Mese: dicembre 2020

QUARGNENTO. ANDRA’ TUTTO BENE, BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO.

Andrà tutto bene nonostante gli assembramenti, nonostante tanta gente che ancora non abbia capito che le mascherine servono per proteggerci e non sono gli accessori di nuova moda da indossare e mostrare agli amici.

Andrà tutto bene nonostante i troppi Senatore Antonio La Trippa che popolano il parlamento, dormono, quando si svegliano urlano, vogliono andare a messa la notte di Natale, ma solo a mezzanotte perché per tutto l’anno le chiese non sanno neppure dove si trovano e come sono fatte, intanto, l’ignoranza di tanti regala loro un super stipendio, guadagnano e vivono al di sopra delle regole, della legge e di quanti tutti i giorni lottano e combattono l’infezione da coronavirus.

Andrà tutto bene perché il Covid-19 ci ha scippato un anno di vita, ci ha chiusi in casa, ma non ha spezzato quella catena di solidarietà e la voglia di battersi per un mondo migliore.

Andrà tutto bene perché chi ha vinto le elezioni nel 2016 e messo in pericolo la sopravvivenza del mondo intero, le elezioni le perse restituendo ai cittadini la speranza di un mondo migliore, la salvaguardia del clima, la salute delle persone e la libertà di potersi ancora chiamare cittadini del mondo.

Andrà tutto bene perché nonostante i troppi contagiati da Covid-19, nonostante i troppi morti, nonostante i negazionisti e gli indifferenti, che tanto il virus colpisce e uccide solo i vecchi, ce l’ha possiamo fare tutti insieme e a tutti insieme il Quotidiano on line augura a tutti buone feste, buon Natale, felice 2021 e vuole dedicare 3 minuti di leggerezza, di allegria con un video dedicato a quanto abbiamo lasciato nel 2019 e non abbiamo potuto fare nel 2020.

AUGURI DI BUONE FESTE, BUON NATALE E FELICE 2021

TUTTI INSIEME CE LA FAREMO A SCONFIGGERE IL CORONAVIRUS E

LA CRISI ECONOMICA.

ASTI. OPERAZIONE CONGIUNTA G.di F.- CARABINIERI: OP. VINUM, VENDUTI FALSI VINI PREGIATI PER UN MILIONE DI EURO.

Comando Provinciale Asti

Il testo del comunicato stampa per l’operazione condotta dal Nucleo P.E.F. di Asti il 10 dicembre 2020 emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti a firma del Procuratore – dr. Alberto Perduca -: “Il 10 dicembre 2020 Carabinieri del N.A.S., Finanzieri del Comando Provinciale di Asti e militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cuneo, in piena collaborazione ed ognuno per gli aspetti di propria competenza, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di 9 misure cautelari personali (5 arresti domiciliari e 4 obblighi di dimora) emesse dal G.I.P. del Tribunale di Asti, effettuando contestualmente 21 perquisizioni personali e domiciliari in quattro province del Piemonte e in provincia di Genova, Treviso, Pesaro-Urbino, Milano, Roma e Brindisi, su delega della Procura della Repubblica di Asti per i delitti di cui agli articoli 416, commi 1, 2 e 5 c.p., (associazione a delinquere) 648 bis (riciclaggio) e 648 ter (auto-riciclaggio) c.p., 468 c.p.(contraffazione altri pubblici sigilli,) 515 c.p., 517 bis c.p. (frode nell’esercizio del commercio di bevande), 517 quater c.p. (contraffazioni di indica-zioni geografiche o denominazioni di origine alimentare) nonché artt. 2, 5, 8 e 10 del D. Lgs. 74/2000 (utilizzo/emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiara-zione e distruzione di scritture contabili) nei confronti di un sistema di contraffazione di pregiati vini italiani, organizzato a livello internazionale.

L’attività investigativa diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico degli indagati quali componenti di un’associazione a delinquere, attiva dal 2016, operante prevalentemente nel territorio dell’astigiano, finalizzata alla produzione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari contraffatti  ed altri- dalla vinificazione all’ imbottigliamento ed alla successiva commercializzazione, principalmente in territorio elvetico, ai danni di prestigiose case vitivinicole italiane di livello internazionale.

