La Squadra mobile di Matera ha arrestato per truffa due giovani di 21 anni residenti a Napoli, ma in trasferta a Matera truffare anziani incolpevoli e inconsapevoli di essere vittime di una truffa.
Le truffe hanno coinvolto numerose persone anziane con la solita tecnica della telefonata che avvertiva dell’arrivo di un pacco dono da parte di un nipote o un parente lontano che, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, erano impossibilitate ad andare da loro per una visita di cortesia e portargli il pacco in dono.
Gli anziani contattati telefonicamente dal gruppo criminale venivano “convinti” a pagare al “corriere” un corrispettivo in denaro, a titolo di contributo, per le spese di viaggio sostenute dal corriere per la consegna del pacco.
I truffatori si erano specializzati a bloccare la linea telefonica per impedire alle vittime di verificare la veridicità della richiesta contattando direttamente i loro familiari.
Gli anziani, nella impossibilità di contattare i familiari, ricevevano nel frattempo la visita del finto corriere che per la consegna dei pacchi chiedeva somme di denaro che potevano variare dai 500 ai 5mila euro mentre per gli anziani si prospettava l’amara sorpresa all’apertura del pacco che conteneva del riso e altro materiale di nessun valore.
I poliziotti incrociando i dati dei tabulati telefonici, delle telecamere di videosorveglianza e delle targhe automobilistiche presenti sotto le abitazioni delle vittime sono riusciti ad identificare i due finti corrieri.
Tra le vittime dei truffatori una donna anziana residente vicino alla Questura che provvista di telecamere perimetrali ha ripreso in diretta la consegna del pacco truffa.
Concorso: bando per 1000 vice ispettori della Polizia di Stato
Pubblichiamo il bando del concorso pubblico per l’assunzione di 1.000 allievi vice ispettori della Polizia di Stato indetto con decreto del Capo della Polizia del 23 dicembre 2020 e inserito nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 4^ Serie speciale “Concorsi ed esami” del 29 dicembre.
Le domande di partecipazione potranno essere presentate dalle ore 00.00 del 30 dicembre 2020 alle ore 23.59 del 28 gennaio 2021 utilizzando esclusivamente la procedura informatica.
Agitu Gudeta, l’allevatrice di capre simbolo dell’integrazione è stata uccisa con un colpo alla testa nella sua casa di Maso Villata nella Valle dei Mocheni.
L’allevatrice di capre Etiope era diventata simbolo dell’integrazione e del riscatto femminile per una vicenda che l’aveva coinvolta nell’agosto del 2018 quando ai microfoni della Rai aveva denunciato un’aggressione verbale e lo stalking continuato da parte di un vicino.
Agitu, 42 anni, era nata ad Addis Abeba (Etiopia) e da anni viveva in Trentino dove aveva raccolto la solidarietà di associazioni, istituzioni e privati cittadini. L’uomo che l’aveva minacciata alcune settimane dopo era stato arrestato e stato condannato a 9 mesi per lesioni dal tribunale di Trento.
Il giudice nella sentenza di condanna non aveva riconosciuto la tesi della pm che chiedeva una condanna per stalking e l’aggravante razziale.
Agitu è stata trovata priva di vita nella sua abitazione a Maso Villata di Frassilongo nella valle dei Mocheni, dopo l’allarme lanciato in serata da alcuni conoscenti con cui aveva appuntamento preoccupati per il suo ritardo, con profonde ferite alla testa. L’arma del delitto potrebbe essere un martello con il quale l’omicida l’ha colpita violentemente alla testa.
La vicenda, però secondo gli inquirenti non avrebbe nulla a che fare con la condanna dell’uomo già condannato per stalking, ma i sospetti si sono concentrati su un giovane che lavora nell’azienda della donna.
Il maggior indiziato per l’omicidio della donna pare sia un giovane africano che lavora per l’azienda della donna e col quale da qualche tempo avrebbe dissapori per questioni economiche.
