Le foto sono ripresa da scene di vita quotidiana, Alecomics e Sagre dei paesi di Asti.
L’assessore alla sicurezza, Mario Paganini, ribatte alle polemiche: “Sono tutt’altro che bacchettone”, esponente tecnico della giunta di Alessandro Canelli a guida leghista.
Dalle opposizioni l’e’ex sindaco Ballaré annuncia che si rivolgerà al prefetto e intanto affonda il dito nella piaga del regolamento comunale: “Ho l’impressione che abbiano fatto un copia-incolla di norme dai regolamenti della altre città per mettere insieme tutta la casistica. Ci rivolgeremo al prefetto che è il responsabile della sicurezza della città”.
Durante le varie guerre che si sono succedute in Medio Oriente l’estremismo islamico,dalla Siria all’Afganistan, ha fatto scuola, ha ucciso cittadini accusati di essere omosessuali lanciandoli dai tetti dei palazzi, ucciso donne considerate blasfeme,donne che hanno sfidato i Talebani mettendo a rischio la propria vita per godere del vezzo tutto femminile di colorarsi le unghie delle mani o dei piedi, molte hanno pagato con la vita il ritorno al passato, ai riti tribali che pensavamo essere stati relegati alla storia e che invece periodicamente ritornano prepotentemente a terrorizzare la vita delle persone.
L’Italia sta vivendo,ma è bene chiarire che non è da ora, il ritorno al medioevo, ad una sorta di tribunale della Santa Inquisizione, dei divieti, anche quelli considerati più assurdi nella società del XXI secolo, il terzo millennio. Dai bacchettoni delle ordinanze che vietano di percorrere i budelli delle cittadine liguri in costume da bagno, al divieto di giocare a palla e sedersi sulle panchine nei parchi pubblici, utilizzare l’altalena per i ragazzi che hanno più di 14 anni, giocare una partitella a pallone nel campetto adiacente al campo sportivo regolamentare l’elenco è lunghissimo e farebbe sorridere se ogni giorno non avesse la sua pena da scontare. Ragazzi multati perché sorpresi a giocare a pallone nel campetto da calcio, bambini multati perché intenti a giocare nel parco o andare sull’altalena. L’assessora che si lamenta dell’altalena usata dai ragazzini stranieri, scusate dimenticavo “prima gli italiani anche sulle altalene”.
Novara scopre i divieti, ma non è l’unica, e nel regolamento scrive: “mostrarsi in pubblico in abiti che offendano il comune senso del pudore”. Interessante! Gli stilisti sono avvertiti, da oggi solo vestiti che coprano le donne, (ma solo le donne?) fino ai piedi, e in considerazione del fatto che nel medioevo le caviglie erano considerate “sexi”, un “saio” che spolvera le strade mentre si cammina potrebbe andare bene, anche un modello burka va bene.
Vietato immergersi nelle fontane, i turisti a Roma in estate fanno scuola, ma a novembre a Novara sarebbe una follia da broncopolmonite . Legare le bici ai pali, bere alcolici oltre un certo orario fuori dalle aree autorizzate.
Le bici legate ai pali potremmo anche farlo passare se ci sono le apposite griglie o stalli dove legarle, ma bere alcolici fuori orario e in aree non autorizzate ce lo devono proprio spiegare. Dove e quali sono le aree autorizzate per bere gli alcolici? La città di Novara,ma non solo, oltre ai quartieri a “luci rosse” dovrebbe attrezzarsi di un quartiere con fontane dove scorrano fiumi di Grappa e Vino. Vietano le fontanine per far dissetare i “barboni” che vivono per strada e ne impiantano altre per gli ubriaconi?
Il nuovo regolamento della polizia municipale di Novara, votato dalla maggioranza di centrodestra, bocciato dal centrosinistra e l’astensione del M5s ha creato un certo imbarazzo, qualche alzata di sopracciglio e qualche risatina per il cmabio di vita dei suoi cittadini.
Norme che richiamano il moralismo bigotto di una certa classe politica, a cui piace la donna accanto ai fornelli che sforna figli come fossero fagottini di una nota marca ch produce tortine da magiare a merenda e colazione.