L’attività di indagine è stata effettuata in modo sinergico dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Asti, dai Carabinieri della Compagnia di Alba, dal Nucleo Investigativo di Cuneo, dal Nucleo Repressione Frodi Ministero politiche agricole di Asti e dai Carabinieri del N.A.S. di Alessandria. Inoltre si è avuta la collaborazione dell’Autorità Giudiziaria della Repubblica Elvetica del Canton Ticino per i profili di competenza territoriale che ha permesso di evidenziare come il sodalizio abbia commercializzato, nel periodo 2016 – 2018 oltre 54.000 bottiglie di vino contraffatto verso il mercato elvetico, tale da consentire un cospicuo provento illecito (nell’ordine di circa 932 mila euro), oltre a monopolizzare quel mercato, vendendo falsi vini pregiati, normalmente difficili da reperire, a prezzo assolutamente competitivo ed in grande quantità.

Con l’esecuzione di perquisizioni personali e locali in tutto il centro nord Italia nel giugno 2018, sono state sequestrate complessivamente 15000 bottiglie di vino contraffatto, 19 cliché, 10600 etichette singole, 8393 contrassegni di stato per vini a DOC e DOCG, 165320 capsule di chiusura per bottiglie con marchi o loghi aziende vitivinicole, oltre a 200 kg di sostanze vietate in uso enologico (aromi, sciroppi e coloranti) per un valore di rivendita al dettaglio di oltre 200 mila euro. In precedenza, le indagini hanno consentito di sequestra-re al confine con la Svizzera ulteriori 4884 bottiglie di vino contraffatto. L’attività in rassegna è stata orientata alla tutela della concorrenza e del sistema imprenditoriale sano, allo stato fortemente provato dalla sensibile contrazione dell’economia dovuta all’attuale emergenza sanitaria, nonché del Made in Italy agroalimentare e dei consumatori, potenziali destinatari di prodotti privi dei requisiti minimi di qualità e sicurezza”.

ALESSANDRIA. TRAFFICO D’ORO E RICICLAGGIO DA ALESSANDRIA ALLA SVIZZERA.

Un traffico di lingotti d’oro dalla provincia di Alessandria alla Svizzera era stato scoperto dalla guardia di Finanza ed è arrivata la condanna di primo grado a 4 anni e 4 mesi di reclusione per l’ex finanziere Marco Davide R.

La condanna a Quattro anni e 4 mesi a Marco Davide R., accusato di riciclaggio, è arrivata con la prima sentenza del tribunale di Alessandria per l’organizzazione che gestiva un traffico di lingotti d’oro tra la provincia di Alessandria e la Svizzera.

Il GUP, Paolo Bargero, ha condannato a 4 anni e 4 mesi Marco Davide R., ex finanziere e titolare di una società Svizzera accusato di riciclaggio. Il finanziere venne sorpreso dai suoi ex colleghi nel marzo del 2013 a Gaggiolo, in provincia di Varese, diretto in Svizzera mentre trasportava 110 chili di oro in lingotti e 7 mila euro in contanti occultati nel doppiofondo ricavato dell’auto.

Per il suo passato di militare nella Guardia di Finanza, secondo l’accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto di Alessandria Tiziano Masini, era persona apparentemente credibile e considerato l’anello di congiunzione tra i diversi gruppi nell’organizzazione.

Marco Davide R. nei suoi viaggi oltre confine prelevava denaro contante dalle banche svizzere e lo faceva rientrare illegalmente sul territorio italiano. Il denaro era destinato all’acquisto di oro di provenienza illecita. Gestiva la contabilità del denaro, dei metalli preziosi e il pagamento delle persone assoldate per il trasporto tra i due Paesi con automobili attrezzate con doppi fondi per il trasporto illecito di metalli preziosi, amministrava la falsa fatturazione simulando inesistenti operazioni di import export di oro con una società inglese.

Il “Banco 77 Spa” in frazione Valmadonna di Alessandria, in seguito fallita, faceva riferimento a Filippo e Andrea Luigi G. ed era il punto di riferimento dell’organizzazione, nel procedimento penale sono considerati dall’accusa a capo della struttura. 

