“The end” per furti e rapine nella Piana di Gioia Tauro
Un improvviso aumento del numero di rapine e furti commessi, anche con l’uso di armi da fuoco, in abitazioni private, esercizi commerciali e nei confronti di corrieri di società di spedizioni, ha dato impulso all’indagine denominata “The end” e condotta dagli investigatori del commissariato di Gioia Tauro (Reggio Calabria). L’attività investigativa si è conclusa questa mattina con l’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre ai domiciliari, da parte degli agenti del Commissariato, in collaborazione con alcuni equipaggi del Reparto prevenzione crimine.
Gli indagati sono accusati di numerosi reati come rapine e furti pluriaggravati, detenzione e porto di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamenti.
L’incremento dei reati commessi nella Piana di Gioia Tauro si è evidenziato nei primi mesi del 2019, e gli investigatori hanno notato, nonostante la varietà dei reati, alcuni tratti comuni nelle modalità operative, sospettando che dietro ci fosse un’unica regia. Per esempio accadeva spesso che i criminali si presentassero come rappresentanti delle Forze dell’ordine, in modo da far abbassare le difese delle vittime prima di aggredirle.
Dopo aver messo sotto stretta sorveglianza i criminali della zona specializzati in questo genere di reati, grazie anche a numerosi servizi di intercettazione telefonica ed ambientale, i poliziotti hanno ristretto il novero dei possibili responsabili, focalizzando l’attenzione su 14 persone, tutte denunciate in stato di libertà, sospettate di aver commesso lo scorso anno almeno 12 colpi nella zona tra Rosarno e Gioia Tauro.
I sospetti sono diventati certezze per i cinque arrestati di questa mattina, nei confronti dei quali sono state trovate prove inoppugnabili di responsabilità per cinque rapine pluriaggravate commesse con le armi, un furto pluriaggravato, un incendio doloso di un’auto, nonché detenzione e spaccio di droga.
I poliziotti della squadra mobile di trapani hanno arrestato un 21 enne originario del Ciad, che era alla guida di un gommone naufragato lo scorso 11 novembre al largo delle coste libiche, con le accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato e naufragio. .
Il natante naufragato con a bordo 120 persone era stato soccorso dalla nave Ong Open Arms, ma 6 migranti erano deceduti in seguito al naufragio.
I migranti soccorsi furono trasportati sulle coste siciliane e posti in regime di quarantena, in attesa di poter essere trasferiti nelle strutture di accoglienza.
Le indagini e alcune testimonianze di migranti a bordo del gommone hanno permesso ai poliziotti della Mobile di individuare lo scafista.
I migranti hanno raccontato agli agenti anche la dinamica del viaggio, culminato con la rottura dello scafo in gomma e la caduta in mare degli occupanti.
Terrorismo: auto-addestramento con finalità di terrorismo, arrestato italiano
la Digos di Catanzaro e Cosenza hanno arrestato un cittadino italiano ritenuto responsabile del reato di auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo internazionale.
L’indagine che ha portato al fermo dell’uomo è stata sviluppata dalle Digos di Catanzaro e Cosenza, affiancate da attività tecnico-informatiche da parte degli specialisti del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.
La Direzione centrale della polizia di prevenzione ha coordinato tutte le attività iniziate da una segnalazione, acquisita in ambito di collaborazione internazionale, in cui veniva evidenziata la condivisione su una piattaforma digitale di contenuti di propaganda del terrorismo di matrice jihadista.
Le intercettazioni telematiche hanno fatto luce su un personaggio che aveva a disposizione numerosi account su piattaforme social (Telegram, Rocket Chat, Riot) con cui partecipava a gruppi chiusi di chiara connotazione jihadista,. Gruppi chiusi che per potervi accedere bisogna essere accreditati e quindi ritenuti affidabili dagli amministratori dei canali.
La perquisizione domiciliare ha permesso di acquisire ulteriori prove contenute nei dispositivi telefonici e informatici, in documenti e manoscritti.
Gli agenti di polizia hanno rinvenuto manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione di operazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, video ed immagini cruente di esecuzioni dell’ISIS, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche dell’ISIS, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’arrestato.
L’analisi tecnico-informatica sui dispositivi sequestrati ha evidenziato la puntuale osservanza delle regole di anonimizzazione e di archiviazione sicura del materiale informatico, presenti sulle infografiche diffuse dagli organi di propaganda dell’auto proclamato Califfato.
