Mese: giugno 2018

BRUXELLES. LE PROPOSTE DEL GOVERNO ITALIANO SUI MIGRANTI.

Il governo italiano dopo la cagnara provocata da Matteo Salvini sulla questione migranti, la creazione artificiale di una emergenza inesistente,almeno a giudicare dalla quantità di sbarchi nei primi sei mesi del 2018, che secondo i piani,i propositi e i progetti di Salvini sarebbe dovuta servire a mettere l’Europa in condizione di dover aprire i cordoni della borsa e dirottare in Italia 3 miliardi di euro destinati alla rotta Balcanica.

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L’Europa è comunque ad un bivio nella gestione dei migranti, le regole dell’accoglienza e  la ridistribuzione dei richiedenti asilo sul continente europeo.

La sfida che l’Europa è chiamata ad affrontare per realizzare un politica efficace per la regolazione e la gestione dei flussi migratori rischia non solo di vanificare la libertà di circolazione delle persone e cose, ma di creare le condizioni per il ritorno delle frontiere, i nazionalismi e il sovranismo che si nasconde dietro le quinte delle polemiche sui migranti, ostaggi del cinismo politico del governo italiano.

La gestione dei flussi migratori, rischia di far perdere credibilità l’unione europea.

La proposta italiana in questo contesto vuole coniugare diritti e responsabilità per passare gestione dell’emergenza dei flussi ad una gestione strutturale che deve realizzarsi in due fasi:  flussi primari per l’ingresso in Europa e successivamente i flussi secondari per gli spostamenti intra europei.

– Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell’80 per cento le partenze nel 2018.

2 – Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito. Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l’Ue deve lavorare con Unhcr e Oim. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund Ue-Africa,(ha attualmente uno scoperto complessivo di 500 milioni di euro), che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.

3 – Rafforzare frontiere esterne. L’Italia sta già sostenendo missioni Ue (EUNAVFOR MED Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica, occorre rafforzare queste iniziative.

4 – Superare Dublino. Nato per altri scopi, è ormai insufficiente. Solo il 7 per cento dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema comune europeo d’asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l’Europa, poco importa a che prezzo.

5 – Superare criterio Paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo. È in gioco Schengen.

6 – Responsabilità comune tra Stati membri su naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di ‘attraversamento illegale’ per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.

7 – L’Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la “tratta di esseri umani” e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.

8 – Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna. Occorrono centri di accoglienza in più Paesi europei per salvaguardare diritti di chi arriva e evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.

9 – Contrastare movimenti secondari. Attuando principi precedenti, gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati.

10 – Ogni Stato stabilisce quote di ingresso dei migranti economici. E’ un principio che va rispettato, ma vanno previste adeguate contromisure finanziarie rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati”.

Bruxelles, 24 giugno 2018.

A SAN SALVATORE E’ FESTA GRANDE PER I 60 ANNI DELLA SOCIETA’ USD MONFERRATO.

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Nel primo pomeriggio si sono svolti a San Salvatore Monferrato i festeggiamenti per i 60 Anni della gloriosa società calcistica, U.S.D. Monferrato, casa di molti campioni della zona monferrina. Prima del torneo delle ”vecchie glorie” è stata consegnata una targa di riconoscimento al mister della prima squadra, Davide Barile, per la splendida stagione svolta centrando la promozione in prima categoria, inoltre, è stato inaugurato il murales che racchiude 60 di passione e amore per questi colori, il giallo e il blu.

Una giornata di festa non solo per le vecchie glorie e dirigenti, ma, anche per le nuove leve che per tutta la giornata hanno giocato sul quel tappeto verde, sognando un giorno di diventare come i loro idoli, Cristiano Ronaldo, Messi e Dybala.

chissà se da quella collina e da quel rettangolo di gioco, così saturo di storia, non crescano dei veri e propri campioni, beh, ce lo auguriamo tutti.

