Mese: luglio 2020

ALESSANDRIA. INCONTRO TRA AMMINISTRAZIONE COMUNALE E ORGANIZZAZIONI SINDACALI SUL CASO SOLVAY.

Alessandria, 23 luglio 2020

COMUNICATO STAMPA

Incontro con le organizzazioni sindacali per la vicenda Solvay Specialty Polymers

Si è tenuto questa mattina, a Palazzo Comunale, l’incontro fra l’Amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e dall’assessore al Lavoro, Mattia Roggero, e Marco Ciani, Segretario Generale CISL Alessandria Asti, Roberto Marengo, Segretario Generale Femca CISL Alessandria Asti, unitamente a Gianni Di Gregorio di UIL e Alessandro Cassarà, RSU Solvay CISL , sulla questione relativa alla Solvay Specialty Polymers.

Le Organizzazioni Sindacali hanno voluto significare all’Amministrazione la delicata situazione dei lavoratori: “ Intendiamo – ha dichiarato Roberto Marengo – segretario generale Femca Cisl per le province di Alessandria e Asti – sottolineare che la preoccupazione relativa agli aspetti occupazionali, non è affatto indipendente dal discorso sulla salute, quindi il problema è portare avanti la soluzione dei problemi ambientali, segnalando contestualmente che c’è una comunità che vuole che l’attività rimanga a Spinetta Marengo. Non è affatto secondaria poi la questione della mancanza di limiti alle emissioni di C6O4: è un’evidente carenza legislativa che va colmata al più presto. E’ necessario fare squadra con tutti gli attori sul territorio, a partire da Comune e Regione (con cui è programmato un incontro il 29 luglio prossimo), perché si ponga attenzione al nostro territorio coniugando le esigenze di ambiente e lavoro ”. “ Il tempo è una variabile importante – ha aggiunto Marco Ciani , segretario generale CISL per le province di Alessandria e Asti -, il nostro timore è che nel rimpallo di responsabilità si rinviino decisioni urgenti. L’azienda ha manifestato l’intenzione di investire sul territorio, ma ha l’esigenza di un quadro normativo chiaro”.

Il Sindaco ha messo in evidenza che “ l’azienda ha manifestato l’intenzione di installare un depuratore ad osmosi inversa che abbatterebbe significativamente gran parte delle emissioni. Condivido il tema legato alla mancanza di limiti alle emissioni di C6O4 anche perché oggi questa carenza legislativa ha un peso fortissimo al momento di assumere decisioni che tengano in conto della salute dei cittadini e dei problemi legati all’occupazione ”. “ Il messaggio che ci arriva dai lavoratori, ma anche dalla popolazione di Spinetta – ha dichiarato Gianni Di Gregorio di Uiltec Alessandria – è di fare le cose fatte bene, ma di farle. Nelle ultime settimane l’azienda per la prima volta ha manifestato preoccupazione soprattutto per questa situazione di incertezza: è fondamentale che si ponga l’accento anche sugli aspetti economici e occupazionali, ovviamente senza venir meno ai problemi legati alla sicurezza aziendale e alla salute pubblica, problemi che interessano ovviamente, in primis ai lavoratori ”. Alessandro Cassarà , rappresentante CISL della RSU aziendale ha sottolineato: “ Nel rispetto di quanto verrà definito abbiamo bisogno che si ponga attenzione a questo sito, sia per gli aspetti ambientali che economici, siamo qui ad esprimere le nostre preoccupazioni e a caldeggiare l’unità di tutti gli enti e le istituzioni interessate affinché si arrivi al più presto a una soluzione soddisfacente ”. Il Sindaco e l’assessore al Lavoro hanno poi sentito i rappresentanti dell’UGL , Armando Murella , segretario regionale, e Carmine Summa della RSU Solvay : “ E’ una situazione – hanno dichiarato i sindacalisti – che interessa un territorio economicamente già provato duramente e in un momento così triste per il Paese, l’eventualità di aprire un fronte occupazionale che coinvolgerebbe oltre mille posti di lavoro è molto preoccupante. Tuttavia ci rendiamo conto che ola salute viene prima di tutto : L’azienda ha chiesto tempo per investire 15 – 20 milioni di euro per la sicurezza. E’ giusto che si metta in regola, ma siamo fiduciosi che si possano abbattere le emissioni e si trovino soluzioni soddisfacenti sia per la salute che per l’occupazione ”. “ Da parte dell’Amministrazione – ha concluso il Sindaco – non ci sono visioni preclusive nei confronti della Solvay, abbiamo semplicemente posto l’accento su una serie di interventi che vanno eseguiti, come il potenziamento della barriera idraulica e l’attivazione del nuovo impianto di depurazione. Il problema normativo, poi non è affatto secondario e va risolto in tempi brevi, proprio per dare certezza alle decisioni : il Governo nazionale deve assolutamente esprimersi, in tempi brevi, su questo punto”.