Il comune senso del pudore, norme moraliste, l’abbigliamento contrario al “senso del pudore” che in chiesa ha un valore,ma per strada ne ha un altro.
L’assessore alla sicurezza,Mario Paganini, premette, perché le premesse sono sempre necessarie come quando un comico in un noto programma premetteva: “non sono io che sono razzista, ma è lui che è napoletano”. Allo stesso modo l’assessore premette: “Sono tutt’altro che bacchettone, spiega l’assessore alla sicurezza Mario Paganini, esponente tecnico,nonché luogotenente della Guardia di finanza, della giunta leghista di Alessandro Canelli. È la Cassazione che ci dice cosa è il senso del pudore. Una maglietta ‘sconcia’ per strada ha un valore, in chiesa ne ha un altro”.
La regola ha suggerito all’assessore come scrivere la norma: “abbiamo cercato di scrivere una norma senza nessuna pretesa di moralità: è un piccolo precetto da seguire, da contestualizzare e da verificare caso per caso”.
Novara non ci sembra uno dei luoghi descritti nel “Decamerone”, nemmeno un girone dell’inferno dantesco e neppure un luogo di perdizione dovuta al peccato della carne, o magari lo è,ma a noi non è dato di saperlo e allora viene da chiedersi quale comportamento abbia giustificato l’esigenza di imporre queste regole.
La prostituzione su strada? No.
Esiste una norma specifica “’l’articolo 20 è una norma specifica”: “È fatto divieto di concordare e contrattare prestazioni sessuali su tutto il territorio comunale con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che, per il loro atteggiamento, abbigliamento o modalità di approccio manifestino l’intenzione di esercitare prestazioni sessuali”, legge firmata Paganini.
I motivi che hanno spinto la Lega a regolamentare contro l’abbigliamento poco pudico pare nascano da alcuni episodi dell’ultimo gay pride come spiega il capogruppo del Pd e ex sindaco di Novara, Andrea Ballaré: “Mi viene il sospetto che l’abbiano fatto per un episodio accaduto all’ultimo gay pride, che non fu patrocinato dal Comune. C’era una persona con il seno in bella vista”.
Paganini ammette la difficoltà che quel caso (tra l’altro raro se non unico) ora potrebbe aumentare i dubbi dei vigili novaresi: che cosa viola quella regola? Chi multare e in quali occasioni? “Potrebbe anche rimanere inapplicata”.
Vietato legare le biciclette al palo, il seguito di una norma del regolamento vigente nel ventennio: “Per attualizzare il regolamento originario agli anni Venti abbiamo trasformato delle ordinanze, che devono essere ‘contingibili e urgenti’ e non possono essere reiterate, e le abbiamo trasformate in norme del regolamento”.
La norma che nei fatti avrebbe dovuto limitare il parcheggio selvaggio di biciclette alla stazione ha finito per vietare di parcheggiare le biciclette ai pali di tutta la città: “L’opposizione voleva che la regola valesse soltanto per le bici abbandonate, ma come può un agente capirlo?”. Attenzione ciclisti che parcheggiate a Novara: “multe a tutti, in attesa che vengano montati i nuovi stalli per le biciclette”.
Ma il nostro solerte assessore non ha ancora finito di stupirci perché: “L’articolo 34 è incredibile, fa notare la consigliera Pd Sara Paladini a La Stampa, perché vieta ai circoli e ad attività artigianali dell’alimentare, come le panetterie, di vendere qualsiasi bevanda in contenitori di vetro: allora non devono più vendere latte, vino e birra? È una penalizzazione grave per i piccoli negozi”.
L’assessore, però replica: “Ne abbiamo discusso in due commissioni e l’opposizione non ha presentato emendamenti per questo articolo.
Per l’ex sindaco Andrea Ballaré: “Ho l’impressione che abbiano fatto un copia-incolla di norme dai regolamenti della altre città per mettere insieme tutta la casistica. Ci rivolgeremo al prefetto che è il responsabile della sicurezza della città”.
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