Il diritto al rinnovo e l’adozione di scelte ineludibili per valorizzare il lavoro pubblico e modernizzare le nostre Amministrazioni non possono essere messi in discussione per lo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil
LE PROPOSTE FLP PER IL RINNOVO DEI CONTRATTI
ROMA. Il diritto al rinnovo e l’adozione di scelte ineludibili per valorizzare il lavoro pubblico e modernizzare le nostre Amministrazioni non possono essere messi in discussione per lo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil Con il notiziario n. 43 abbiamo espresso le nostre valutazioni critiche sulle misure in materia di lavoro pubblico contenute nel disegno di legge di bilancio 2021, approvato dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame del Parlamento. Pertanto, abbiamo richiesto la ripresa del confronto con la Ministra Dadone e contestualmente interessato le Commissioni parlamentari impegnate nel lavoro di esame del disegno di legge di bilancio 2021 per illustrare le nostre proposte di modifica. Purtroppo, come era prevedibile, la proclamazione dello sciopero da parte di CGIL, CISL e UIL per il prossimo 9 dicembre, ha reso questo percorso più accidentato e difficile, dando fiato non solo alle posizioni di chi lo ritiene intempestivo e non motivato, ma anche a tutti quei portatori di specifici e ben individuati interessi, che vogliono approfittare di questo scivolone di una parte del fronte sindacale, per rilanciare le politiche di smantellamento del lavoro pubblico, di ridimensionamento dei diritti, di nuove privatizzazioni, mettendo in discussione il ruolo, la funzione, la dignità e la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno dimostrato, ancora una volta, durante questa tragica pandemia, di essere la spina dorsale del Paese. Non discutiamo il diritto allo sciopero, che rispettiamo, anche se in questo momento non lo riteniamo opportuno, per la necessità di non far mancare neanche per un giorno i servizi e le prestazioni rese dalle Pubbliche Amministrazioni, ai cittadini e alle imprese, in questo grave periodo di emergenza sanitaria ed economica, i cui riflessi sono ancora incalcolabili.
La FLP è il sindacato che, non solo ha rivendicato il diritto al rinnovo dei contratti pubblici, ma è anche l’unico, che le con proprie iniziative giurisdizionali, ha ottenuto la sentenza n. 178/2015 della Corte Costituzionale che ha cancellato il reiterato blocco del rinnovo dei contratti pubblici protrattosi per oltre 10 anni. Nessuno più di noi, quindi, ha le carte in regola per rivendicare con forza il rinnovo dei contratti, scaduti a dicembre 2018. E lo stiamo facendo in questa occasione, sia sollecitando l’Aran all’esame della nostra proposta per un nuovo ordinamento professionale (diritto alla carriera e nuovi profili professionali) e per una moderna organizzazione del lavoro e dei processi, sia incalzando il Governo e il Parlamento ad adottare tutte quelle misure legislative necessarie a superare gli attuali vincoli economici e normativi che ci impediscono di andare in tale direzione.
Quattro sono le direttrici delle nostre proposte alla Ministra Dadone e alle Commissioni Parlamentari, che vanno di pari passo con la richiesta di un ulteriore adeguamento delle risorse stanziate per il triennio 2019-2021:
SUPERAMENTO DEL TETTO MASSIMO PREDEFINITO DEI FONDI RISORSE DECENTRATE La FLP ha chiesto di abrogare le norme che prevedono il divieto di superamento dell’entità delle
risorse dei Fondi Risorse Decentrate delle singole Amministrazioni, già nelle disponibilità delle stesse, e quindi senza aggravio per il bilancio dello stato, rispetto a quelle predeterminate e cristallizzate negli anni precedenti (2015/2016). Ciò al fine di poter implementare gli istituti della produttività collettiva e individuale, valorizzare le posizioni organizzative e di responsabilità, permettere il dispiegarsi delle progressioni economiche e il riconoscimento del merito.
SUPERAMENTO DELLA TRANSITORIETA’ DELLA NORMA SUI PASSAGGI TRA LE AREE È necessario che venga portata a regime la possibilità per le Amministrazioni, ora limitata e adottata in via sperimentale per un triennio, poi prorogato sino al 31.12.2021, di prevedere procedure concorsuali di passaggio tra le aree. Chiediamo anche di derogare per il personale in servizio al possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno, valorizzando quello immediatamente inferiore, riconoscendo all’esperienza professionale e alla formazione conseguita, il valore di credito formativo, e chiediamo inoltre l’aumento della percentuale riservata agli accessi dall’interno all’area superiore dal 30 al 50 per cento.
DELEGIFICAZIONE DELLE MATERIE RELATIVE ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
La FLP ha chiesto di abrogare quelle norme che negli ultimi anni hanno riservato alla legge tutti i provvedimenti legati all’organizzazione del lavoro, ingessando ogni azione di semplificazione e di miglioramento organizzativo che oggi resta unicamente nella disponibilità della dirigenza e della burocrazia.
PIENA ESIGIBILITA’ DELLA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA
La FLP rivendica la necessità di definire la portata dei controlli agli accordi sottoscritti in sede di contrattazione integrativa riservandola alla correttezza del rispetto dei vincoli economici e delle disposizioni previste nei Contratti collettivi nazionali.
