Mese: luglio 2020

PERUGIA. CONFISCA RECORD DI 33 MILIONI DI EURO AD UN NOTO IMPRENDITORE UMBRO.

Nella mattina odierna i finanzieri del G.I.C.O. di Perugia stanno eseguendo un decreto di sequestro, e contestuale confisca, di beni mobili, immobili e partecipazioni societarie, per un valore stimato di circa 33 milioni di euro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Perugia, su proposta della locale Procura della Repubblica.

Il destinatario del provvedimento è un noto imprenditore umbro, che a partire dalla fine degli anni ‘90 ad oggi ha collezionato numerosi precedenti penali per bancarotta fraudolenta, tra cui una condanna definitiva a 5 anni di reclusione, nonché per trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reati tributari e contro il patrimonio.

Riconosciuta dal Tribunale la pericolosità socio – economica dell’imprenditore, è stata disposta nei suoi confronti anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per un periodo di tre anni. L’esecuzione del provvedimento rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa svolta dai militari dell’articolazione specialistica del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Perugia ed avviata a seguito di una preliminare analisi effettuata, a livello centrale, dallo S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma.

La dettagliata ricostruzione del modus operandi delittuoso ha rivelato il reiterato ricorso a società “schermo”, anche di diritto estero, appositamente costituite e gestite formalmente da vari prestanome, per compiere numerose operazioni immobiliari e societarie in completa evasione d’imposta. Le plusvalenze milionarie così ottenute non venivano solo sottratte al fisco, ma alle stesse società, che una volta depredate erano destinate al fallimento.

Al fine di provare l’origine illecita del rilevante patrimonio riconducibile, direttamente o indirettamente, all’imprenditore, è stata acquisita copiosa documentazione riferita all’ultimo ventennio, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie, nonché numerosi atti pubblici che hanno interessato, nel tempo, il suo nucleo familiare. Successivamente, per ogni transazione, sono state verificate le movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il copioso materiale così reperito è stato sottoposto a circostanziati approfondimenti, da cui è emerso che gran parte delle attività economiche e dei beni entrati nella disponibilità del proposto nel periodo monitorato, coincidente con il suo curriculum criminale, non hanno trovato alcuna giustificazione nei redditi “ufficialmente” dichiarati.

Gli accertamenti svolti dalle Fiamme Gialle sono quindi stati trasmessi alla Procura di Perugia, la quale ne ha condiviso gli esiti ed ha avanzato, al locale Tribunale, la richiesta di applicazione sia della misura di prevenzione personale che di quella patrimoniale.

Solo al termine di un’attenta disamina e del previsto iter procedurale, il Tribunale ha emesso il provvedimento odierno, che rappresenta il risultato della costante azione, svolta in sinergia tra la Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria, di aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, da restituire alla collettività.

VENEZIA. 72 PERQUISIZIONE IN TUTTA ITALIA. SEQUESTRATE 11 CARTE POSTEPAY ILLECITE ED UN SITO PER ILLECITA DIFFUSIONE DI CANALI TELEVISIVI A PAGAMENTO.

Nella mattinata di oggi la Guardia di Finanza di Venezia sta eseguendo il decreto di sequestro preventivo, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Teramo, di un sito internet utilizzato per la visione illegale di TV a pagamento, e l’ulteriore sequestro di 11 carte Postepay disposto dalla Procura della Repubblica di Teramo per il reato di illecita diffusione di servizi televisivi criptati tramite internet.

Contestualmente, in 32 province italiane, sono in corso le perquisizioni nei confronti di 71 persone coinvolte nel traffico e di 2 ricevitorie presso cui sono state effettuate le ricariche delle carte di pagamento, anch’esse delegate dalla Procura teramana. Le indagini sono state avviate all’inizio del 2019 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Venezia che, a seguito del monitoraggio del web, ha individuato un sito internet che, previa registrazione e contestuale versamento di una somma di denaro su apposite carte Postepay, consentiva a utenti privati di fruire indebitamente di abbonamenti alle principali TV e piattaforme a pagamento (SKY, DAZN, MEDIASET, INFINITY, SPOTIFY) per la visione di circa 50.000 contenuti di intrattenimento multimediale di vario tipo (cinema, eventi sportivi, serie TV ed altro).

