La notizia della denuncia per diffamazione contro Matteo Salvini da parte di don Massimo Biancalani ci da lo spunto per una breve riflessione:lo slogan “Prima gli italiani”.
Nella foto il sindaco di Riace Mimmo Lucano.
“Prima gli italiani” è uno SLOGAN dal significato tanto profondo quanto controverso.
Don Biancalani ha querelato Matteo Salvini per diffamazione a mezzo stampa, ma non si capisce se ha querelato il ministro dell’interno oppure il leader della Lega. Questo lo si capirà quando la Procura formulerà le accuse, per ora sappiamo solo che don Massimo Biancalani lo ha querelato e al quale( don Massimo ovviamente) il Quotidiano on line esprime tutta la solidarietà della redazione ed un “fortissimo in bocca al lupo”.
Siamo faziosi e lo sappiamo, ma ne siamo fieri.
Prima di parlare brevemente della notizia della querela vogliamo parlarvi invece di quanto sia velenoso e pericoloso lo slogan:” Prima gli italiani”.
Questa mattina, come ieri, mi sono recato in città e ho parcheggiato la mia auto di lusso, Fiat panda classic easy (alimentata a gas e benzina) nel parcheggio di piazza Libertà di Alessandria, di fronte a Palazzo Rosso sede del comune di Alessandria e residenza temporanea (a scanso di equivoci:nel senso di ufficio occupato dal sindaco) del sindaco, il Conte Gianfranco Cuttica di Revigliasco. Ma sindaco sei conte o non lo sei, è da quando ti hanno eletto che me lo sto chiedendo?
Nota: in Alessandria tutti ricevono le i video proclami del sindaco tranne il sottoscritto. Sono stato “bannato” perché impertinente? No, non sono stato “bannato”, ma tanto non ricevo ugualmente le notifiche del sindaco su facebook tranne i comunicati ufficiali del comune.
Chiedo scusa per la licenza poetica e ritorno all’argomento in questione.
Questa mattina parcheggio la mia lussuosa Fiat Panda easy classic in piazza Libertà e fin qui niente di male, lo ho fatto anche ieri, ma quel che è accaduto dopo lascia sconcertati.
Ritorno in piazza, sono circa le 19.00, e mi avvicino alle macchinette automatiche per il pagamento del pedaggio o parcheggio dove sostavano due zingare, o almeno dall’aspetto potevano sembrarlo, ma niente di male sono abituato a vederle stazionare in piazza Libertà, sotto il comune per chiedere qualche monetina agli utenti del parcheggio ( come al solito se la monetina gliela sporgi ti ringraziano altrimenti niente, garbate ed anche educate fanno finta di niente), ma quel che mi ha lasciato interdetto è stato di non vedere la solita amica, ormai siamo quasi diventati amici anche se quando è al cellulare cerca di nascondersi per non farsi vedere( cellulare di quelli che si usavano nel secolo scorso per intenderci) , rumena a chiedere la monetina, ma due signore abbastanza attempate, chissà se poi è vero che sono attempate. Sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco mi spiace, ma ancora una volta ho disobbedito, civilmente ovvio, alla ordinanza che vieta di fare l’elemosina e avendo ricevuto come resto 80 centesimi, 30 cent li ho lasciati in donazione e 50 li ho messi in tasca per il carrello della spesa.
Questa mattina la storia si è ripetuta uguale a se stessa,però con una differenza che alle macchinette automatiche c’erano due italiani, abbastanza attempati anche loro forse, anche perché quando si è poveri, trasandati si da sempre l’impressione di essere vecchi. Stessa scena, che fare?
Scherzando con loro ho detto: “arrivate tardi perché la monetina lo donata alle signore che vi hanno preceduti” mentre ritiravo il resto, 50 cent, uno dei due mi ha, scherzando, mi ha detto: “ma li hai dati alle zingare! Noi siamo italiani, “prima gli italiani”. Non lo sai? lo ha detto Salvini”.
Tanto sapevo già che i 50 cent di resto glielo avrei regalato, come del resto ho fatto con il ragazzo di colore che staziona davanti ad un supermercato ed è stato l’unico che mi ha aiutato quando in difficoltà con la moto mi ha dato una spinta per farla partire.
L’ho rincontrato, una domenica, qualche tempo dopo e riconoscendomi mi ha chiesto: “sei andato a Messa questa mattina? Io sto tornado dalla Messa”, magari ha messo qualche monetina nella cassetta delle elemosine.
Piccole cose sindaco, piccoli segnali, ma che fanno pensare.
Torniamo al nostro mendicante di piazza Libertà, proprio lì sotto il naso del sindaco, a chiedere qualche spicciolo.
Dopo avergli lasciato i 50 cent di resto, meravigliato mi ha chiesto: “ma tu voti per Salvini? Fossi matto, neanche per sogno gli ho risposto”.
