ANNUNCI ECONOMICI

ROMA. LA RETE AUTOSTRADALE TORNA SOTTO IL CONTROLLO PUBBLICO. BENETTON SOTTO IL 10% AZIONISTA DI MINORANZA

Accordo governo Benetton

Una notte di trattativa tra Governo e Autostrade per cambiare il volto di Autostrade: il controllo passa allo Stato con Cdp, accantonata la revoca, ma Benetton sotto il 10%.

Cambio di guardia per la rete autostradale, che il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha definito in modo trionfale come il ritorno “a cioè che era sempre stato loro”.

La cifra che lo stato metterà sul piatto sono 3 miliardi attraverso la Cassa Depositi e Prestiti per acquisire il controllo della società.

I soldi sono pubblici perché i soldi sono del risparmio postale degli italiani e tutti gli investimenti avranno un ritorno remunerativo, ma la cifra di tre miliardi è ballerina per varie ragioni, ma è quella che viene accreditata da tutti gli attori coinvolti nella partita. 

L’aumento di capitale a cui parteciperà Cassa depositi e Prestiti sarà realizzato dopo la valutazione di Autostrade perché solo dopo aver stabilito il valore della società si potrà fissare la cifra per realizzare l’aumento di capitale attraverso l’iniezione di soldi da parte di Cpd in Autostrade.

Lo stanziamento di 3 miliardi servirà per controllare il 33% della società, ma gli investimenti saranno aperti anche ai privati anche se prima dovrà essere fissato il nuovo regime tariffario, che porterà contemporaneamente l’ingresso di Cdp e Atlantia che venderà il 22% delle sue quote azionarie mentre in pole position per l’acquisto di altre quote societarie ci sono il fondo americano Blackstone e australiano Macquarie, che insieme potrebbero avere con il 55% della nuova Autostrade il controllo della nuova società insieme a Cdp.

L’ingresso della Cassa e di altri investitori istituzionali comporterà la messa in minoranza di Benetton, che finirà in minoranza mentre dentro resteranno il colosso tedesco Allianz e i cinesi del fondo Silk Road, ma con quote meno importanti. 

La nuova società che controllerà la rete autostradale cambierà aspetto in un anno e richiederà una operazione che coinvolgerà Cdp e investitori istituzionali in attesa dello scorporo che vedrà Autostrade fuori dal controllo di Atlantia.

Le azioni di Atlantia saranno redistribuite tra i soci in base ai nuovi equilibri che si sono determinati con l’ingresso di Cdp e degli altri soci.

Ai Benetton resterà l′11% di Autostrade e saranno estromessi dal consiglio di amministrazione, contestualmente verranno quotate in Borsa un corposo pacchetto di azioni collocato a Piazza Affari. 

Il peso di Benetton potrebbe ridursi ulteriormente fino ad azzerarsi se decideranno di vendere le quote che gli sono rimaste. Atlantia si è offertadi percorrere una seconda via: cedere l’intera partecipazione a Cdp e a investitori istituzionali di suo gradimento.

La nuova Autostrade sarà comunque una public company, una società con un azionariato molto diffuso dove i Benetton perderanno il controllo della società. 

Il controllo passerà allo Stato e Atlantia sarà ridotta al lumicino mentre l’approdo in Borsa ridimensionerà e sterilizzerà la società che non sarà più classificabile come una società dei Benetton. 

Ma ai Benetton resterà la soddisfazione di aver evitato l’allontanamento coatto da parte del Governo. 

Il processo del nuovo scenario, che mette da parte la revoca della concessione ad Autostrade, partirà il 27 luglio, quando Cdp potrà iniziare ad avviare il negoziato per entrare in Autostrade. 

La Cassa Depositi e prestiti ha regole non derogabili, uno Statuto, un consiglio di amministrazione che dovrà approvare l’operazione.

L’obbiettivo legato agli investimenti di Cdp sarà quello di garantire lo sviluppo economico e delle infrastrutture del paese inquadrato in una logica industriale.