Le investigazioni hanno permesso di accertare che nel sistema di frode sono coinvolti tre livelli:

  • il primo, costituito da 22 persone, che dopo aver decriptato il segnale illecitamente acquisito dalle principali piattaforme televisive a pagamento, lo hanno diffuso nella rete mediante apposito sito internet;
  • il secondo, costituito da 48 rivenditori, incaricati di ritrasmettere in modalità streaming i contenuti multimediali alla platea di clienti;
  • il terzo, costituito da oltre 65.000 clienti finali, che hanno visionato in chiaro tutti i contenuti multimediali dei canali televisivi a pagamento illecitamente offerti, dopo essersi registrati al sito e versato 10 euro al mese su apposite carte Postepay segnalate dall’organizzazione direttamente sull’account del cliente.

Dalle conseguenti indagini finanziarie è stato rilevato che le carte di pagamento erano gestite da 11 soggetti, i quali almeno una volta al mese provvedevano alla loro sostituzione per rendere più difficoltosa l’individuazione del titolare.

L’ammontare complessivo delle somme accreditate dai clienti sulle carte di pagamento è stato quantificato in 1 milione di euro all’anno, che è stato, a più riprese, trasferito su un conto corrente lituano e su rapporti bancari in Italia intestati ai gestori delle carte Postepay.

Gli interventi odierni, svolti in collaborazione con numerosi reparti della Guardia di Finanza e con la collaborazione tecnica della SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e la FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali), hanno consentito di oscurare il sito internet, allocato presso un provider di Milano, impedendone l’ulteriore utilizzo.

PISA. ARRESTATO UN PREGIUDICATO USURAIO. INTERESSI FINO AL 65% ANNUI.

Anche i 600 euro del bonus alle imprese, previsti dai recenti provvedimenti normativi per l’emergenza covid-19, utilizzati per il pagamento di una rata degli interessi. L’usuraio percepiva anche il reddito di cittadinanza. Disperazione e stanchezza sono i sentimenti che hanno spinto un imprenditore edile livornese di 45 anni a denunciare alla Guardia di Finanza una situazione che era divenuta insostenibile.

Il prestito, contratto nel mese di giugno del 2017, ammontante a 12 mila euro, era servito per pagare fornitori e dipendenti. fino alla operazione di oggi, l’imprenditore aveva restituito 18 mila euro a titolo di soli interessi ed eseguito lavori edili per 5 mila euro senza ottenere alcun pagamento.

Forse le difficoltà economiche aggravatesi con la crisi dovuta alla pandemia, forse i continui appelli delle Autorità in casi come questi a rivolgersi alle Forze di Polizia, forse l’ultima intimazione a fare richiesta del bonus per pagare gli interessi, sono stati i motivi che hanno dato il coraggio alla vittima di presentarsi alla Fiamme Gialle pisane. Dopo la denuncia, presentata nel mese di giugno scorso, sono iniziate le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Pisa, nel corso delle quali sono stati acquisiti numerosi riscontri alle dichiarazioni della vittima del reato.

All’ennesima consegna di denaro, presso l’abitazione dell’usuraio, questa volta c’erano anche i finanzieri che, dopo aver aspettato la consegna del contante, hanno fatto irruzione, procedendo all’arresto in flagranza di reato di c.v. (60 anni), pregiudicato, di origine campane, residente in provincia di Pisa, apparentemente senza alcuna occupazione ufficiale, titolare di reddito di cittadinanza, ma con evidenti disponibilità di liquidità.