Pierre Cardin, figlio di immigrati italiani, ha rappresentato lo stilista visionario, un pioniere del prêt-à-porter famoso in tutto il mondo
Lo stilista Pierre Cardin è morto all’età di 98 anni festeggiati a Luglio. Il couturier, lo stilista visionario,il pioniere del prêt-à-porter, figlio di immigrati italiani, uomo d’affari noto in tutto il mondo si è spento nell’ospedale americano di Neuilly, a Parigi a darne notizia i familiari.
Il cuore italiano batteva nel petto di Pierre Cardin nato a Sant’Andrea di Barbarana, frazione del comune di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, ma cresciuto in Francia dove mosse i primi passi nella moda fino a diventare uno tra i più importanti couturier della seconda metà del Novecento che lo consacrò come un gigante della moda e del design.
Pietro Costante Cardin, 2 luglio 1922, nato da una famiglia di facoltosi agricoltori, finiti in povertà alla fine della prima guerra mondiale, era rimasto sempre in Italia.
Sicuramente tra tutti i couturier del secolo scorso, nati in Italia e cresciuti in Francia, Cardin è stato colui che meglio ha rappresentato il mix di stile Italo-francese.
La fine della prima guerra mondiale, la fame, la povertà in cui venne sprofondata la sua famiglia fu il volano che diede a Pietro la motivazione per la ricerca del riscatto.
La miseria spinse i suoi genitori a emigrare in Francia nel 1924 quando Pietro Cardin aveva due anni e a soli 14 anni, nel 1936, il francesizzato Pierre cominciò l’apprendistato dal sarto a Saint-Étienne.
La breve esperienza da Manby, sarto a Vichy, gli permise nel 1945 di trasferirsi a Parigi dove lavorò prima da Jeanne Paquin e poi da Elsa Schiaparelli.
La maison Christian Dior lo volle primo sarto per la sua apertura nel 1947, ma solo dopo essere stato rifiutato da Cristobal Balenciaga, e partecipò al successo del maestro che inventò il New Look.
Pierre Cardin nel 1950 fondò la sua casa di moda, misurandosi con l’alta moda nel ’53.
Pierre Cardin celebrato per il suo stile futurista e ispirato alle prime imprese dell’uomo nello spazio preferiva tagli geometrici, spesso ignorando le forme femminili.
Pierre che non amava distinguere tra maschile e femminile, preferiva lo stile unisex insieme alla sperimentazione di linee nuove.
Cardin nel 1954 introdusse il bubble dress, l’abito a bolle.
Pierre Cardin nel ’59 fu il primo stilista ad aprire in Giappone un negozio d’alta moda ed è stato un antesignano nella scelta di nuovi mercati e nel firmare nuove licenze.
Pierre Cardin fu l’antesignano della moda firmata, accessibile al grande pubblico, per i grandi magazzini, ma per le sue scelte controcorrente fu espulso dalla Chambre Syndacale francese, dopo aver lanciato a Parigi una collezione confezionata per i grandi magazzini Printemps.
Tuttavia fu presto reintegrato come membro della Chambre Syndicale de la Haute Couture et du Pret-a’-Porter e della Maison du Haute Couture dal 1953 e si dimise dalla Chambre Syndacale nel 1966.
Le collezioni di Pierre sono state mostrate nella sua sede , l’Espace Cardin, a Parigi, dal 1971 e prima di allora nel Teatro degli Ambasciatori, vicino all’Ambasciata americana, uno spazio che il couturier ha utilizzato per promuovere nuovi talenti artistici, teatranti e musicisti.
Pierre Cardin, nel 1994, sulla scia di molti stilisti decise di mostrare la sua collezione solo ad un ristretto gruppo di clienti selezionati e giornalisti.
La storia di Pierre Cardin, nel 1971, racconta che venne affiancato nella creazione d’abiti dal collega Andrè Oliver, che nel 1987 si assunse la responsabilità delle collezioni d’alta moda, fino alla sua morte nel 1993.