ALESSANDRIA. DOMENICO RAVETTI SUL CONSUMO DEL SUOLO.

In provincia di Alessandria nel 2019 ogni residente ha coperto di cemento 1 metro quadro di terreno verde.

Ravetti (Consigliere regionale PD): “SOLO L’INDIFFERENZA DEGLI INCOMPETENTI PUO’ GIUSTIFICARE L’ULTERIORE PERICOLOSO CONSUMO DEL SUOLO.”



Pare non aver generato un grande dibattito il rapporto Ispra sul consumo del suolo nel 2019 presentato mercoledì 22 luglio. Eppure – dichiara Ravetti – in Italia la copertura del terreno con cemento è aumentato di altri 57 km quadrati in un solo anno. La provincia di Alessandria, in questa classifica dei peggiori, risulta essere in Piemonte seconda dietro solo a Torino. Tant’è che qui il consumo è stato di quasi 45,7 ettari, con Tortona che è il centro zona che ha vissuto uno sfavillante boom edilizio con 19,44 ettari di terreno persi a beneficio del cemento. Quindi, – insiste il Consigliere regionale – giusto per ricordarcelo: continua ad aumentare la disoccupazione, la precarietà del lavoro è diventata una costante, non c’è un segnale positivo nei settori economici più significativi del territorio (tanto che il sistema imprese vede nero), gli indici che determinano il benessere generale segnalano da tempo un declino preoccupante, ma in provincia di Alessandria il suolo naturale continua essere la preda più ambita. Nella sostanza, ogni cittadino residente in questa provincia nel 2019 ha coperto di cemento poco più di 1 metro quadro di terreno “verde”. Se non fosse che la conseguenza di tutto ciò – conclude Ravetti –  è il pericoloso dissesto idrogeologico e il deterioramento definitivo della nostra natura verrebbe da girarsi dall’altra parte. Ma è appunto solo con l’indifferenza degli incompetenti che è possibile giustificare questo continuo scempio. Ora è tempo di una legge nazionale sul consumo del suolo scritta bene ma velocemente e d’intesa con le Amministrazioni Comunali.  



Ufficio stampa del Consigliere regionale Domenico Ravetti  

FROSINONE. VENDEVANO AUTO RUBATO, DUE ARRESTI E DIECI INDAGATI.

Altri veicoli sono stati sequestrati direttamente alle persone che, nel frattempo, li avevano acquistati presso gli autosaloni ignari della provenienza illecita.

operazione stradale

Operazione della Polizia stradale di Frosinone che ha arrestato due persone e ne ha denunciate altre 10 per riciclaggio di auto e per reato di falso.

Nel corso dell´indagine sono state sequestrate, in varie zone del Lazio e dell´Abruzzo ed in particolare nelle provincie di Frosinone, Latina, Rieti e Pescara, 38 autovetture di provenienza furtiva (Range Rover, Audi, Mercedes GLC, Fiat 500 Abarth, Smart Fortwo, Miny Countryman, Jaguar, Renegade, Nissan Qashqai, per un valore totale di circa 600mila Euro.

L’attività investigativa ha avuto inizio nel mese di novembre dello scorso anno a seguito del sequestro di una Range Rover Sport con telaio contraffatto, risultata proveniente da un furto commesso alcuni giorni prima in provincia di Napoli.

La persona trovata in possesso dell´autovettura era un commerciante di veicoli di Cassino (Frosinone) con alcuni precedenti penali.

I successivi accertamenti sul commerciante hanno portato all´identificazione dei complici e a scoprire le modalità con le quali venivano commercializzati i veicoli rubati.

I veicoli, rubati in varie parti d´Italia e all´estero, in paesi come Francia e Germania, erano acquisiti tramite conoscenze nel settore dei furti delle auto con base nel napoletano.

Successivamente provvedevano ad alterare i numeri identificativi dei telai e a formare falsi documenti che attestavano la provenienza estera dei veicoli, clonando i dati di autovetture regolarmente circolanti in Spagna, Danimarca, Polonia o Francia. 

Una volta immatricolate in Italia tramite nazionalizzazione, la vendita avveniva attraverso i canali offerti dall´e-commerce.

In alcuni i casi i veicoli venivano forniti di chiavi originali rubate direttamente presso gli stabilimenti di produzione prima che giungessero in catena di montaggio.

Altro canale di approvvigionamento dei veicoli era quello delle truffe commesse ai danni di concessionari di Frosinone tramite finanziamenti ottenuti a nome di persone inesistenti che si presentavano presso gli autosaloni con documenti di identità falsi e con buste paga contraffatte.

