italia, portati in due abitazioni nelle vicinanze dell’azienda in Veneto, dove vivevano ammassati e sorvegliati.

PRESIDIO DINANZI AL COMUNE DI TREBASELEGHE:

Un presidio di protesta è stato organizzato per oggi, Sabato 31 luglio dalle ore 11, dinanzi al municipio di Trebaseleghe da parte delle forze politiche, organizzazioni sindacali, associazioni e persone che condividono l’indignazione e la rabbia, per:

  • esprimere tutta la solidarietà ai lavoratori che hanno subito minacce, attacchi violenti, e continue intimidazioni;
  • condannare il caporalato e il crescente sfruttamento dei lavoratori, l’attacco ai diritti ed alle  tutele, tutti fenomeni che in Veneto si espandono come e più che nel resto del Paese.

L’Ad e il responsabile della direzione tecnica di Grafica Veneta sono finiti agli arresti domiciliari perché direttamente coinvolti in una vicenda di sfruttamento e caporalato a danno di lavoratori pakistani.

Gli esponenti di Rifondazione Comunistal el forze politiche e i sindacati non sono per nulla stupiti.

Da molto tempo sapevano che lo sviluppo dell’azienda di Trebaseleghe aveva come asset strategici della sua crescita forti legami con la politica e lo sfruttamento intensivo del lavoro.

I primi sono ampiamente noti.

Non si contano le esternazioni di plauso di Luca Zaia a favore di Grafica Veneta, sempre indicata come eccellenza veneta, così come è nota la vicenda ingloriosa delle mascherine prodotte nella primavera scorsa e presentate in conferenza stampa a Marghera, con grande orgoglio dal presidente del Veneto come prodotto della creatività della imprenditoria regionale.

Sulle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori-spiegano- abbiamo avuto spesso notizie frammentarie e reticenti, purtroppo, a causa della paura di chi temeva, denunciando, di perdere il lavoro.

Vediamo, però ancora una volta squadernata la logica predatoria di larga parte della borghesia veneta che ha costruito le sue fortune sullo sfruttamento intensivo del lavoro e del territorio con la complicità di larga parte della politica che ha permesso, per legge, lo smantellamento delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e ha favorito la speculazione immobiliare che ha generato un consumo di suolo insostenibile.

Alla Grafica Veneta, come alla Fincantieri, in agricoltura, nelle attività di servizio, nella logistica, in molte attività produttive, la intermediazione di manodopera permette di imporre ai settori più deboli del mercato del lavoro – donne, giovani e immigrati – condizioni di lavoro indicibili e salari da fame.

TORTONA. DETENZIONE ABUSIVA DI DUE PISTOLE E RICETTAZIONE, ARRESTATO TITOLARE DI NIGHT CLUB.

Possedeva illegalmente due pistole ci cui una con la matricola abrasa nascosta, arrestato il titolare di night club.

Un sessantenne titolare di un night club di di Pontecurone è stato arrestato per possesso di due pistole di cui una con matricola abrasa. Il gip del Tribunale di Alessandria ha convalidato l’arresto del sessantenne e posto ai domiciliari.

L’operazione durante i servizi di controllo dei circoli privati , nei quali sono state elevate multe per 10 mila euro, scattata martedì 27 luglio e effettuata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Alessandria, dai colleghi della Compagnia di Tortona, con il supporto del Nucleo Cinofili dei carabinieri di Volpiano e del Nas di Alessandria.

La perquisizione eseguita nel locale notturno del sessantenne ha permesso di trovare due pistole detenute illegalmente, di cui una clandestina con matricola abrasa.

Il cane poliziotto, un pastore tedesco di nome Kony addestrato a fiutare esplosivi, ha puntato la cucina vicina al banco del bar consentendo ai militari di trovare una pistola calibro 7,65 con il colpo in canna e altri 4 nel caricatore, occultata in una scatola di cartone collocata su una mensola, contenente cialde di caffè e proveniente da un furto in abitazione a Borgonovo Val Tidone (Piacenza).

L’indagato che nel febbraio 2020 era stato arrestato per tentato omicidio, per aver sparato a un 37 enne al termine di una lite nel suo night, porto e detenzione illegale di armi ha spiegato di avere acquistato l’arma in un campo nomadi dell’interland milanese per proteggersi da eventuali ritorsioni nei suoi confronti.

Il cane poliziotto, mentre era in corso la perquisizione del piano superiore del locale, è stato attratto da una stanza adibita a magazzino e ritenuta essere nell’esclusiva disponibilità del titolare del locale, a un certo punto si è seduto, così segnalando la possibile presenza di armi.

I carabinieri hanno indirizzato le ricerche nelle immediate vicinanze trovando, nascosta in una cassettiera tra gli addobbi natalizi, una seconda pistola calibro 7.65 con matricola abrasa caricata con nove colpi, arma di cui l’indagato pare non essere in grado di spiegare come potesse trovarsi lì e negandone il possesso.

I carabinieri del Nas di Alessandria inoltre hanno accertato che mancava il manuale di autocontrollo Haccp, motivo per cui è scattata la multa.

L’arrestato è stato trasferito nel carcere di Alessandria a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il gip del Tribunale di Alessandria nella mattinata di ieri, venerdì 30 luglio, ha convalidato l’arresto applicando nei confronti dell’indagato gli arresti domiciliari.