 

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ROMA. MATTEO SALVINI VOLA A TRIPOLI CON LA VALIGIA PIENA DI SOLDI PER FERMARE LE PARTENZE DEI MIGRANTI.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, come anticipato dal Quotidiano on line, volerà a Tripoli dove nella giornata di Domenica o Lunedì ha in programma una serie di incontri con le autorità libiche. I temi dell’incontro saranno tutti centrati sulla riorganizzazione delle forze di sicurezza libiche per il contrasto alle migrazioni verso l’Italia.

Il ministro dell’Interno.Matteo Salvini, incontrerà la stampa lunedì alle 17.30 al Viminale dove saranno illustrati i risultati della visita in Libia.

Una visita “importante” per un’infinità di ragioni:

dal Quotidiano on line del 14 giugno 2018.

I RUMOR DEI CORRIDOI DEL POTERE ITALIANO SUSSURRANO DI UN POSSIBILE IMPEGNO ITALIANO IN LIBIA CON TUTTE LE CONSEGUENZE CHE UNA AGGRESSIONE A UNO STATO SOVRANO COMPORTA.

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FOTO DI REPERTORIO.

La data per l’intervento armato,forse già a fine mese, è nell’agenda di Matteo Salvini, cerchiata in rosso.  L’obiettivo strategico del ministro dell’Interno e vicepremier è di chiudere la “rotta libica”, come è stato fatto per quella balcanica. In tanti ci hanno provato prima di lui, ma il rischio di un’avventura militare è particolarmente alta nello scacchiere mediterraneo e in Libia.

La rotta balcanica per Matteo Salvini ha un solo significato: chiedere all’Europa di mettere soldi, tanti, stornandoli da quelli dati alla Turchia oltre a  individuare uno o più referenti in grado di condividere e praticare l’obiettivo in Libia.

Il modello  turco accomuna  Salvini e Luigi Di Maio.

La Germania all’epoca forzò i cordoni della borsa europea, per stringere un patto con il “sultano di Ankara”: tre miliardi di euro per fare da “tappo” in Turchia all’esodo dei profughi siriani, che tentavano di arrivare in Europa attraverso la rotta balcanica.

Soldi,ma non solo; Salvini in questa situazione si autonomina “gendarme” delle frontiere esterne del Vecchio continente.

L’Europa, che sulla spinta tedesca è stata colta da cecità durante la deriva autoritaria imposta al Paese da Erdogan, sostanzialmente complice al di là di qualche comunicato durante la “Grande purga”  messa in atto dal presidente turco.

Ma se quel modello ha funzionato perché non sperimentarlo anche in Libia è il capriccio a cui Salvini vuole dare soddisfazione.

Marco Minniti che ha preceduto  Salvini al Viminale ci aveva provato, stringendo rapporti con il governo di Tripoli,l’unico riconosciuto internazionalmente, guidato da Fayez al-Sarraje contemporaneamente stabilendo rapporti con quelle tribù e milizie che controllano in Libia le aree e i porti da cui iniziano le traversate nel Mediterraneo.

Quegli accordi hanno se non interrotto almeno ridotto le traversate nei primi 6 mesi del 2017. Il calo degli sbarchi registrato nei primi sei mesi del 2018, come negli ultimi del 2017,è dovuto a quegli accordi, ufficiali e “sottobanco”.

Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di mettere nel cassetto l’esperienza del suo predecessore,anzi polemiche elettorali e strumentalizzazioni politiche a parte, al contrario ha intenzione di rafforzarla,ma senza più quei vincoli “umanitari” a cui il precedente governo si era legato.

Il dubbio è che nel caos libico in cui non è emerso un Erdogan o un al-Sisi è che l’operazione si trasformi nel Vietnam italiano come lo fu per gli americani.

La convinzione di Roma è che la rotta libica possa essere chiusa o “tappata”, creando l’uomo forte, privo di scrupoli, in grado di fare il “lavoro sporco” necessario per contrastare l'”invasione” di migranti.

l’uomo forte non può essere “l’architetto”, dalla sua professione prima di buttarsi in politica, Fayez al-Sarraj,che non gode di nessuna autorità nei confronti delle tribù e delle milizie che controllano davvero il territorio libico.

