Mese: luglio 2020

BOLOGNA. SEQUESTRO DI OLTRE 57 MILIONI DI EURO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA.

In data odierna è stata data esecuzione al sequestro preventivo dell’intero capitale sociale della S. S.P.A, un procedimento penale a carico dei componenti il consiglio di amministrazione della S. s.p.a. e dei soci e amministratori della stessa “Sei s.p.a”.

L’ipotesi di reato per cui si procede è bancarotta fraudolenta per distrazione ai sensi del combinato disposto degli art. 216, 223 e 238 L.F, dopo che, nel febbraio 2020, la Procura della Repubblica di Bologna aveva avanzato al Tribunale per le imprese richiesta di declaratoria del fallimento della S. s.p.a.

Le complesse indagini delegate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna, oltre ad avere evidenziato la preesistenza di una condizione di incapacità economica di S. s.p.a., si sono incentrate su una operazione di scissione risalente al 2017 in virtù della quale numerosi asset immobiliari e partecipativi sono stati trasferiti in favore della neocostituita “S. s.p.a.” : estranea al “gruppo M.”, ma il cui capitale sociale è interamente detenuto dagli indagati. Il valore delle proprietà immobiliari trasferite è pari a circa € 57.639.632, 56 : valore netto depurato dei debiti contestualmente fatti gravare sulla società neocostituita “S. s.p.a”.

Accogliendo la tesi di questo ufficio inquirente, il Gip del Tribunale di Bologna ha ritenuto che sia stata indebitamente diminuita, per un pari valore, il patrimonio di S. s.p.a., in danno del ceto creditorio. La operazione di scissione ha così prodotto il consapevole depauperamento dei diritti dei creditori, risultando di natura oggettivamente e soggettivamente distrattiva e, quindi, penalmente inquadrabile nell’ipotesi della bancarotta fraudolenta patrimoniale, perseguibile anche nella fase di istruttoria pre-fallimentare. Il sequestro del capitale sociale di S. s.p.a. (e del relativo patrimonio aziendale) è finalizzato a impedire ulteriori pregiudizi in danno delle ragioni dei creditori S. s.p.a. che potrebbero derivare da atti di disposizione su quei beni: prospettiva che ha sostanziato, nella motivazione dei Gip di Bologna, l’urgenza di provvedere a istituire il vincolo di indisponibilità.

L’attività è stata resa possibile dall’approfondito e professionale impegno della Guardia di Finanza di Bologna, che ha consentito di ricostruire vicende economiche sottostanti particolarmente complesse, anche in ragione della concorrente pendenza di procedure concorsuali, in relazione alle quali si è in attesa delle decisioni del Tribunale fallimentare.

SALERNO. SEQUESTRATE 8 AZIENDE BUFALINE PER GRAVI VIOLAZIONI AMBIENTALI.

Tutte quelle aziende agricole con sedi attigue a corsi d’acqua affluenti del fiume Sele sono ora nel mirino delle Fiamme Gialle che, dall’inizio dell’anno, sono già intervenute presso oltre 20 allevamenti bufalini, per analizzare le modalità di gestione dei reflui zootecnici.

I militari della Compagnia di Eboli hanno scoperto, in questo modo, gravi illeciti relativi allo smaltimento dei liquami, che in molti casi venivano scaricati direttamente nei canali consortili, mediante sistemi di canalizzazione, pozzetti e tubazioni interrate realizzati ad hoc, contaminando gravemente il terreno e le acque circostanti, destinate a riversarsi poi in mare. Nel corso delle ispezioni sono state individuate anche numerose discariche abusive, con rifiuti “speciali” di ogni tipo, tra cui materiale inerte non trattato, ferro arrugginito, plastica e scarti di lavorazione di prodotti ortivi.

Delle 20 imprese bufaline verificate, nell’ambito dell’operazione denominata “Sele pulito”, ben 8 sono risultate non in regola con la normativa ambientale. Sono stati così denunciati all’A.G. di Salerno i rispettivi titolari, con il sequestro di aree aziendali per una superficie complessiva di oltre 118.000 mq. L’ultimo intervento dei Finanzieri ha interessato un’azienda di Eboli (SA), in località Campolongo, a poche centinaia di metri dal mare, dove, oltre allo sversamento illegale dei reflui, sono stati rilevati gravi maltrattamenti di animali: ad esempio, vitelli privi di lettiere ed acqua e, in alcuni casi, ammassati in box di ridotte dimensioni, senza alcuna possibilità di muoversi.

È quindi scattato il sequestro dell’intero complesso, di 20.000 mq. Spetterà al titolare, accusato di gravi violazioni ambientali e maltrattamento di animali, il ripristino dello stato naturale dei luoghi e la bonifica dell’intera area. Qualche giorno fa, a Serre (SA), le Fiamme Gialle hanno sequestrato un’altra azienda agricola di circa 32.000 mq, anch’essa dedita allo smaltimento illegale dei rifiuti. In questo caso, sono stati scoperti anche 2 lavoratori extra-comunitari “in nero”, con permesso di soggiorno scaduto.