Altra domanda:” Ma allora per chi hai votato alle elezioni? Per il Partito Democratico, gli ho risposto deciso”.
La sua analisi politica è stata sorprendente.” Certo che anche Renzi ne ha combinate!”.
Certo sindaco, ne dobbiamo ancora fare di strada prima di capire che la povertà, in qualsiasi modo si manifesti, è un fenomeno sociale e non un problema di ordine pubblico.
Comunque la si voglia vedere, attraverso un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, il tema della povertà coinvolge tutti e non può essere affrontato come un problema di ordine pubblico, deve essere compreso nella sua interezza: “la povertà è un fenomeno che colpisce le famiglie, gli individui, la classe media diseredata dalla crisi economica, i lavoratori che perdono il lavoro, con il lavoro la casa e la dignità, i giovani precari che hanno di fronte due sole strade, appoggiarsi alla famiglia e continuare ad essere precari oppure emigrare, esattamente come fanno tanti giovani dall’Africa. Tanti giovani dall’Africa con le braccia forti e il fisico in grado di affrontare un viaggio della speranza che dura mesi, anni e che spesso finisce nelle galere libiche oppure in fondo al Mediterraneo”
E’ di questa sera la notizia chela Pernigotti chiude, ma a rischio restano lo stabilimento dell’Ilva di Novi Ligure di cui non si conosce il destino, almeno fino a quando non verrà presentato il piano industriale, ma nessuno spiega quale sarà il futuro dei lavoratori della Pernigotti o eventualmente dell’Ilva o di altre aziende in crisi.
Nessuno che spiega a questi lavoratori che pure, in parte, hanno votato per questo governo, Lega e M5s, quale sarà il loro destino.
Reddito di Cittadinanza,forse 780 euro al mese, con mutuo, affitto, moglie e figli da mantenere e mandare a scuola, oppure la cassa integrazione, la Naspi e con quale futuro, quale speranza per un domani migliore, quale incubo per un futuro che già si presenta scuro, nero come la pece senza speranze, senza vie di uscita da una condizione che inevitabilmente, inesorabilmente poterà questi lavoratori alla povertà se non all’indigenza.
La povertà dunque come fenomeno sociale in crescita, un disvalore che colpisce tutti indiscriminatamente a cui non sappiamo dare risposte adeguate e che comunque non possono essere il reddito di cittadinanza, la cassa integrazione e neppure la Naspi.
Uno stato che voglia essere tale dovrebbe tutelare i più deboli, gli indigenti attraverso forme di solidarietà e sopratutto investimenti. Investendo nel futuro, nell’ambiente, nel potenziale umano, in una economia che non metta in competizione uno contro l’altro,ma che sia in grado di soddisfare le esigenze di tutti. Utopia? Forse,ma dall’utopia sono nati i grandi cambiamenti socio-economici.
Vogliamo sfidare l’Europa e i suoi burocrati? Bene allora facciamolo, ma spieghiamogli che lo sforamento del deficit non serve a creare clientelismo e consenso elettorale, ma posti di lavoro, salvaguardia dell’ambiente, sviluppo economico, solidarietà, emancipazione dell’individuo attraverso il lavoro, la creatività e il rifiuto della rassegnazione.
Matteo Salvini denunciato per diffamazione aggravata a mezzo stampa, calunnia e omissione di atti d’ufficio.
Questi sono i reati contestati al ministro degli Interni,Matteo Salvini, nella querela presentata da don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro, a Pistoia, impegnato da tempo nell’accoglienza ai migranti.
La querela depositata alcuni giorni fa è stata diffusa dal quotidiano “Il Tirreno”.
Nella contestazione contro il ministro emergono alcuni particolari in riferimento ai commenti di Salvini su facebook pubblicati il 28 agosto scorso,pubblicati sul proprio profilo in seguito su Twitter, dopo la diffusione della notizia della chiusura del centro di accoglienza di Vicofaro per motivi di sicurezza: “Tempi duri per il prete che ama attaccare me e circondarsi di presunti profughi africani, ancora un po’ e la canonica scoppiava… Chiuso”.
In un tweet il ministro aveva parlato non più di “presunti profughi”, ma di “clandestini africani”.
In entrambi i post aveva pubblicato la foto don Massino Biancalani abbracciato a un migrante.
Il Tirreno spiega che don Biancalani, assistito dall’avvocata Elena Baldi, afferma che le persone ospitate nella sua parrocchia non sono né “presunti profughi né clandestini”, ma migranti censiti dalla prefettura.
Don Massimo Biancalani ha querelato, sempre per il reato di diffamazione, anche 22 utenti che hanno lanciato insulti e offese nei suoi confronti sotto il post del ministro.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.