Il “generale”, Khalifa Haftar,neppure perché da  uomo-forte, in Cirenaica, guarda più alla Francia come Paese-sponsor in Europa che all’Italia.  La Francia del presidente Emmanuel Macron che ha bollato come “irresponsabile e cinica” la decisione di Salvini di non accogliere i migranti nei porti italiani.

La dose l’ha rincarataci il portavoce di “En Marche”, il partito di Macron, definendo “vomitevole” la posizione italiana.  Haftar dunque è un uomo di Parigi.

Salvini potrebbe puntare sui “capitani”:  Ayoub Qasem, comandante della marina militare a Tripoli.

L’Italia nelle intenzioni non intende “rovesciare” Sarraj, ma è alla ricerca di una personalità che dimostri maggiore capacità di comando: “Qasem sembra essere tra questi”.

Casualmente è proprio Qasem a plaudire alla chiusura dei porti italiani a i profughi e ale navi delle Ong e in una dichiarazione a Lorenzo cremonesi del Corriere della Sera ha spiegato: “Certo nell’immediato sono da prevedere ulteriori sofferenze per i migranti in mare. Ma le chiusure italiane indurranno chi è ancora a terra a pensarci sopra mille volte prima di imbarcarsi. E ciò significa che le loro partenze sono destinate a diminuire”.

Il disegno italiano non si ferma e nella ricerca delle figure che potrebbero avere un ruolo in chiave intervento su territorio libico, potrebbe esserci quella del capitano di vascello, Abujella Abdul-Bari, comandante delle motovedette della Guardia costiera libica.

Il comandante della Guardia costiera libica in una intervista rilasciata a  Ng,Notizie geopolitiche, (nell’occhio del ciclone per un video in cui puntava una pistola contro un barcone carico di migranti mentre era al comando di una delle motovedette fornite alla marina libica dall’Italia): “Quello che voglio dire agli europei e alla Comunità europea è che la Guardia costiera libica ha un pacchetto di problemi da affrontare: traffico di armi, narcotraffici, traffico di essere umani. Noi abbiamo distrutto tutti i gommoni che abbiamo intercettato, ma ci sono ancora tantissimi gommoni ad aspettare la gente che vuole raggiungere l’Europa via mare. Così le faccio una domanda, da dove arrivano questi gommoni? Da fuori dalla Libia, questi gommoni arrivano via mare con i trafficanti. Come possiamo controllare noi la costa? Come possiamo controllare i migranti? Non possiamo senza il controllo di ciò che avviene in mare, per questo abbiamo bisogno di mezzi e motovedette. Prima della rivoluzione avevamo un’ottima flotta, ma ora non più. Il resto lo abbiamo tutto, compresa esperienza e competenze”.

Probabilmente entro la fine del mese  Salvini sbarcherà a Tripoli dove discuterà di regole d’ingaggio condivise, tra Roma e Tripoli, nel contrasto all’immigrazione clandestina e nella “neutralizzazione” delle Ong.

La direzione che ha tracciato  il ministro dell’interno si può riassumere con: sbarchi solo da navi militari.

La linea trova pieno sostegno tra i “capitani” di Tripoli.

Il l capitano Abdel Salam Ashur,nuovo ministro dell’Interno del governo di Accordo nazional libico, entrerebbe in scena,ma puntare sui “capitani” di Tripoli, spiegano le fonti ad HuffPost, risponde anche alla modifica dei punti di partenza della “rotta libica”.

La geografia delle partenze in questi è cambiata spostando le partenze da ovest, più vicina al confine con la Tunisia che rappresentava il bacino maggiore, alla zona a est di Tripoli.

Le partenze sono aumentate dalle città di Al Khoms e Garabulli, mentre a da Zuwara e Zawiya si parte molto meno.

Sabrata è esentata e  non si parte più per ora.

Le città della costa occidentale sono quelle in cui l’Italia ha avuto, da anni, una presenza più forte.