Ciò in quanto gli Uffici dell’IGOP e della Funzione Pubblica entrano nel merito delle scelte delle parti contraenti, esulando dalle proprie specifiche competenze, o fornendo interpretazioni di parte che non trovano fondamento nei CCNL e nelle stesse norme. Questo provoca ritardi nella stipula dei Contratti integrativi, lunghissimi tempi di certificazione, ostacoli all’utilizzo delle risorse, vanificando il ruolo e gli ambiti della contrattazione integrativa. Queste sono solo alcune parziali proposte necessarie per poter iniziare un percorso capace di permettere la stipula di un contratto dignitoso.
Genova: attraverso lo “Smishing-Vishing” svuotavano i conti in tutt’Italia, quattro denunciati
La Polizia postale di Genova ha scoperto un gruppo criminale specializzato in phishing bancario di ultima generazione, al termine di una indagine per frodi ai danni di correntisti in tutta Italia.
Gli agenti di Polizia hanno denunciato a piede libero quattro persone per una frode bancaria ai danni di correntisti che in tutt’Italia sono stati vittime dei truffatori con cifre che oscillano da un minimo di 300 fino a 55.000 euro.
Le frodi venivano messe in atto con lo “Smishing-Vishing” ovvero attraverso l’invio di comunicazioni che sembrano provenire dalla propria banca, nelle quali si invitano i correntisti ad accedere al proprio conto on-line mediante un web-link.
Lo “smishing” avviene attraverso messaggi sms malevoli che, per una mera affinità semantica, si collocano in coda ad altri messaggi autentici ricevuti dalla banca. Questi sms contengono link di rinvio a pagine di phishing dove l’utente, ritenendo di operare sulla pagina veritiera, è indotto ad inserire le proprie credenziali bancarie consegnando così i propri dati ai cyber-criminali.
La tecnica del vishing consiste nel contattare la potenziale vittima tramite una chiamata telefonica nella quale un finto operatore di banca, attraverso raggiri ed argomentazioni capziose, la persuade a fornire i codici dispositivi del proprio rapporto finanziario. Frequentemente, nel corso delle chiamate, il truffatore chiede alla vittima la necessità di ottenere il suo codice al fine di bloccare alcuni tentativi illeciti di prelievo da parte di terzi.
Sfruttando questo momento di incertezza e utilizzando numeri telefonici che sembrano arrivare dalla propria banca, i criminali ottengono le credenziali di accesso ai conti correnti che subito dopo provvedono a svuotare.
Le frodi sono incrementate notevolmente dall’inizio della pandemia a causa delle limitazioni a poter andare fisicamente in filiale e il conseguente aumento dei rapporti telefonici con le banche.
L’inchiesta ha fatto emergere anche la sicurezza con cui agivano gli indagati i quali pensando di farla franca in alcuni casi hanno apostrofato e insultato le vittime con frasi del tipo: “Ti abbiamo fregato” o “Sei stato un ciambellone”.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni attraverso le Sezioni Financial Cyber Crime si è prefissata l’obiettivo di colpire in maniera selettiva questa specifica attività criminale denominata “ Alias “, che sta mietendo numerose vittime in ogni contesto sociale e geografico, provocando danni per milioni di euro
Alcuni consigli per difendersi da queste frodi
I numeri verdi per loro natura sono numeri che funzionano in ricezione e non vengono utilizzati per effettuare chiamate verso gli utenti e quindi la Banca mai contatterà i propri clienti attraverso un numero verde.
Anche i numeri territoriali assegnati alla banca possono essere nascosti quindi nel dubbio è meglio concludere la chiamata e telefonare direttamente alla propria filiale.
Inoltre è bene ricordare che nessuna banca richiede i dati di accesso al proprio conto via email o via SMS.
Qualora si sia caduti nella trappola fornendo i propri dati, contattare immediatamente il numero verde della propria banca e bloccare l’accesso al conto ed eventuali pagamenti fraudolenti già effettuati.
In autonomia si può procedere immediatamente al cambio della password per accedere al conto.
Nel caso si siano forniti codici dispositivi necessari per utilizzare l’applicazione della banca installata sul proprio telefono, riutilizzare immediatamente l’applicazione: in questo modo verrà inibita la possibilità al truffatore di utilizzarla.
Concludendo:
– Non “cliccare” sui link inviati tramite e-mail o sms sospetti.
– Verificare sempre l’autenticità della pagina dell’istituto bancario.
– Non fornire alcuna credenziali di accesso/codice otp via telefono o sms.
– Effettuare la scansione del dispositivo con un antivirus aggiornato.
– Modificare le credenziali di accesso ai servizi on-line in caso di accessi sospetti.
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