Nel mese di gennaio scorso, nel corso dell´attività investigativa, è stato arrestato in flagranza di reato un 57enne che si era presentato presso un noto concessionario del frusinate per acquistare una lussuosa Mercedes utilizzando falsi documenti riportanti le generalità di un medico in servizio presso l´ospedale di Cassino.

Gli agenti della Polizia Stradale si sono anche finti acquirenti contattando i venditori a seguito degli annunci inseriti su noti siti di compravendita dell´usato, al fine di rintracciare e sequestrare i veicoli riciclati.

Alcuni veicoli sono stati individuati e sequestrati presso gli autosaloni ai quali erano stati venduti dagli indagati, mentre quelli ancora in loro possesso venivano custoditi in luoghi nascosti e soprattutto all´interno di attività non soggette a controlli specifici del settore dei veicoli.

Gli indagati non si sono fermati nemmeno durante il lockdown. Infatti, alcuni di essi sono stati sanzionati anche per violazione alla normativa sul contenimento dell´epidemia Covid-19 mentre si recavano a consegnare una delle autovetture clonate ad un concessionario.

Una parte delle auto sequestrate sono state rinvenute all´interno di un caseificio di Terracina ed altre in un parcheggio pubblico retrostante un bar di Cassino.

COSENZA. INAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL COMMISSARIATO DI CASTROVILLARI.

Mattinata di impegni a Castrovillari (Cosenza) per il capo della Polizia Franco Gabrielli che porta con sé anche il ricordo di alcuni agenti morti nell’espletamento del loro servizio.

capo a castrovillari


Si è iniziato con la cerimonia di intitolazione alla memoria di Emanuela Loi, della strada che porta alla nuova sede del commissariato. Alla presenza del prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio e del questore di Cosenza, Giovanna Petrocco, il capo della polizia e il sindaco di Castrovillari hanno scoperto la targa che porta il nome della giovane agente uccisa nell’attentato al giudice Borsellino.


A seguire c’è stato il taglio del nastro inaugurale dei nuovi locali del commissariato di Castrovillari. 
“Questo non è un semplice edificio, ma qualcosa che ha una valenza di testimonianza di legalità e punto di riferimento per le comunità la cui sicurezza è affidata all’amministrazione della pubblica sicurezza” ha dichiarato il capo della Polizia che ha proseguito “L’inaugurazione di oggi sottolinea la presenza sul territorio delle forze dell’ordine quali parte integrante della comunità”.


La mattinata si è conclusa con la cerimonia di intitolazione della sala riunioni alla memoria di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due poliziotti uccisi da un uomo che era stato portato in Questura per accertamenti dopo una rapina.
“Intitolare una strada, una sala riunioni non è una cerimonia formale ma, per noi, è un rinnovare un giuramento nei valori in cui crediamo, al servizio del nostro Paese e delle comunità che ci sono state affidate. Emanuela, Matteo e Pierluigi amavano il loro lavoro, che svolgevano con passione e senso del servizio, e che ci hanno indicato la strada e il modo di percorrerla con dignità e abnegazione”. Con queste parole il prefetto Gabrielli ha concluso il suo intervento.

NAPOLI. SEQUESTRO DI 3 MILIONI DI EURO PER FATTURE FALSE

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito – su disposizione del GIP del Tribunale del capoluogo partenopeo – due distinti sequestri di beni, del valore di 3 milioni di euro. I responsabili sono indiziati di aver commesso reati tributari quali dichiarazione fraudolenta mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed omesso versamento dell’I.V.A.

Le attività sono state svolte dai finanzieri del I Gruppo ed hanno interessato una società attiva nella commercializzazione di gas ad uso civile ed industriale e una operante nel settore del commercio all’ingrosso di gomma greggia e plastiche, entrambe con sede a Napoli. Il 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli ha contestato all’amministratore della società che commercializzava gas il reato di omesso versamento dell’I.V.A. per l’anno 2016, per un valore complessivo di oltre 1.800.000 euro, sottoponendo a sequestro, tra l’altro, un’imbarcazione da diporto della stazza di 29 tonnellate e 17 metri di lunghezza, del valore commerciale di 650.000 euro, nascosta in un cantiere navale di Olbia (SS).

La Compagnia di Portici, anch’essa dipendente, al termine di una verifica fiscale nei confronti della società attiva nel commercio di gomma e plastiche ha quantificato in un solo biennio, l’IVA dovuta pari a 1.200.000 euro, evasa tramite un meccanismo fraudolento fondato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, prodotte da c.d. imprese “cartiere”. Anche in questo caso è stato operato nei confronti della società e degli amministratori il sequestro di disponibilità finanziarie sui conti correnti e di immobili del valore pari all’imposta evasa.