Dalla zona occidentale è stato messo in piedi il Memorandum of Understanding Italia-Libia voluto da Minniti,  che fonti diplomatiche confermano essere ancora attivo, sono ancora in corso missioni di addestramento della Guardia costiera libica sia a livello bilaterale sia a livello europeo.

L’Italia ha ora la necessità di rafforzare la sua incidenza nelle aree costiere attorno a Tripoli che rappresenta un passaggio cruciale per chiudere la “rotta libica”.

Il governo “carioca in salsa italiana” potrebbe fare un azzardo nella corsa contro il tempo per impedire che 400.000 persone sono internate nei campi di concentramento libici,ma forse sono molti di più, pronti a prendere la vi del mare per raggiungere l’Italia e l’Europa.

La condizione migratoria dalla Libia non fa ben sperare e Salvini rivendica: “Respingimenti obiettivo ultimo? No, l’obiettivo è ridurre le partenze”.

Il nuovo governo pare stia studiando se dare nuove direttive alla Guardia costiera italiana che fa scrivere a Salvini su twitter:  “Grazie all’Italia finalmente in Europa si cambia”, replicando alle accuse mosse al governo italiano da parte di istituzioni e Paesi dell’Ue in merito alla vicenda della Aquarius.

Sempre Salvini ha ufficializzato che: “Per difendere i nostri cittadini bisogna tornare a proteggere le frontiere.  Conto di andare entro la fine di questo mese in Libia”, che domani alle 11:00 riferirà al Senato sul “caso Aquarius”, sottolineando come la sua vuole essere una “missione risolutiva”.

La missione potrebbe rappresentare un azzardo perché oltre a uomini di polso e di potere reale, a Tripoli, l’Italia ha bisogno di mettere sul tavolo i soldi europei.

Tanti. Come? Stornandoli dal “fondo Erdogan”.

Il quotidiano di Madrid,El Pais, spiega che il governo italiano vorrebbe stornare i soldi  che oggi Bruxelles mette nelle casse di Erdogan  e dirottarli sul fronte libico per contrastare gli scafisti e fermare le partenze.

L’idea di prendere i fondi che l’Unione europea ha stanziato per la Turchia e impiegarli per il fronte più caldo: la Libia.

Salvini ha messo sul piatto l’idea di bloccare il finanziamento di 3 miliardi di euro che Bruxelles si è impegnata a destinare a Erdogan, in seguito all’accordo sottoscritto con Ankara nel 2016 per fermare il passaggio degli immigrati lungo la rotta balcanica.

El Pais spiega che il governo Conte intende chiedere che la somma venga destinata alla Libia.

Palazzo Chigi smentisce, ma da Madrid ribadiscono: “Sono fonti attendibili e autorevoli quelle che hanno parlato con noi”.

All’appuntamento a Tripoli Salvini vorrebbe arrivare con i fondi europei, che rappresenterebbero sarebbe un biglietto da visita estremamente convincente.

Dunque è solo una questione economica quella che per i capitani di Tripoli, come per le tribù che contano in Libia.

Quei soldi potrebbero servire per rafforzare la Guardia costiera, in mezzi e uomini, e per implementare i centri di detenzione per migranti che più spesso sono molto più simili a un campo di concentramento e che attualmente sono in 34, controllati dal ministero dell’Interno di Tripoli.

I diritti umani non sono in agenda per il ministro Salvini perché ritenuti un elemento secondario rispetto all’obiettivo da perseguire: la fine della rotta libica.

Ma la questione non sono solo i soldi, afferma Salvini, nel “mirino” del governo pentastellato  c’è anche, come anticipato da HuffPost, la modifica del Trattato di Dublino, con un passaggio intermedio indicato dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S): “Chiediamo di modificare le normative marittime internazionali; è corretto che la stessa nazione di cui la nave è battente bandiera intervenga e non solo la guardia costiera italiana”.

L’idea dell’esecutivo è che spetta ai Paesi da cui proviene la nave della Ong di turno farsi carico degli immigrati salvati.

A far fede sarà quindi la bandiera dell’imbarcazione che interviene.

Su questo si è innestato uno scontro frontale con la Francia, ma non solo.