ALESSANDRIA. AUDIZIONI OPERA LIRICA GELINDO/JELIN

AUDIZIONI OPERA LIRICA GELINDO/JELIN

Nasce un’opera ispirata a Gelindo “Jelin” e debutterà il 17 settembre all’Alessandrino di via Verdi con un’orchestra di 40 elementi, 15 voci liriche principali. Le audizioni il 2 e 3 agosto hanno ricevuto adesioni da tutta Europa e dagli Stati Uniti da 98 artisti e interpreti.

L’autore è l’alessandrino Aldo Brizzi, la regia sarà affidata a una regista importante, Cornelia Geiser, ed è previsto un tour che toccherà anche Francia, Argentina, Brasile.

La selezione dei cantanti lirici che comporranno il cast dell’opera Gelindo/Jelin, che verrà eseguita in prima mondiale assoluta ad Alessandria il prossimo 17 settembre al teatro Alessandrino, è stata effettuata tramite un bando internazionale.

ALESSANDRIA. LA SCELTA VERGOGNOSA: UNA VIA DEDICATA A GIORGIO ALMIRANTE SPORCA LA CITTA’ MEDAGLIA D’ORO DELLA RESISTENZA.

Il presidente del Consiglio Comunale di Alessandria, Dott. Emanuele Locci ha proposto di dedicare il nome di una via a Giorgio Almirante.

Lo stesso Consiglio Comunale ha vergognosamente approvato la richiesta e ora i destini di migliaia di vittime del nazifascismo e di morti assassinati per mano di una banda di delinquenti torna a incrociarsi con i carnefici.

video archivio Quotidiano on line

Ma chi era Giorgio Almirante e di quali crimini si macchiarono i fascisti e gli alleati nazisti?

Giorgio Almirante è stato politico di spicco della Repubblica italiana come segretario storico del MSI dal 1946, prima del 1945 è stato anche segretario di redazione della rivista fascista e razzista “La difesa della razza” (dal 1938 al 1942), nonché tenente dell’esercito di Salò e poi capogabinetto del Ministero della Cultura Popolare della medesima Repubblica di Salò, alleata della Germania nazista.

Almirante che durante la resistenza aveva firmato la condanna a morte di antifascisti e partigiani.

Almirante che da segretario del MSI era stato il fautore della politica del doppio petto: persone per bene in pubblico, ma aggressori e assassini di militanti antifascisti al calare delle luci. All’ombra dei riflettori è stato il responsabile politico della stagione che a ridosso degli anni sessanta-settanta ha provocato la morte e il ferimento di migliaia di militanti di sinistra o più semplicemente persone aggredite a sprangate perché vestivano con abiti riconducibili alla sinistra oppure perché portavano i capelli lunghi. Nei suoi comizi e nelle uscite pubbliche urlava all’ordine e alla disciplina, ma non al rispetto per la Costituzione italiana nata dalla resistenza. Urlava in favore dell’ordine e della disciplina, ma non ha mai spiegato ai suoi elettori che i peggiori delinquenti erano quelli che vestivano la camicia nera di cui era segretario.

Un destino in cui si incrociano le vittime del nazifascismo e i loro carnefici.

E’ inaccettabile che venga dedicata una via ad un uomo che scriveva parole come: “Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri (…). Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; (…)”. 

ALESSANDRIA. INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE STRADE COMUNALI.

COMUNICATO STAMPA

Interventi di manutenzione straordinaria

delle Strade Comunali

L’Amministrazione Comunale informa che a partire dal prossimo 2 agosto verranno avviati i lavori di manutenzione straordinaria alle strade comunali per un valore complessivo di €.2.300.000,00.

Si tratta del più ampio programma di interventi di manutenzione della rete stradale realizzato negli ultimi 10 anni.

Durante i mesi di progettazione, le azioni di intervento sono state verificate e coordinate con quelle previste (a breve e medio termine) dai gestori dei sottoservizi (in particolare AMAG reti idriche e AMAG reti gas) ed hanno principalmente interessato lavori che prevedono:

  • Scarifica (dove necessario) dell’attuale manto di usura
  • Eventuale risanamento sottofondo stradale
  • messa in quota chiusini e caditoie
  • stesa nuovo strato di usura

Gli interventi previsti, sono stati individuati in base a precisi criteri di priorità tra i quali:

  • il degrado della sede stradale,
  • il completamento degli interventi realizzati per reti di sottosuolo (teleriscaldamento e fibra ottica)
  • l’individuazione delle strade a maggior traffico.

L’intervento che sarà suddiviso in 4 lotti:

LOTTO 1 – CENTRO

LOTTO 2 – ORTI-GALIMBERTI-PISTA-EUROPA

LOTTO 3 – CRISTO

LOTTO 4 – SOBBORGHI

e condotto anche con attività contestuali attraverso l’utilizzo di più squadre di intervento da ognuna delle 4 ditte appaltatrici incaricate, si prevede che venga concluso prima dell’avvio della stagione autunnale. In continuità con gli interventi di asfaltatura, seguiranno, inoltre, le attività di rifacimento della segnaletica stradale orizzontale con altre apposite Ditte.