Mese: luglio 2020

QUARGNENTO. BILANCIO DI FINE STAGIONE PER L’USD QUARGNENTO, PRESIDENTE GANGI ”INVITO TUTTI AD UNIRSI ALLA SQUADRA PER CONTINUARE A SOGNARE”.

Il Bilancio è positivo, Gangi chiede una mano per la gestione.

Ieri sera, presso la sala consigliare del comune, si è tenuta la riunione aperta al pubblico della società calcistica del paese, l’Usd Quargnento, per il bilancio di fine stagione. Presieduta dal presidente Giuseppe Gangi, accompagnato dai dirigenti, con la partecipazione del Sindaco Paola Porzio e Luigi Benzi, membro della giunta comunale, si è fatto il punto della situazione attuale della società granata e sulle prospettive per il futuro.

Il Presidente Gangi ha parlato a lungo spiegando che ad oggi la società Usd Quargnento continua ad avere bilanci positivi con fondi da poter investire per le stagioni sportive, il problema, spiega Giuseppe Gangi, rimane il numero critico di chi dedica del tempo alla squadra, sia dal punto di vista di accompagnatori sia per la manutenzione dei campi e pulizie.

Infatti, spiega il presidente <<Una società sportiva dev’essere portata avanti con un’organizzazione di persone ben strutturata e abbastanza numerosa, non solo da poche persone, come fatto in questi anni da me, Enrico Bertocco e gli alti dirigenti>> – continua – <<Noi siamo pronti a continuare, solamente se da qui all’inizio della prossima stagione si aggiungerà qualcuno per darci una mano, il Quargnento deve continuare a sognare>>

Dunque, una situazione dal punto di vista economico favorevole per la società militante in seconda categoria provinciale, ma dal punto di vista gestionale difficile con persone contate. Per il futuro, con date di ripresa del campionato ancora da definire da parte della FIGC, si prospetta ancora la collaborazione con i Lions di Alessandria, che già quest’anno hanno giocato le partite casalinghe del settore giovanile presso il campo comunale F.Zaio di Quargnento, è dalla nuova stagione la possibilità di aggiungere al complesso sportivo il Tennis, che sarà gestito da Fabrizio Masarin e Luigi Benzi.

Il Presidente ringrazia tutte le persone che fino ad oggi hanno aiutato la società con l’invito rivolto ai cittadini di Quargnento, la squadra ha bisogno del vostro supporto per continuare a sognare.

ITALIA. ARRESTI A BRESCIA, POTENZA E TRENTO PER SPACCIO DI DROGA. OLTRE 40 PERSONE IN MANETTE.

Pugno duro della Polizia di Stato contro la droga: tre operazioni si sono concluse stamattina a Trento, Brescia e Potenza per fermare lo spaccio di droga.

Qualche giorno fa la Direzione centrale per i servizi antidroga ha pubblicato la relazione dei dati alla lotta alla droga nel 2019.

A Trento la Squadra mobile ha fermato 8 minorenni responsabili di far parte di una baby gang che spacciava hashish, marijuana e cocaina nelle piazze della città soprattutto a giovanissimi. Per quattro di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre gli altri quattro sono stati collocati in una comunità fuori regione.

A Brescia invece, con l’operazione “Customer”, gli agenti hanno arrestato cinque persone mentre per altre nove è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Brescia perchè spacciavano droga nei pressi della stazione centrale, del parco Gallo e del parco Pescheto. Una rete ben organizzata con oltre 500 cessioni di sostanze stupefacenti documentate. Il gruppo criminale aveva molti clienti abituali. Due in particolare erano soprannominati dai pusher “la bestia” e  “il bambino”. Tanti altri si recavano dai componenti del gruppo almeno due volte al mese per acquistare la cocaina. In un caso le dosi non sono state acquistate tramite scambio di denaro, ma con un baratto di una vasca da bagno, caricata direttamente in un furgone dei criminali.

Infine a Potenza, i poliziotti della Squadra mobile hanno eseguito 29 provvedimenti cautelari nei confronti di una banda di criminali responsabili di traffico illecito di sostanze stupefacenti oltre che detenzione illegale di armi di provenienza illecita, munizionamento, materiale esplodente. Diciannove le persone arrestate che avevano rapporti d’affari con fornitori perlopiù albanesi e contatti con i maggiori clan criminali del metapontino.

Le misure cautelari hanno interessato i territori di Matera, Bernalda, Policoro, Montescaglioso, Scanzano Jonico, Pisticci, Altamura, Manduria (Taranto), Capaccio Scalo (Salerno) e i poliziotti hanno anche eseguito 42 perquisizioni personali e domiciliari.

ROMA. SGOMINATA BANDA DI SPACCIATORI DI DROGA, ESEGUITE 6 MISURE CAUTELARI.

Un’agguerrita gang dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, alle estorsioni e alla ricettazione – operante tra Guidonia Montecelio e Tivoli – è stata smantellata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno eseguito sei misure cautelari (3 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), disposte dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Tivoli su richiesta della locale Procura della Repubblica.

L’operazione costituisce l’epilogo di complesse indagini svolte dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Tivoli che hanno consentito di delineare il ruolo di ciascun componente e il modus operandi del gruppo, il quale poteva contare su un’efficiente e capillare rete distributiva per lo smercio della droga, per lo più nella periferia orientale della Capitale, Tivoli e Guidonia, avvalendosi di un motociclo rubato.