La Spagna ha aperto il porto di Valencia all’Aquarius con i 629 migranti a bordo, ma il ministro della Giustizia spagnolo avverte: “L’Italia rischia responsabilità penali”.

GERUSALEMME. NON VOGLIONO TESTIMONI PER I LORO OMICIDI.

Filmare l’esercito israeliano, un reato presto punibile con 10 anni di carcere?

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Il parlamento israeliano ha iniziato a studiare un emendamento per criminalizzare le riprese, la registrazione o la trasmissione di contenuti su soldati israeliani in servizio. Reporters sans frontières denuncia una bozza contraria al diritto di informare e invita la Knesset a respingere questo emendamento.

20 giugno 2018

 

Filmare o registrare soldati israeliani nell’esercizio delle loro funzioni o trasmettere queste immagini o suoni sui social media o sui media diventerà illegale? La Knesset ha iniziato a studiare mercoledì 20 giugno una bozza di emendamento che prevede la condanna a 5 anni di carcere di chiunque abbia fatto intenzionalmente immagini o registrazioni tali “da minare il morale di Israele e dei suoi abitanti”. Questa sentenza porta a 10 anni di carcere se “l’intenzione di danneggiare la sicurezza dello Stato” è dimostrata.

“Su quale base” sarà determinata l’intenzione di danneggiare il morale o la sicurezza di Israele della persona che riprende le immagini?” si chiede Reporters sans frontières. In un paese in cui gran parte della classe politica sta già accusando i media e le ONG di anti-patriottismo e “tradimento”, una tale clausola non impedirebbe la diffusione di immagini con il semplice pretesto di essere poco lusinghiero? RSF esorta i parlamentari a non adottare un emendamento che costringa i giornalisti a accontentarsi dei contenuti forniti dall’esercito israeliano e le immagini di propaganda, per evitare il carcere.

Proposto diversi mesi fa dal partito di estrema destra Yisrael Beitenu, l’emendamento modifica l’articolo 2 del codice penale sul “tradimento” e in particolare il 103° paragrafo dedicato alla “propaganda disfattista”. Mercoledì 20 giugno, un rappresentante del governo israeliano, Tzachi Hanegbi, ha ritenuto che ciò potesse costituire un ostacolo alla libertà di espressione e ha sostenuto che questa clausola si applica solo in caso di “intralcio a un soldato in servizio” e dovrebbe essere limitato a una pena di 3 anni.

Gli autori dell’emendamento giustificano la loro proposta per l’esistenza di gruppi “sostenuti da associazioni, organizzazioni o governi ostili a Israele”, che “trascorrono il loro tempo a filmare e provocare i soldati” nella speranza di “un atto che possa essere registrato in maniera distorta e utilizzato per denigrarli”. Alcune di queste organizzazioni sono citate specificatamente, come B’Tselem, MachsomWatch e Breaking The Silence, altre inglobate sotto il nome di organizzazioni “pro-BDS” (Boicott Divestment Sanctions).

Nel 2016, le riprese di un giornalista cittadino con una macchina fotografica fornita da B’Tselem hanno aiutato a dimostrare che il soldato Elor Azaria aveva ucciso un aggressore palestinese già neutralizzato. Lo scorso aprile, durante la violenta repressione delle marce nella Striscia di Gaza verso la zona di confine con Israele, che ha ucciso almeno 132 abitanti di Gaza, altri due video di soldati hanno suscitato di nuovo polemiche nella società israeliana.

Il primo mostrava un soldato che sparava a un abitante di Gaza. Il ministro della Difesa aveva poi dichiarato che il soldato che aveva sparato si era comportato in modo appropriato, ma non quelli che lo avevano filmato. In un altro video, girato da Boycott From Within, attivisti dell’organizzazione israeliana di sinistra mettono i soldati davanti alla realtà delle loro attività alla barriera della Striscia di Gaza chiedendo: “I vostri genitori sono felici quando andate a casa dopo aver ucciso dei civili? Voi e l’esercito del terrore di cui fate parte avete massacrato 21 civili innocenti!”