FIRENZE. SEQUESTRATI BENI PER CIRCA 2 MILIONI DI EURO AD UN USURAIO.

I militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Firenze hanno eseguito un sequestro per sproporzione nei confronti di un imprenditore calabrese 51enne, residente nel pratese, mediante il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di circa 2 milioni e mezzo di euro.

Le indagini patrimoniali alla base dell’esecuzione dell’odierno provvedimento ablativo hanno tratto spunto da una precedente indagine penale coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal Dottor Giuseppe Creazzo, ed eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Firenze Oltrarno, a seguito di una denuncia presentata da un’imprenditrice fiorentina finita da qualche anno nella rete di un usuraio.

Gli approfondimenti investigativi, oltre a suffragare la denuncia iniziale, avevano permesso di individuare altri imprenditori locali vittime del medesimo reato da parte del destinatario dell’odierno sequestro, che aveva accordato in più circostanze prestiti a commercianti fiorentini a tassi superiori al 300% su base annua, chiedendo in un caso anche un’abitazione in ristoro del debito (la cui planimetria catastale fu trovata in possesso dell’imprenditore 51enne, durante la perquisizione).

In particolare, si erano rivolti all’usuraio, costretti da problemi finanziari, 6 titolari di bar, ristoranti e negozi del capoluogo toscano e dell’hinterland fiorentino, pattuendo la restituzione dei prestiti con brevissima scadenza, tra uno e tre mesi.

Grazie alle attività tecniche e di osservazione effettuate dagli operanti erano stati ricostruiti i vari momenti dell’attività criminosa, tra cui gli incontri nel parco delle Cascine con una delle vittime.

Il processo si era concluso con una condanna a 3 anni e 10 mesi di reclusione, 10.000 euro di multa e 19.500 euro di confisca a seguito di applicazione della pena su richiesta delle parti (cd. “patteggiamento”).

L’attività degli inquirenti, tuttavia, non si è fermata, all’aspetto penale, ma ha interessato anche la ricostruzione dell’origine di tutta la ricchezza accumulata dall’usuraio.

Una volta divenuta definitiva la pronuncia penale emessa, su impulso dell’Ufficio di contrasto dei patrimoni illeciti della Procura di Firenze, sono entrati in campo i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo e gli specialisti del G.I.C.O. della Guardia di Finanza nell’aggressione dei proventi illeciti, che hanno approfondito ogni dettaglio dell’asset patrimoniale del condannato o, comunque, a lui riconducibile.

L’art. 240-bis del codice penale, infatti, prevede la confisca dei beni di cui i condannati per determinati gravi reati, tra i quali l’usura, non possano giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risultino essere titolari o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito dichiarato (cd. confisca allargata o per sproporzione).

Si presume, in sintesi, che le spese che superano i redditi dichiarati siano finanziate con i proventi dei reati per i quali il soggetto è stato condannato. Si tratta di uno strumento di portata assai significativa in quanto riesce ad aggredire tutto il patrimonio a disposizione del nucleo familiare o di eventuali prestanome. L’attività del G.I.C.O. della Guardia di Finanza e del R.O.N.I. dell’Arma dei Carabinieri, quindi, si è sostanziata nell’esecuzione di analitici accertamenti patrimoniali nei confronti di 9 soggetti (5 persone fisiche e 4 persone giuridiche).

Si tratta di un’approfondita analisi di come e quando sono stati acquistati beni mobili e immobili dal nucleo familiare del condannato o da società e soggetti a lui riconducibili, i c.d. “prestanomi”, riscontrata con le fonti reddituali dichiarate al fine di accertarne la coerenza. Sono stati ricostruiti, pertanto, i redditi del nucleo familiare del soggetto per gli anni in cui ha effettuato l’attività di usuraio e confrontati con le spese documentate e quelle presumibili per le normali attività familiari, dimostrando che, nei 7 anni esaminati, il nucleo familiare del condannato aveva acquisito beni per alcune centinaia di migliaia di euro, in eccesso rispetto ai redditi dichiarati.

Da qui la presunzione che tutto il patrimonio fosse inquinato dalla provenienza illecita dei proventi e la conseguente proposta di sequestro patrimoniale, oggi eseguito congiuntamente da Guardia di Finanza e Carabinieri.

Nel complesso, sono stati oggi sottoposti a sequestro sedici rapporti finanziari, due autoveicoli, una quota sociali e tre fabbricati, per un valore totale di circa due milioni e mezzo di euro.

L’attività assume l’ulteriore rilievo che si tratta della prima confisca per sproporzione eseguita dal Tribunale di Firenze in fase successiva alla condanna e conferma le potenzialità di questo strumento nell’aggressione patrimoniale della criminalità, potendo andare ad interessare non solo il provento o il frutto del reato, ma tutto il patrimonio riconducibile all’indagato.