Lo stilista che amava la mondanità, il mondo del jet set, nel 1981 acquistò i celebri ristoranti parigini Maxim’s.
Aprì filiali a New York, Londra e a Pechino nel 1983 e ai celebri locali affiancò una catena di hotel.
Tra le licenze della linea Maxim’s troviamo un’acqua minerale prelevata e imbottigliata a Graviserri nel comune di Pratovecchio Stia, provincia di Arezzo.
Pierre Cardin nutriva una passione sfrenata per gli immobili ed era entrato in possesso delle rovine di un castello a Lacoste abitato nel passato dal Marchese de Sade.
Il castello ristrutturato era diventato un sito per eventi e festival teatrali.
Ma le radici italiane Pietro Cardin le aveva ritrovate con l’acquisto del palazzo Ca’ Bragadin a Venezia dove risiedeva durante i suoi frequenti soggiorni nella città lagunare, da notare che nella calle attigua c’è uno spazio espositivo.
Pietro Cardin che negli anni ’80 aveva acquistato il Palais Bulles, Il palazzo delle bolle, progettato dall’eccentrico architetto Lovag Antti dove dal pavimento al soffitto tutto era riempito da forme sferiche.
Il suo teatro da 500 posti a sedere, le piscine con vista sul Mar Mediterraneo era un luogo di eventi e feste.
L’interno del teatro arredato con pezzi di design, le Sculptures utilitaires disegnate dallo stesso Cardin che, dal 1977, aveva dato vita ad una collezione di mobili eleganti dalle forme sinuose.
Nel golfo di Cannes, a Théoule-sur-Mer nel sud della Francia, nell’88 l’opera architettonica era stata designata dal Ministero della Cultura come monumento storico.
Un docu-film sulla vita di Pietro Pierre Cardin presentato al Festival del cinema di Venezia nel 2019 racconta di un viaggio che esplora in ogni aspetto quello che molti definiscono l’Enigma Cardin, la riservatezza dell’uomo, la capacità dell’artista e uomo d’affari di creare un impero, (che ha superato un miliardo di dollari), innovando nello stile, legando il suo nome a centinaia di prodotti e con una capacità senza uguali di esportare haute couture all’estero: House of Cardin di P. David Ebersole, Todd Hughes: “Tutto è cominciato con 200mila cappotti rossi venduti negli Usa” rivelava nel biopic, mostrando i capi con cui era riuscito ad affermarsi sui mercati sovietico e cinese già dagli anni ’70”.
Cardin è un imperatore totale dice nel film Jean-Paul Gautier, intervistato con Sharon Stone, Naomi Campelle, Philippe Starck.
Sempre nel docufilm la moda e la vita privata, come i grandi amori con André Oliver,morto nel 1993 di Aids, e Jeanne Moreau.
Nel luglio 2019 una mostra monografica è stata dedicata al “gigante della moda” nel Brooklyn Museum negli USA.
Le zone di Verona in Veneto e la Croazia sono state colpite da tre distinte scosse di terremoto di magnitudo 4.4, lo riporta l’INGV.
La prima scossa di terremoto è stata registrata in provincia di Verona alle 13:02 di magnitudo 3.4 con epicentro a Salizzole
La seconda scossa di terremoto è stata registrato alle 15:36 con epicentro sempre a Salizzole.
La Protezione Civile ha informato che il sisma è stato di magnitudo 4.4. non ha provato danni o feriti.
In Croazia è stata registrata un terremoto di magnitudo 6.4 punti della scala Richter con epicentro nell’area della città di Petrinja nella parte centrale del Paese che ha ucciso 5 persone.
Alcune scosse di terremoto erano state avvertite il giorno prima sempre nella zona di Petrinja , ma meno violente. Il terremoto di oggi si è fatto sentire in tutta la Croazia e nei Paesi vicini.
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