Sono state contestualmente eseguite perquisizioni locali nelle province di Pisa e Livorno alla ricerca di ulteriori fonti di prova e per l’ identificazione di eventuali altre vittime. l’operazione odierna si inserisce in una serie di iniziative di carattere operativo messe in campo dalla guardia di finanza finalizzate ad impedire che capitali di origine illecita siano immessi nei circuiti dell’economia legale, attraverso l’elargizione di prestiti usurari o la rilevazione di imprese in condizione di difficoltà e vulnerabilità.

CATANIA. FERMATO LO SPACCIO AD ADRANO E 14 ARRESTI

Arrestate 14 persone responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di avere commesso il fatto al fine di favorire l’associazione di stampo mafioso, denominata “Scalisi”, radicata nel comune di Adrano (Catania). Due degli arrestati all’epoca dei fatti erano minorenni.

L’attività investigativa, avviata nel 2017 anche grazie alle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, ha consentito di scoprire l’esistenza di un’associazione per delinquere con la disponibilità di armi a cui a capo c’era un pregiudicato che, sebbene agli arresti domiciliari, aveva organizzato una piazza di spaccio davanti la sua abitazione, nel centro storico di Adrano.

Il criminale di fatto aveva trasformato la sua dimora in una base logistica dell’associazione dove veniva custodita non solo la droga ma anche gli incassi dell’attività illecita e le armi.

In particolare, il capo dell’associazione è stato tratto in arresto nel 2018 per il possesso di una pistola cal. 7,65 con matricola abrasa e relativo munizionamento, nonché di circa un chilo di marijuana e 30 circa grammi di cocaina.

Il pregiudicato deve rispondere anche di diversi episodi di evasione in quanto durante il periodo delle indagini, il criminale, incurante dei vincoli derivanti dalla sottoposizione al regime degli arresti domiciliari, è stato ripreso numerose volte mentre lasciava il suo domicilio.

Nel corso delle investigazioni sono state arrestate nove persone per il reato di detenzione ai fini di spaccio e sono stati sequestrati complessivamente circa 12 chili di marijuana e 250 grammi circa di cocaina.

In base alle cessioni e alle consegne registrate, si è stimato che la piazza di spaccio aveva un volume d’affari di circa mille euro al giorno.

TREVISO. RICICLAGGIO DI AUTO RUBATE, 12 INDAGATI.

Indagate 12 persone, di cui due in stato di arresto, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di auto di illecita provenienza, truffa aggravata e autoriciclaggio. L’operazione è stata condotta dalla Polizia stradale di Treviso in collaborazione con il compartimento del Veneto.

Uno dei due arrestati è un campione di rally che insieme all’altro arrestato, era a capo di una organizzazione criminale che riciclava auto rubate o sottratte a società di noleggio dopo averle “ripulite” nella Repubblica Ceca dove i mezzi (apparentemente regolari per le autorità ceche) venivano nuovamente immatricolati e poi re-immessi nel mercato italiano.

Nel complesso meccanismo messo in piedi dall’organizzazione un ruolo importante è stato svolto da due società operanti nel settore della compravendita di auto e di un’agenzia di pratiche automobilistiche che falsificava abilmente i documenti delle vetture.

Durante le indagini sono state sequestrate sette auto (Fiat 500, Smart, ecc.) e sottoposte a sequestro preventivo tre Ferrari (una F110 Testarossa, una F50 ed una F140 Enzo Ferrari)

“L’acquisto di auto usate a prezzi troppo vantaggiosi spesso nasconde spiacevoli sorprese per gli acquirenti che, comunque, dovrebbero sempre avere dei sospetti nel momento in cui non vengono fornite le doppie chiavi originali, dovrebbero far verificare la corrispondenza del telaio e diffidare di sistemi di pagamento in contanti o su carte prepagate” ha commentato Girolamo Lacquaniti dirigente del compartimento Polizia stradale del Veneto.