ALESSANDRIA. INTERVENTI DELLA POLIZIA MUNICIPALE IN CITTA’.

COMUNICATO STAMPA

Il personale della Polizia Locale è intervenuta Questa mattina in V.le Brigata Ravenna per effettuare i rilievi di un incidente stradale con feriti avvenuto tra due veicoli provenienti da direzioni opposte.

foto archivio Polizia Locale

Sul posto, a bordo del veicolo marca Ford modello Ka, erano presenti la conducente e la di lei figlia maggiorenne, mentre non c’era traccia del conducente dell’altra auto, una Alfa Romeo modello 156.

Le due donne rimaste ferite nell’impatto sono state trasportate presso il pronto soccorso per le cure del caso ma, le loro condizioni non sembrano destare grosse preoccupazioni.

Il veicolo Alfa Romeo è stato sottoposto a sequestro giudiziario così come alcuni effetti personali rinvenuti al suo interno. Sono in corso accertamenti volti a ricostruire la dinamica del sinistro e all’individuazione del responsabile dell’omissione di soccorso.

Durante i rilievi, in C.so T. Borsalino, poco dopo la rotonda, una ragazza di etnia ecuadoregna veniva investita da un veicolo proveniente da Spalto Borgoglio.

La ragazza è stata trasportata presso il pronto soccorso per le cure del caso ma, anche per lei, le condizioni di salute non destano preoccupazione.

Un altro incidente stradale in v. Savona tra un motociclo ed un’autovettura è stato rilevato da personale del Comando, ma fortunatamente in questo caso nessuno dei conducenti coinvolti ha riportato ferite gravi.

L’attività di prevenzione e controllo della Polizia Locale di Alessandria si è sviluppata la scorsa settimana per effettuare interventi a seguito delle segnalazioni pervenute alla Centrale operativa.

Il Nucleo di polizia Giudiziaria a seguito di denuncia di furto di una bicicletta è riuscita a risalire a un cittadino italiano di 67 anni senza fissa dimora risultato in possesso di 5 biciclette del quale non è riuscito a definirne la provenienza.

Per questo motivo l’uomo è stato denunciato a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria e le biciclette sottoposte a sequestro giudiziario , finalizzato alla verifica di una loro possibile provenienza furtiva.

Il personale del Nucleo operativo distretto Centro durante l’intervento per un incidente stradale, in via don Giovine alle ore 21.30 nel quale sono rimasti coinvolti una autovettura ed un autocarro, ha rilevato che una delle persone coinvolte sottoposta ad alcoltest è risultata in stato di alterazione psico fisica correlata alla assunzione di bevande alcoliche con valore di oltre 4 volte il limite massimo consentito dalla legge e pertanto è stato denunciato per il reato di guida in stato di ebbrezza oltre al ritiro la Patente di Guida.

ALESSANDRIA. CALCE SU STRADA PUBBLICA:INTERVENTO DEGLI ISPETTORI AMBIENTALI.

Alessandria, 22 luglio 2020

COMUNICATO STAMPA

Intervento degli Ispettori Ambientali a tutela della pubblica incolumità

A seguito di una segnalazione dell’Ufficio Welfare Animale del Comune di Alessandria, gli Ispettori Ambientali sono intervenuti in Città, rilevando la presenza di una cospicua quantità di calce su una strada pubblica.

Sono stati prontamente individuati i due responsabili che hanno dichiarato di aver cosparso inconsapevolmente la sostanza per inibire le deiezioni canine. “ Si tratta di una pratica che ancora oggi viene ritenuta erroneamente efficace – ha commentato l’assessore al Welfare Animale, Giovanni Barosini -.

In realtà non è affatto un deterrente e, anzi, può provocare molti danni all’animale che accidentalmente ne viene a contatto, essendo causa di irritazione delle mucose e delle vie respiratorie. Inoltre, bastano anche poche gocce di pioggia per creare una miscela altamente tossica che potrebbe comportare gravi danni in termini di salute sia per i nostri amici animali che per le persone di passaggio ”.

Il regolamento comunale in materia di Tutela Animali (art.12 comma 1) stabilisce che : “ E’ severamente proibito a chiunque utilizzare in modo improprio, abbandonare, spargere e depositare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocive, compresi vetri, plastiche e metalli su suolo pubblico.

Il divieto si applica anche a qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che lo ingerisce ”. “La presenza di questa sostanza, tossica per gli animali e per le persone, costituisce una violazione delle nostre norme comunali e,pertanto, ringrazio gli Ispettori Ambientali per esser prontamente intervenuti e aver richiamato i responsabili, in modo che questo episodi come questo non abbiano a ripetersi” ha concluso Barosini . I responsabili sono stati sanzionati e la calce è stata immediatamente rimossa.