L’idea di limitare la libertà di espressione dei media israeliani considerata ostile e una minaccia per la sicurezza del proprio paese non è nuova. Lo scorso settembre, il Ministro israeliano delle Comunicazioni ha dichiarato la sua diffidenza nei confronti di Israel Social TV, affermando: “La libertà di espressione è un bene per i cittadini di Israele che accettano e rispettano la legge e sono preoccupati per la sicurezza e il futuro di Israele. Ma quando si tratta di organizzazioni che vogliono danneggiare la sicurezza e il futuro di Israele, non possiamo permetterci di essere ingenui e innocenti, dobbiamo fermarli”.

Per quanto riguarda Breaking The Silence, una ONG che registra e diffonde testimonianze di ex soldati, il suo portavoce, qualificato dal Ministro della Giustizia come “un bugiardo che diffama lo Stato di Israele in tutto il mondo” è attualmente perseguito dalla giustizia.

Da parte loro, i giornalisti e le ONG che sanno di essere interessati da questo emendamento hanno espresso la loro determinazione. Per l’organizzazione B’Tselem: “se il governo è imbarazzato dall’occupazione, dovrebbe lavorare per porle fine. In ogni caso, ci saranno sempre immagini di vita sotto occupazione”. Il giornalista e editoralista israeliano Gideon Levy, da parte sua, il 17 giugno ha scritto sul quotidiano Ha’aretz:

“Noi violeremo questa legge con orgoglio. Continueremo a documentare, fotografare e scrivere”.

Ha detto che spera che i testimoni palestinesi continueranno a fare lo stesso, anche se il prezzo da pagare per loro è molto più pesante che per gli israeliani.

Lo scorso maggio, RSF ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale su circa 20 giornalisti palestinesi che sono stati uccisi da cecchini dell’esercito israeliano a Gaza durante la marcia del ritorno.

Israele è 87° nella classifica mondiale di RSF della libertà di stampa 2018.

(nota Invictapalestina: Italia con  la censura che conosciamo e la maggior parte delle testate legate a gruppi di potere o partiti è al 46° posto, ai primi posti abbiamo i paesi nordici – classifica completa: https://rsf.org/fr/classement).

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org

Fonte:https://rsf.org/fr/actualites/filmer-larmee-israelienne-un-delit-bientot-passible-de-10-ans-de-prison?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=gideon_levy_nous_n_arreterons_pas_de_filmer_nous_n_arreterons_pas_d_ecrire&utm_term=2018-06-21

ALESSANDRIA. FESTIVAL DELLE CELEBRAZIONI,4 GIORNI DI DANZA,MUSICAL E OPERA LIRICA, DAL 5 ALL’8 LUGLIO 2018.

Ad Alessandria quattro giorni di danza, musical e opera lirica con il Festival delle Celebrazioni.

Le fotografie della presentazione del festival sono di Ilaria Cutuli.

Quattro spettacoli gratuiti in piazza Duomo fra il 5 e il 9 luglio: danza, musical e opera lirica. Omaggi a Dante, Leonardo, Rossini e Fellini: lo spunto fornito da anniversari di nascita o morte.

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Festival delle Celebrazioni

Dal 05/07/2018 al 08/07/2018, Alessandria

Il Festival delle Celebrazioni intende commemorare quattro personalità, straordinarie e universalmente ammirate, che hanno fatto grande l’Italia nel mondo e che vedranno loro importanti ricorrenze nei prossimi anni a venire: Fellini con un Musical, Rossini con un Opera Lirica, Dante con un Balletto e Leonardo Da Vinci con un Musical.

