ANNUNCI ECONOMICI

ROMA. IL GOVERNO DELLA DEMENZA PREPARA LA BALCANIZZAZIONE DELL’ITALIA.

La machina  del tempo riporta indietro la memoria gli ignavi e i dementi agli anni ’90, la dramma Jugoslavo, alla disintegrazione di uno stato per creare tanti staterelli in cui ha prevalso l’egoismo sulla solidarietà.

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La premessa è necessaria perché se da una parte si muovono forze oscure, ma non troppo che fanno capo al ministro sovranista pronte a comprare a prezzi di saldo le macerie dello stato italiano, dall’altro si muovono forze secessioniste che non hanno mai rinunciato e tantomeno tolto dallo statuto l’idea della secessione del nord dal resto d’Italia e la creazione di macroregioni confederate tra loro.

Il rischio disintegrazione dello stato italiano è attuale e pericolosamente presente, gestito e foraggiato dalla manovra economica del governo del trio delle meraviglie Conte-Salvini- Di Maio. La costruzione delle prerogative dello sfascio italiano sta nel DEF stesso, concepito e scritto in maniera tale da non poter essere ricevuto in alcun modo dall’UE, al grido contro l’Europa cattiva che toglie sovranità al bel paese potrebbe, nello scenario di un futuro neppure troppo lontano, aprirsi la strada per la cacciata dell’Italia e il suo isolamento dal resto d’Europa.

La crisi finanziaria ed economica che si innescherebbe da una uscita repentina dall’UE darebbe spazio alle forze secessioniste che vedono nel sud un ostacolo allo sviluppo industriale del nord e alla crescita dell’economia, L’ egoismo generalizzato e alimentato dall’odio etnico, razziale e anche solo regionale farebbe il resto; se è vero che solo il 44% degli italiani vuole restare in Europa viene da chiedersi quanti saranno poi disponibili a difendere l’unità del paese.

Ma torniamo al governo della demenza che tutto dimentica e tutto vuol fare dimenticare.

Esisteva un tempo una manovra fiscale che nelle intenzioni, ancora da dimostrare e spiegare, aiutava i  poveri ad accettare la loro povertà in cambio di 780 euro al mese da spendere come, dove e quando decideva il vicepremier Di Maio, altrimenti scattano i controlli della G.diF., ma la manovra soprattutto  aiutava i ricchi, gli evasori e perfino evasori in odore di riciclaggio.

Per aiutare i poveri era stato scritto anche un decreto che per rispondere ai bisogni delle vittime della tragedia di Ponte Morandi e a quelle degli sfollati conteneva una norma che sanava le case abusive crollate dopo il terremoto di Ischia, risarciva con i soldi del “Popolino” gli abusivi che hanno costruito case, ma che non avrebbero potuto costruirle e lo hanno fatto lo stesso in barba a qualsiasi norma vigente.  Tanto per essere chiari la legge consentiva agli stessi di poter ricostruire le case esattamente negli stessi posti dove erano state edificate e dove non potevano edificare sempre il tutto legalmente illegale.
Da ricordare il Decreto Dignità che a detta di Rocco Casalino i “pezzi di merda” funzionari del ministero non volevano e remavano contro e che sempre Rocco Casalino minacciava di cacciare dal loro posto di lavoro se non trovavano i soldi: ‘o trovano i soldi da qualche parte o volano i coltelli’. (Mi scuso per le offese rivolte da Rocco Casalino nei confronti dei funzionari del ministero che sono persone che lavorano e fanno solo il loro mestiere).
Ricordiamo sempre a tutti che il vice-premier del Governo è andato a Porta a Posta, ovvero in quel girone infernale, il talk show nemico del movimento, dove un tempo si veniva espulsi se ci si metteva piede, ma le regole valgono il tempo di cinque rutti quante sono le stelle dei grillini.

Di Maio annunciava anzi denunciava il complotto ordito da manine oscure per manomettere il testo mandato al Quirinale. Ops il testo del Decreto non arrivò mai al Quirinale. Poteva essere arrivato un testo manomesso che non è mai arrivato al Quirinale?

Ultim’ora anche il decreto sul condono fiscale è stato manomesso da manine oscure e Di Maio si appresta ad andare a denunciare gli ignoti in Procura, ma forse farebbe meglio a chiedere al suo nemico alleato chi ha inserito lo scudo fiscale nel moderno condono fiscale, ma non chiamatelo condono perché si tratta di una pacificazione, una semplificazione per aiutare che ha dimenticato di pagare le tasse ei soldi  li ha portati all’estero o forse è il modo per far rientrare lindi e puliti i 49 milioni che la Lega ha rubato e mai restituito, il modo per tenerseli senza rendere conto alle autorità e alla Cassazione che ne chiede la restituzione .

Il vicepremier Di Maio chissà se ha mai avuto occasione di vedere qualche film di Totò, ma se non lo ha fatto forse è meglio che trovi il tempo per farlo, magari in compagnia del trio che presiede il governo del cambiamento della demenza.