Mese: luglio 2020

REGGIO EMILIA. LA REGGIANA È IN SERIE B. KARGBO AFFONDA IL BARI.

La Reggio Audace vince, il Bari non trova le forze.

Dopo un primo tempo a reti bianche, con gara in mano ai padroni di casa, la Reggiana trova il gol decisivo al 5° minuto della ripresa con un colpo d’astuzia del giovane Kargbo, sfilato dalla marcatura di Ciofani colpisce di testa e ruba il tempo al portiere che può solo guardare il pallone entrare in porta.

Il Bari, nonostante una gara sottotono, cerca di pareggiare i conti trovando il gol pochi minuti dopo con Antenucci, il gol viene annullato per un presunto fallo di mano.

I padroni di casa fino alla fine attaccano la difesa barese ma senza trovare il colpo della sicurezza, che alla fine si rivela essere proprio l’unico gol sul tabellino.

REGGIO CALABRIA. GESTIVANO COCAINA PER MILIONI DI EURO, 12 ARRESTI

Arrestate a Reggio Calabria 12 persone, mentre altre 2 sono ancora ricercate, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. La metà di loro risulta già detenuta per altre cause.

operazione

L’indagine è stata sviluppata dal Commissariato di P.S. di Siderno a seguito della cattura di un latitante avvenuta nel 2016 nei Paesi Bassi. Durante le investigazioni i poliziotti hanno scoperto l’esistenza e l’operatività, nell’area ricompresa tra Bovalino, Careri e altri comuni della Locride, di una organizzazione criminale, con diramazioni in Puglia e Sicilia, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di sostanze stupefacenti.

Per i loro traffici l’associazione a delinquere disponeva di basi logistiche insospettabili, come a Condofuri, dove un camping veniva utilizzato come luogo sicuro dove trattare gli affari illeciti dell’organizzazione con alcuni narcotrafficanti colombiani e albanesi.

La droga, perlopiù cocaina, veniva confezionata in panetti sotto vuoto e trasportata a bordo di autovetture dentro vani segreti realizzati da meccanici di fiducia, muniti di telecomandi che azionavano i congegni elettronici di apertura.

In un’occasione gli appartenenti di una famiglia hanno consegnato in un giorno tra Taranto, Lecce e Brindisi, un quantitativo di cocaina equivalente a 340 mila euro; denaro anch’esso nascosto al ritorno nei vani segreti che portò uno dei corrieri a dire che “… la macchina le sta vomitando …”, volendo sottolineare che le banconote erano così tante da non essere contenute nel nascondiglio.

Tra le altre accortezze per parlare tra loro i criminali utilizzavano telefoni dedicati esclusivamente a tali comunicazioni, ricorrendo all’uso di termini criptici e allusivi per indicare lo stupefacente cambiando repentinamente e freneticamente schede telefoniche quasi sempre intestate a terze persone ed utilizzando sim card estere prive di intestatario.

Durante l’indagine i poliziotti hanno sequestrato diversi chili di stupefacente, tre fucili e tre pistole con relative munizioni. La droga movimentata nel periodo compreso tra ottobre 2015 e febbraio 2016 è stata di circa 160 chili di cocaina per un valore all’ingrosso di 7 milioni di euro.  

FOGGIA. SCOPERTA RETE DI DISTRIBUZIONE DI PEDOPORNOGRAFIA CON TARIFFARIO.

Scoperta dalla Polizia postale una rete di utenti italiani che su una piattaforma di messaggistica scambiava materiale pedopornografico realizzato anche da adolescenti. Il materiale veniva venduto online in base a un preciso tariffario legato alla tipologia di prestazione.

polizia postale

L’indagine è stata avviata a seguito della segnalazione dei genitori di un’adolescente di Foggia che, insospettiti dall’intenso utilizzo di alcuni social network da parte della figlia, notavano sul telefono della ragazzina la presenza di una chat in cui inviava immagini sessualmente esplicite.

Dall’accertamento sul dispositivo telefonico della minore, gli specialisti della Polizia scoprivano anche una sorta di listino prezzi per prestazioni di carattere sessuale online, con tariffe differenziate a seconda delle richieste: una videochiamata di 45 minuti costava 40 euro ma il cliente in omaggio riceveva 10 foto, un video e tre “dediche”.  Un’ora e mezza di videochiamata costava invece 50 euro. Per video sessualmente espliciti, accompagnati da foto ed audio in regalo, il costo era di 20 euro.

L’attività investigativa permetteva di identificare gli utenti che avevano effettuato i pagamenti per le prestazioni richieste, e far scattare le perquisizioni da parte della Polizia postale di Bari e Foggia, coordinati dal Cncpo (Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online e protezione dei minori) del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, nei confronti di 21 persone, tra minori e adulti, per il reato di divulgazione di materiale pedopornografico.

Le perquisizioni sono state eseguite in 12 regioni e hanno riguardato le province di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Agrigento, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.

Tra i destinatari figura un amico dell’adolescente, anch’egli minorenne, presunto ideatore del business, il quale, utilizzando l’account della ragazza, in cambio di piccole somme di denaro, si sostituiva a lei chattando con diversi utenti a cui prometteva l’invio di materiale di natura sessuale in cambio di corrispettivi in denaro.