Filippo e Andrea Luigi gestivano il denaro proveniente dagli utili non dichiarati della società, custodivano l’oro, l’argento acquistato con proventi illeciti, si occupavano di curare le operazioni manuali di carico delle auto utilizzate per il trasporto e la falsificazione dei documenti.

I due fratelli accusati di riciclaggio e bancarotta fraudolenta hanno patteggiato una pena di 3 anni e sei mesi. Ma nella vicenda sono coinvolti e accusati di riciclaggio anche il novese Massimo T. e il comasco Piermario B. che hanno patteggiato una pena a un anno e 11 mesi.

Il ruolo di Piermario B. è stato considerato dall’accusa di primaria importanza: “per l’accusa era il corriere tra l’Italia e la Svizzera per il trasporto dell’oro, predisponeva documenti falsi, gestiva capitali illeciti e manteneva i contati con alcune società straniere per far apparire lecita la provenienza dei metalli”.

Massimo T. si occupava del trasporto di oro, amministratore di una società spagnola che trattava il commercio di oro e di argento e la sua affidabilità poggiava sul suo passato da ex finanziere.

Nello stesso procedimento cinque persone sono state rinviate a giudizio: Giampietro F., Alessandro G., Arnaldo La S., Gilberto Pio R. e Bruna V. per il quali Il processo avrà inizio il 13 ottobre 2021. 

VICENZA. L’ESTREMO SALUTO A PAOLO ROSSI, L’EROE DEL MONDIALE 1982.

I funerali del campione del mondo Paolo Rossi si sono svolti oggi a Vicenza , a salutarlo la città intera e tutta l’Italia. Le calciatrici della Juventus women e la Roma lo hanno ricordato con un minuto di silenzio prima dell’inizio del match.

La città di Vicenza, i colleghi, gli amici e semplici cittadini ha voluto salutarlo per l’ultima dentro e fuori dal Duomo.

Le persone che hanno potuto prendere posto dentro il Duomo di Vicenza sono state 300, molti rappresentanti del calcio e i protagonisti dello storico Mondiale che Pablito Rossi fece vincere alla nazionale italiana con le sue prodezze.

La camera ardente è stata l’occasione per i tifosi e la gente comune per dedicargli l’ultimo saluto nello stadio ‘Menti’ di Vicenza. L’Italia ha partecipato commossa al funerale di Paolo Rossi trasmesse dal Duomo di Vicenza, che lo ha adottato, gli ha regalato le soddisfazioni dal suo esordio sportivo e incontrare la donna che gli ha dato il primogenito Alessandro.

Nel Duomo erano presenti il presidente federale Gravina, che ha appoggiato sulla bara la maglia azzurra numero 20 della nazionale italiana, Roberto Baggio, gli ex compagni del Lanerossi Vicenza e i suoi compagni di avventura della Nazionale che nel 1982 vinse il Mondiale in Spagna.

Il feretro di Paolo Rossi, nel Duomo di Vicenza, è entrato alle ore 10.20 portato in spalle dai compagni di squadra: Tardelli, Cabrini e altri compagni di squadra facendosi largo tra la folla che si era radunata sul sagrato.

il feretro di Paolo Rossi ha lasciato il Duomo al termine della funzione religiosa tra le lacrime e gli applausi dei presenti.

Il ricordo di Antonio Cabrini dopo Fabio Guadagnini, ex direttore di Sky, ha voluto ricordare Paolo Rossi con un breve, ma straziante discorso: “Ciao Paolo, non mi sembra vero che non sei più tra noi. Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci anche davanti alle delusioni. Siamo stati parte di un gruppo, quel gruppo, il nostro gruppo. Non pensavo ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme. Già mi manchi, mi mancano le tue parole di conforto, le tue battute, i tuoi scherzi, il tuo sorriso. Mi manca proprio tutto di te, oggi voglio ringraziarti perché se sono quello che sono lo devo anche al meraviglioso amico che sei stato. Io non ti lascerò mai, ma tu stai vicino a tutti noi, come io starò vicino a Federica e ai tuoi figli. Sarai sempre dentro di me”.