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Dal 5 all’8 luglio 2018 per #Alessandria850 Piazza Giovanni XXIII ospiterà la kermesse ad ingresso gratuito per tutti gli appassionati di danza e musica
Si chiama Festival delle Celebrazioni la kermesse che la Città di Alessandria donerà ai suoi cittadini dal 5 all’8 luglio 2018 e che farà parte di #Alessandria850, gli eventi atti a festeggiare gli 850 anni dalla fondazione della Città (1168-2018). Il Festival, ideato da Vento di Eventi e dal portale web iodanzo.com (entrambe realtà leader nel settore della danza e del musical), è stato fin da subito sostenuto per poi essere promosso dalla Città di Alessandria ed è stato inserito dal Ministero dei Beni Culturali nel Calendario Europeo del Patrimonio 2018, onorificenza che è toccata a ben pochi eventi italiani e che rende ancora più importante questo evento. Le quattro serate, che si svolgeranno in Piazza Giovanni XXIII a partire dalle 21, commemoreranno – da qui il titolo ‘Festival delle Celebrazioni’ – altrettante personalità straordinarie e universalmente ammirate, che hanno fatto grande l’Italia nel mondo: si celebrerà dunque il centocinquantenario dalla morte di Gioachino Rossini (2018), il quinto centenario dalla morte di Leonardo da Vinci (2019), il centenario della nascita di Federico Fellini (2020) e il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri (2021). Gli spettacoli portano con loro nomi risonanti e di grande caratura: la serata di giovedì 5 luglio aprirà il Festival l’opera balletto “Inferno” della Compagnia ARISTON PRO BALLET di Sanremo, che gode del Patrocinio del MIBAC, dell’ILO di Ginevra (sezione dell’ONU contro il lavoro minorile) e del CID UNESCO in quanto dedicato a tutti i bambini del mondo, vittime di violenza fisica e psicologica, dello sfruttamento del lavoro minorile, della guerra, della povertà; seguirà, nella serata di venerdì 6 luglio la prima nazionale del musical “Da Vinci, genio senza tempo” (produzione Vento di Eventi e Gypsy Musical Academy and Show Production) che vede la firma in Regia di Fulvio Crivello (regista di 50 opere teatrali e che ha ricevuto una nomination agli Italian Musical Awards per il musical Valjean, del quale è co-autore e regista) affiancato nella composizione da Paolo Barillari (impareggiabile performer di diversi musical quali We Will Rock You, Rapunzel il musical, La regina di Ghiaccio Turandot Il Musical e molti altri), il quale avrà anche il ruolo di Leonardo Da Vinci, e le Coreografie di Diana Cardillo (coreografa internazionale e già Principal presso le migliori Compagnie di Balletto Internazionali); sabato 7 luglio all’insegna dell’opera lirica con LA CENERENTOLA, ossia la Bontà in Trionfo”, la cui Regia è affidata al celebre tenore e regista casalese Fabio Buonocore e le cui coreografie (per la prima volta presenti nell’Opera) portano la firma di Diana Cardillo. L’opera sarà accompagnata da un quartetto d’archi e da pianoforte e sarà presente un Coro. Sarà inoltre arricchita da inserti di balletto eseguiti dai componenti della Giovane Compagnia di Danza “Casale Dance Project” nata dal Piano Locale Giovani del 2010, che gode del Patrocinio del Governo Italiano e del Ministero della Gioventù. La chiusura della kermesse sarà invece affidata, domenica 8 luglio, al musical ‘L’Indimenticabile Fellini’: una panoramica sulla vita e sui memorabili film di Federico Fellini con la regia di Neva Belli Sacchetti (regista, manager e coach di artisti di musical, Direttrice della Gypsy Musical Academy) e le coreografie di Cristina Fraternale Garavalli (performer di grandi musical tra cui “Profondo Rosso”, Regia di Calindri, “The Producers” con E. Iacchetti e G. Guidi regia di Saverio Marconi, e coreografa di “Gran varietà di Arturo Brachetti”), la quale vestirà anche i panni della protagonista. I testi sono a cura di Chiara Alivernini (una produzione Gypsy Musical Academy and Show Production). Quattro giorni per celebrare grandi artisti e una città altrettanto grande. Per tutte le informazioni http://www.festivaldellecelebrazioni.com oppure potete seguire la pagina Festival delle Celebrazioni su Facebook.

fotografie di Ilaria Cutuli.
Ufficio stampa dott.ssa Giulia Toselli +39 338.5400732 info@festivaldellecelebrazioni.com
Si ringraziano gli sponsor e i partner dell’evento, che rendono ancora più grande e importante la nostra kermesse, atta a dare grande risalto alla Città di Alessandria e a coloro che hanno creduto.