Dall’attività svolta, che ha portato al sequestro di numerosi telefonini e computer, è emerso un quadro preoccupante sul crescente utilizzo distorto dello strumento informatico da parte di giovanissimi, inconsapevoli della portata delle azioni compiute, fino a realizzare attività delittuose di allarmante gravità.

Sono in corso, da parte degli esperti della Polizia postale, le analisi di tutti i supporti sequestrati al fine di acquisire le prove informatiche e verificare il coinvolgimento di altre persone e l’ambito di diffusione del fenomeno.

PISTOIA. SEQUESTRATA ATTIVITÀ COMMERCIALE PER INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pistoia hanno sottoposto a sequestro un esercizio commerciale (bar con annesso ristorante) ubicato in pieno centro a Montecatini Terme per infiltrazioni della criminalità organizzata.

Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pistoia sotto la direzione dell’A.G. di Pistoia, traggono spunto da autonome attività investigative svolte nei confronti di un soggetto di notevole spessore criminale, legato in passato al noto clan camorristico dei Terracciano, presente da diversi anni in Toscana.

In particolare, dalle complesse indagini è emerso che tale P.P. (di anni 50) figurava essere solo formalmente un dipendente dell’esercizio commerciale ma, di fatto, ne gestiva l’attività, mentre la titolarità della società era stata affidata formalmente (e quindi fittiziamente) a due prestanomi – tra cui la convivente. Tutto ciò al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali antimafia, essendo il soggetto già gravato da precedenti penali per reati specifici.

Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Pistoia – dott. Alessandro Buzzegoli – su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Pistoia – dott. Luigi Boccia – è stato eseguito nei confronti del citato soggetto, sottoposto alla misura degli arresti in carcere per il reato di trasferimento fraudolento di valori, mentre i due prestanomi sono stati denunciati in concorso a piede libero per la medesima ipotesi di reato.

Inoltre, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro l’attività commerciale di ristorazione e le quote societarie, nominando – su disposizione della Procura della Repubblica di Pistoia – un amministratore giudiziario per la prosecuzione della gestione dell’attività commerciale.

L’odierna attività s’inquadra nella strategia della Guardia di Finanza – sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pistoia – orientata anche ad individuare i segnali di “inquinamento” dell’economia della Provincia da parte di consorterie criminali, contrastando ogni forma di possibile arricchimento connessa alla disponibilità e all’investimento di capitali di provenienza illecita e/o allo sfruttamento della contingenza emergenziale.

ROMA. CONFISCATO DEFINITIVAMENTE IL PIÙ GRANDE CENTRO SPORTIVO DELLA CAPITALE.

I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito la confisca del “Salaria Sport Village”, il più grande centro sportivo della Capitale, acquistato dall’imprenditore D. A. con disponibilità finanziarie frutto di reati di evasione fiscale, riciclaggio e appropriazione indebita.

Il provvedimento si pone a conclusione della vicenda giudiziaria nel corso della quale il Tribunale capitolino – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, il sequestro – eseguito nel maggio 2014 – e la confisca di primo grado, poi confermata dalla locale Corte di Appello ed ora divenuta definitiva a seguito di pronunce della Corte di Cassazione.

Unitamente ad A. B., ex Provveditore per le Opere Pubbliche del Lazio e poi Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, A. è stato al centro delle indagini condotte sulla cosiddetta “cricca” degli appalti: un vero e proprio “sistema gelatinoso” – come fu definito da alcuni soggetti nel corso delle intercettazioni – che per oltre un decennio, dal 1999, attraverso sistematiche condotte corruttive e articolati illeciti tributari diretti a camuffare l’erogazione di “tangenti”, ha consentito l’assegnazione di importanti opere pubbliche, tra cui quelle relative ai “Grandi Eventi” (Mondiali di nuoto 2009, Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, vertice G8 all’isola de La Maddalena), ad un ristretto numero di imprese favorite, in primis quelle dell’imprenditore romano.

A. è risultato, allo stesso tempo, corruttore di B., che provvedeva ad assegnargli gli appalti, e suo “socio in affari”, mediante la costituzione in comune di società utilizzate per reimpiegare gli ingenti proventi illeciti.

Tramite una di queste aziende, la Società Sportiva Romana S.r.l., è stata portata a termine l’acquisizione del “Salaria Sport Village”, successivamente ampliato e rinnovato.

Gli approfondimenti economico-finanziari condotti dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno permesso di accertare come i flussi finanziari impiegati per l’operazione derivassero, attraverso vari passaggi, da imprese del gruppo A. aggiudicatarie di appalti assegnati da strutture dirette e/o influenzate da B..

Per effetto del provvedimento di confisca, lo Stato ha definitivamente acquisito l’intero capitale sociale della Società Sportiva Romana S.r.l. e il relativo compendio aziendale, costituito dal centro sportivo, composto da una club house, un bar-ristorante, un centro benessere, una palestra, uffici, foresterie, spogliatoi, impianti sportivi (tra cui due piscine olimpioniche), campi da calcio e calcetto, campi da tennis, terreni, aree verdi e parcheggi, per un valore complessivo di oltre 145 milioni di euro.

Nell’ambito del procedimento giudiziario è stato, tra l’altro, accertato il difetto di buona fede di un istituto bancario, che ha erogato due mutui per un importo complessivo di € 10.700.000, disponendo, pertanto, la cancellazione delle ipoteche iscritte a favore dello stesso ente creditizio.

L’odierna attività testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.