La moglie Federica ha ricordato Pablito:

“Paolo era una persona che si dava molto alle persone ed è per questo che ho ritenuto opportuno aprire il mio dolore, che racconta anche chi era Paolo, quanto grande fosse la sua voglia di essere uno come tanti. Certo mi costa fatica, perché sento un dolore forte e ricordare certe cosa fa male perché sono fresche. Però è giusto cosi. Paolo Rossi era della gente, di tutti, ed è giusto che tutti lo ricordano anche per la sua grandezza e anche in questa fase di profonda sofferenza. È giusto dare a tutti come avrebbe fatto lui. Paolo mi ha cambiato tanto e insegnato tanto. Mi ha insegnato ad avere coraggio e affrontare i problemi con il sorriso”.

Gli ex compagni e Alessandro Altobelli hanno voluto ricordarlo:


“Avevo sentito delle voci non belle prima della sua scomparsa e speravo non fossero vere. L’altra sera purtroppo ho scoperto insieme agli altri compagni dell’82 che queste voci erano vere quando mi è arrivato il messaggio della moglie. Siamo stati insieme dal 1980 fino al 1986 in Nazionale. Avrei voluto essere li anch’io a dargli la mano e ad accompagnarlo verso l’ultimo viaggio”.

Giancarlo Antognoni ha ricordato che: “Paolo era il nostro punto di riferimento in campo e fuori. Era un ragazzo allegro, spensierato, solare. Ha avuto l’umiltà di riprendersi in modo eccezionale dopo gli infortuni. È stato campione del mondo e dobbiamo sempre essergli riconoscenti per averci portato sul tetto del mondo. Era un periodo non facile per l’Italia, ma quel Mondiale riuscì a tranquillizzare un po’ il nostro paese. Quella Coppa del Mondo è ancora ricordata con affetto e noi siamo contenti che gli italiani continuino a farlo dopo anni di distanza”.

Paolo Maldini: “Per me Paolo è stato tante cose. È stato un eroe nel 1982, durante quel Mondiale di cui anche mio padre fece parte, e un compagno di squadra nel 1985. In quell’anno mi diede tanti consigli. Per tutti gli italiani rimane un mito e a me rimane il ricordo della sua leggerezza. Era un super campione ma allo stesso tempo una persona assolutamente normale”.

Non resta che augurargli di giocare tanti mondiali di calcio in paradiso facendo le stesse prodezze del 1982: “Addio Paolo Rossi, addio campione”.

MILANO. POLIZIA DI STATO. OPERAZIONE “CONTACT CENTER” INDAGATE OTTO PERSONE PER SPACCIO DI DROGA.

Milano: operazione “Contact Center” contro lo spaccio, indagate otto persone

operazione

I poliziotti del commissariato “Centro” di Milano hanno fermato un gruppo organizzato di criminali specializzato nello spaccio di droga. L’operazione “contact center” ha portato, al termine dell’indagine, a cinque arresti e tre obblighi di dimora nei confronti di sette cittadini albanesi e una cittadina marocchina.

L’attività investigativa ha permesso agli agenti di documentare come il gruppo fosse ben organizzato per spacciare, specialmente la cocaina, lungo e a ridosso di via Paolo Sarpi, via Cenisio, piazza Gerusalemme e piazzale Costantino Nigra.

E’ emerso che a gestire lo spaccio della droga, attraverso WhatsApp, era uno degli arrestati insieme alla sua compagna servendosi degli altri indagati come corrieri.

I diversi acquirenti, tossicodipendenti e professionisti di vari settori, erano stati istruiti ad utilizzare espressioni quali “una birra”, “voglio bere una cosa”, “siamo in due/tre”, o in altri casi “ci sei?” per manifestare la volontà di acquistare la cocaina.

Per effettuare le consegne, che in genere avvenivano nelle ore serali e notturne, i corrieri hanno utilizzato la bicicletta, il taxi, un’autovettura rubata e a piedi.

L’indagine ha avuto inizio i primi di maggio scorso, quando i poliziotti, in viale Gran San Bernardo, hanno sorpreso in flagranza di reato uno dei corrieri mentre cedeva una dose di cocaina a un acquirente.

La perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire altri 24 involucri di cocaina già pronti per essere ceduti.

Durante tutta l’attività investigativa, durata oltre sei mesi in pieno periodo di emergenza sanitaria Covid-19, gli agenti hanno sequestrato oltre due chili di hashish e oltre 50 grammi di cocaina.