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Programma del Festival
Giovedì 5 luglio 2018 h.21 circa
“Inferno” – Opera Balletto La Compagnia ARISTON PRO BALLET di Sanremo, gode del Patrocinio del MIBAC, così come la sua Opera che si effigia altresì dell’ILO di Ginevra (sezione dell’ONU contro il lavoro minorile) e del CID UNESCO in quanto dedicato a tutti i bambini del mondo, vittime di violenza fisica e psicologica, dello sfruttamento del lavoro minorile, della guerra, della povertà. La grandiosità del testo, oggi più che mai attuale, permette a questa opera-balletto di inserirsi in un circuito artistico culturale destinato a tutto il pubblico; come il poema originale, non è una rappresentazione dell’aldilà, ma un panorama della società attuale, che pone in risalto, senza permettersi nessun giudizio, i mali che perennemente l’accompagnano e che sono rivolti soprattutto alle vittime più innocenti: i bambini. Aristion Pro Ballet è diretta da Marcello Algeri e Sabrina Rinaldi, artisti e coreografi internazionali.
Venerdì 6 luglio 2018 h.21 circa “Da Vinci, genio senza tempo” – Musical – Prima Nazionale Una produzione Vento di Eventi e Gypsy Musical Academy and Show Production che vede la firma in Regia di Fulvio Crivello (regista di 50 opere teatrali e che ha ricevuto una nomination agli Italian Musical Awards per il musical Valjean, del quale è co-autore e regista) affiancato nella composizione da Paolo Barillari (impareggiabile performer di diversi musical quali We Will Rock You – su musiche dei Queen -, Rapunzel il musical, La regina di Ghiaccio Turandot Il Musical e compositore di questi e molti altri), il quale vestirà anche i panni di Leonardo Da Vinci. Le Coreografie saranno di Diana Cardillo (coreografa internazionale e già Principal presso le migliori Compagnie di Balletto Internazionali)
Sabato 8 luglio 2018 h.21 circa “LA CENERENTOLA, ossia la Bontà in Trionfo” – Opera Lirica in due atti di Gioachino Rossini, con libretto di Jacopo Ferretti. La Regia è affidata al celebre tenore e regista casalese Fabio Buonocore e le cui coreografie (per la prima volta presenti nell’Opera) portano la firma di Diana Cardillo (coreografa internazionale e già Principal presso le migliori Compagnie di Balletto Internazionali). L’opera sarà accompagnata da un quartetto d’archi e da pianoforte e sarà presente un Coro. Sarà inoltre arricchita da inserti di balletto eseguiti dai componenti della Giovane Compagnia di Danza “Casale Dance Project” nata
dal Piano Locale Giovani del 2010, che gode del Patrocinio del Governo Italiano e del Ministero della Gioventù.
Domenica 9 luglio 2018 h.21 circa “L’Indimenticabile Fellini” – Musical Una panoramica sulla vita e sui memorabili film di Federico Fellini con la regia di Neva Belli Sacchetti (regista, manager e coach di artisti di musical, Direttrice della Gypsy Musical Academy) e le coreografie di Cristina Fraternale Garavalli (performer di grandi musical tra cui “Profondo Rosso”, Regia di Calindri, “The Producers” con E. Iacchetti e G. Guidi regia di Saverio Marconi, e coreografa di “Gran varietà di Arturo Brachetti”), la quale vestirà anche i panni della protagonista. I testi sono a cura di Chiara Alivernini e la produzione di Gypsy Musical Academy and Show Production.

Cattura
Per tutte le informazioni http://www.festivaldellecelebrazioni.com oppure potete seguire la pagina Festival delle Celebrazioni su Facebook.
Ufficio stampa dott.ssa Giulia Toselli +39 338.5400732 info@festivaldellecelebrazioni.com