L’organizzazione, riconducibile alla stessa famiglia, si basava su una rigida suddivisione dei compiti e non esitava a ricorrere alle “maniere forti” con i clienti inadempienti o ritardatari nei pagamenti, minacciati di morte o gravi ritorsioni fisiche e spesso costretti a consegnare beni e oggetti di valore a garanzia delle proprie obbligazioni.

Tra i membri del gruppo, con compiti di coordinamento dei pusher “alle dipendenze”, vi era un cittadino rom dimorante in un accampamento di Guidonia Montecelio, situato nei pressi di via dell’Aeronautica.

Durante le perquisizioni presso le abitazioni degli indagati e altri luoghi agli stessi riconducibili sono stati rinvenuti denaro contante per circa 11.000 euro, probabile provento dell’attività illecita, nonché una pianta di marijuana portando all’arresto in flagranza di un’ulteriore persona non colpita dal provvedimento cautelare emesso dall’Autorità Giudiziaria.

Nel corso delle indagini, durate circa un anno, erano già state arrestate 5 persone in flagranza di reato e sequestrati 1,4 chilogrammi di cocaina e hashish.

L’attività investigativa rientra nel più ampio dispositivo di contrasto ai traffici illeciti predisposto dalla Guardia di Finanza di Roma.

SALERNO. SEQUESTRO RECORD DI 14 TONNELLATE, IN 84 MILIONI DI PASTIGLIE, DI ANFETAMINE PRODOTTE IN SIRIA DALL’ISIS/DAESH

Si tratta del più grande sequestro di amfetamine a livello mondiale, effettuato in esecuzione di apposito decreto emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – DDA e maturato nell’ambito di una complessa attività d’indagine delegata al GICO nei confronti di un’organizzazione con proiezioni internazionali dedita all’importazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

Dopo il periodo di lockdown, dovuto all’emergenza epidemiologica da coronavirus, sono state, infatti, intensificate le attività di contrasto nello specifico settore.

Dallo sviluppo degli indizi emersi nel corso dell’investigazione ed in particolare da altri sequestri effettuati in precedenza, i finanzieri hanno tracciato 3 container sospetti in arrivo al porto di Salerno, contenenti cilindri di carta per uso industriale e macchinari.

Dopo il sequestro, le Fiamme Gialle hanno trasferito i container in un luogo attrezzato per procedere all’ispezione interna, con l’ausilio di tecnici specializzati e con la preziosa collaborazione della Sezione Antifrode della Agenzia delle Dogane di Salerno.

I cilindri di carta, alti circa 2 metri e del diametro di 140 cm – verosimilmente costruiti in Germania – sono stati congegnati in multistrati in grado di celare allo “scanner” il contenuto, riposto negli strati interni, di circa 350 kg di pasticche per ogni cilindro.

Rinvenute in totale 14 tonnellate di amfetamine, circa 84 milioni di pasticche, riportanti il simbolo del “captagon” che contraddistingue la “droga della Jihad”. È noto infatti, che ISIS/DAESH finanzia le proprie attività terroristiche anche e soprattutto con il traffico di droghe sintetiche, prodotte in gran parte in Siria, diventata per questo motivo negli ultimi anni il primo produttore mondiale di amfetamine.

Il captagon viene smerciato in tutto il Medio Oriente ed è diffuso sia tra i combattenti per inibire paura e dolore sia tra i civili perché non fa sentire la fatica. Prodotta inizialmente soprattutto in Libano e diffusa in Arabia Saudita negli anni ’90, questa sostanza stupefacente è ricomparsa nei covi dei terroristi – come ad esempio nell’attacco al Bataclan di Parigi nel 2015 – ed è perciò stata soprannominata la “droga dell’Isis” o la “droga della Jihad”.

Secondo la DEA americana (Drug Enforcement Administration), L’ISIS ne fa largo uso in tutti i territori su cui esercita l’influenza e ne controlla lo spaccio. Una volta avviati gli impianti chimici di produzione, è facile per ISIS produrre ingenti quantitativi anche per il mercato mondiale delle droghe sintetiche, in modo da accumulare rapidamente ingenti finanziamenti.

Già due settimane fa, sempre nel porto di Salerno, gli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, avevano intercettato un container con un carico di copertura costituito da capi di abbigliamento contraffatti, contenente 2.800 kg di hashish e 190 kg di amfetamine (oltre 1 milione di pasticche) con lo stesso identico simbolo (captagon).

Quanto alla destinazione finale, è verosimile che sia coinvolto un “consorzio” di gruppi criminali, sia per il valore totale delle spedizioni, sia per la distribuzione sui mercati di riferimento (85 milioni di pasticche possono soddisfare un mercato di ampiezza europea). L’ipotesi è che durante il lockdown, dovuto all’emergenza epidemiologica mondiale, la produzione e distribuzione di droghe sintetiche in Europa si sia praticamente fermata e quindi alla ripresa molti trafficanti, anche in consorzio, si siano rivolti alla Siria, la cui produzione invece non pare aver subito rallentamenti.

Sono in corso ulteriori indagini per l’individuazione dei responsabili che, proprio in relazione all’ingente quantitativo sequestrato, potrebbero operare per conto di un “cartello” di clan di camorra in grado di commercializzare le sostanze in ambito internazionale.