Il primo passo: impedire l’ampliamento della produzione di cC6o4 Ma per rendere Spinetta un luogo vivibile occorrono: bonifica integrale, blocco totale degli sversamenti con completa messa in sicurezza, screening medico su tutta la popolazione coinvolta, riconversione della produzione di Solvay in linea con il rispetto ambientale e della salute pubblica.
Martedì 23 il presidio. È stata fissata per martedì 23 giugno la Conferenza dei Servizi in cui si dovrà decidere se concedere a Solvay l’ampliamento alla produzione di cC6O4. Noi del Comitato Stop Solvay ci saremo e organizzeremo un presidio all’ingresso della Conferenza dei Servizi in via Galimberti a partire dalle 10.00, per ribadire la nostra strenua contrarietà a questa concessione e per continuare la nostra battaglia per rendere Spinetta un luogo vivibile e tutelare la salute dei suoi abitanti.
Ormai tutti sappiamo che il cC6O4 è un Pfas di nuova generazione, quindi appartenete alla famiglia di quelle sostanze che nel mondo hanno ammalato e ucciso migliaia di persone (in Italia ce lo dimostra tragicamente il caso Miteni in Veneto). Oltre alla pericolosità della sostanza, abbiamo sempre più conferme che lo stabilimento Solvay di Spinetta sia incapace a gestire in modo efficace le sostanze velenose che produce, sversandole nell’ambiente e colpendo territorio e popolazione.
La barriera idraulica che l’azienda ha presentato come efficace misura per impedire eventuali fuoriuscite ha, infatti, dimostrato la propria inadeguatezza alla prima difficoltà: lo scorso autunno non è riuscita a contenere il cC6O4 a causa delle piogge abbondanti – come la stessa Arpa ha dovuto ammettere – e per questo l’acquedotto di Montecastello è stato chiuso .
Ribadiamo la gravità inaudita di questo evento. Solvay è una bomba i cui effetti si riversano a 20 chilometri di distanza. Avvelenare l’acqua pubblica dell’acquedotto di una comunità, il bene essenziale più importante, dovrebbe cancellare ogni dubbio sulla scelta da fare alla Conferenza dei Servizi. In questi ultimi giorni si sono susseguite svariate dichiarazioni imbarazzanti, anche da parte di esponenti della Giunta comunale di Alessandria. Ricordiamo le incredibili parole dell’Assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Barosini, che cercava di barattare la salute e la sicurezza degli spinettesi con un fantomatico secondo ponte sul Bormida, appellandosi alla “generosità” di Solvay.
Noi al contrario crediamo che si debba partire da pochi e chiari punti, per invertire la situazione di Spinetta: bonifica integrale blocco totale degli sversamenti con completa messa in sicurezza screening medico su tutta la popolazione coinvolta riconversione della produzione di Solvay in linea con il rispetto ambientale e della salute pubblica. Impedire l’ampliamento della produzione di cC6O4 è il primo passo , l’unica decisione possibile, quella che ci aspettiamo da amministratori e istituzioni con a cuore realmente il bene degli abitanti di Spinetta e non solo. Viste la situazione attuale e la necessità di approfonditi controlli su un vasto territorio, non è il tempo dei rinvii o delle mezze misure che permetteranno a Solvay di ripresentarsi con nuove pretese.
Il presidio di martedì 23 giugno alle 10 sarà il momento in cui ribadiremo la contrarietà all’ampliamento e le nostre richieste e siamo felici di informare che ospiteremo una delegazione del Comitato veneto delle Mamme No Pfas , che avevamo già avuto l’onore di incontrare all’assemblea pubblica a Spinetta a febbraio e che ringraziamo per il sostegno e la solidarietà. Un secolo di morti e veleni può bastare.
Alessandria, 18 giugno 2020
COMUNICATO STAMPA
E’ prevista per martedì 23 giugno prossimo la Conferenza dei servizi sull’istanza presentata dalla Solvay Solexis per l’estensione della produzione e uso di C6O4.
La sostanza, al momento, non è soggetta a limitazioni sia nella legislazione europea che nazionale, solo la Regione Veneto ha legiferato imponendo limitazioni.
Tuttavia l’accertata presenza del Pfas C604 nelle acque di falda, al di fuori del perimetro dello stabilimento, impone cautela nella valutazione dell’istanza.
“ La presenza di Pfas C604 nelle acque di falda – dichiarano il sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e l’assessore all’Ambiente, Paolo Borasio –, denuncia che evidentemente vi sono perdite dallo stabilimento Solvay e che quindi allo stato attuale dei fatti non ci sono possibilità di dare un parere positivo ad un’estensione della produzione di sostanze, peraltro di nuova generazione e per le quali non sono state ancora previste limitazioni. Inoltre non è esattamente chiaro, ad oggi, da dove provengano esattamente le perdite della sostanza.
Per queste ragioni l’Amministrazione Comunale, pur non essendo pregiudizialmente contraria all’ampliamento, esprimerà il parere che l’autorizzazione all’estensione della produzione e uso di cC6O4 possa essere rilasciata solo dopo che la ditta Solvay avrà individuato l’esatta origine delle perdite che hanno causato e causano la dispersione in falda del composto, unitamente a una stima dei quantitativi di prodotto rilasciati nel tempo, qualora possibile, e non avrà messo in atto tutte le misure necessarie a far cessare le perdite ”. “ La tutela della salute pubblica resta comunque l’obiettivo primario dell’amministrazione Comunale e non possiamo che essere estremamente prudenti – concludono il Sindaco e l’assessore –; resta peraltro urgente che le normative europea, nazionale e regionale definiscano limiti precisi ai quali attenersi. Trattandosi di una sostanza di nuova generazione è fondamentale avere parametri di riferimento ben circostanziati. Vogliamo comunque ricordare che i controlli proseguono”
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