Mese: Maggio 2018

LIVORNO. ARRESTATE 9 PERSONE: IL VICE PREFETTO DELL’ISOLA D’ELBA, UNO ‘NDRANGHETISTA E 27 INDAGATI.

ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE FINALIZZATA ALLA FRODE FISCALE CON
ESPLOSIVO SEQUESTRATO A LIVORNO.


CHIARITI I MOTIVI CHE PORTANO AD UN REGOLAMENTO DI CONTI PER IL
CONTRABBANDO DI 9 TONNELLATE DI TABACCHI LAVORATI ESTERI,
SEQUESTRATI NEL PORTO.

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ARRESTATI IL VICEPREFETTO DELL’ISOLA D’ELBA ED ALTRI 9 SOGGETTI
TRA CUI UN PREGIUDICATO APPARTENENTE A NOTA COSCA ‘NDRAGHETISTA
27 LE PERSONE INDAGATE

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Dalle prime ore del mattino, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno stanno dando esecuzione, su ordine del Procuratore Capo della Repubblica di
Livorno, dottor Ettore Squillace Greco, ad un’ordinanza – emessa dal G.I.P. del locale
Tribunale, Dott. Marco Sacquegna – di applicazione della misura cautelare personale nei
confronti di nove persone, di cui due in carcere (il Vice Prefetto reggente l’Ufficio
distaccato della Prefettura dell’Isola d’Elba ed un pregiudicato appartenente ad una
nota famiglia di ‘ndragheta attiva in Piemonte, a suo tempo mandante dell’omicidio
del Procuratore di Torino Bruno Caccia) e sette sottoposte agli arresti domiciliari.
Nel corso delle investigazioni, era già stato, altresì, tratto in arresto in flagranza di reato
altro soggetto, durante lo scorso mese di novembre.
L’attività, rientrante nell’operazione denominata “Vicerè”, si inserisce nell’ambito di
un’articolata indagine svolta, sotto la direzione del citato Procuratore Capo della
Repubblica, da militari della Compagnia di Portoferraio e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Livorno, che ha portato alla denuncia all’A.G. di 27 soggetti, responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, porto abusivo di esplosivi (detenuti al fine di compiere un atto di intimidazione), contrabbando di 9 tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni, illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcoli, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.


Contestualmente alle misure cautelari, sono in corso di esecuzione perquisizioni
personali, domiciliari e locali (con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti
per territorio) in 7 Regioni (province di Livorno, Torino, Asti, Padova, Ravenna, Forlì,
Pisa, Pistoia, Campobasso, Napoli, Salerno, Lecce e Brindisi), nei confronti degli
indagati, con l’impiego complessivamente di circa n. 120 militari.
Compiuti dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà presso il
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, alle ore 10.30 odierne.
Livorno, 31.05.2018

TORINO. FALSA INVALIDA PER L’ASSEGNO DI ACCOMPAGNAMENTO.

LA GUARDIA DI FINANZA DI TORINO HA SCOPERTO UNA CITTADINA CHE
SI FINGE INVALIDA PER OTTENERE IL SUSSIDIO DI ACCOMPAGNAMENTO.

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Per lo Stato era invalida al 100% con riconosciuti ed importanti limiti alla vista, motori e
cognitivi. La Guardia di Finanza di Torino, invece, al termine delle indagini ha provato che di fatto era in grado di svolgere ogni normale attività, senza necessità di alcun ausilio.
Protagonista della vicenda una settantenne di Avigliana, comune del Torinese, che è stata
pedinata e videoripresa dai Finanzieri della Compagnia di Susa mentre disinvolta,
passeggiava per le vie della città, attraversava incroci e vie trafficate, oppure al
supermercato, intenta a scegliere i prodotti da acquistare, controllandone attentamente il prezzo e scadenze, e ancora, mentre giocava al lotto o acquistava sigarette, il tutto, senza il bisogno di alcun aiuto.
Per i medici la donna necessitava di assistenza 24 ore su 24, in quanto risultava incapace
di muoversi autonomamente, con problemi di vista e cognitivi
R.A., queste le iniziali della donna, è riuscita, per oltre 7 anni a percepire, indebitamente, un assegno di invalidità e di accompagnamento per un totale di circa 70.000 euro, beneficiando anche di esenzioni dal pagamento dei ticket sanitari.
I Finanzieri, che hanno denunciato R.A. alla Procura della Repubblica di Torino per truffa aggravata ai danni dello Stato, hanno anche sequestrato oltre 60.000, frutto del raggiro.
La tutela delle risorse dello Stato e il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione, sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza che ricorda come tali situazioni, danneggino tutti i cittadini e fanno aumentare i costi dei servizi pubblici.

ROMA. IL PROGETTO EVERSIVO DI SALVINI DI MAIO DIETRO IL PIANO “B” DI PAOLA SAVONA.

Gli interrogativi continuano a ricorrersi, le tifoserie scatenate pro o contro il Presidente della Repubblica Mattarella, Di Maio che urla per mettere sotto accusa il capo dello stato,ma poi ci ripensa e dichiara che con il Colle bisogna collaborare. Qualcuno più deluso degli altri si dispera perché ha visto sfumare l’illusione di una Italia fuori dall’Euro e dall’Europa,ma per andare dove poi?

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Qualcuno forse è ancora disposto a credere che lo sconosciuto,ma non troppo Paolo Savona sia il vero,l’unico motivo per fare saltare il tavolo e creare uno scontro istituzionale senza precedenti nella Repubblica italiana; Salvini e Di Maio hanno rifiutato la nomina di Giorgetti a ministro dell’economia pur essendo lui il braccio destro di Salvini arrivando al durissimo scontro con Mattarella. 

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La domanda anzi le domande sono molteplici e molte di queste rimarranno senza risposta, perché le risposte potrebbero portare a capi d’accusa pesantissimi per gli attori in scena e non mi riferisco al presidente Mattarella,ma a Di Maio e Salvini che potrebbero vedersi piovere addosso una accusa di cospirazione contro i poteri dello stato e attentato alla costituzione nonché all’unità del paese.

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Ma andiamo per ordine: Salvini avrebbe voluto così fortemente Paolo Savona all’economia da rifiutare l’incarico a Giorgetti suo braccio destro.

Sicuramente il progetto politico di Salvini non era contenuto nel programma elettorale,ma neppure nel contratto con il M5s che lo avrebbe portato al governo da Ministro dell’Interno,ruolo delicatissimo in funzione di contenimento delle proteste popolari seguite a quello che doveva essere il fallimento dello stato. Almeno nelle intenzione del piano “B” del professor Paolo Savona.

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Il piano “B” di Savona è quanto di più eversivo la storia della Repubblica abbia vissuto dal dopoguerra in poi, tentati colpi di stato degli anni ’70 a parte.

Più passano le ore e più risulta politicamente insostenibile la scelta di Matteo Salvini. Solo la propaganda più facile potrebbe spiegare i motivi,ma  non c’è un motivo che sia uno, per giustificare il No della Lega a Giorgetti ministro e la fine dell’intesa giallo-verde.

Dietro all’urlato “o Savona o morte”,che nella migliore delle ipotesi poteva essere letta come il modo più veloce per tornare alle urne, c’è qualcosa di più, di più inquietante,un colpo di stato strisciante che passando dall’uscita dall’Europa, avrebbe portato il paese al fallimento e come conseguenza del fallimento alla tanto sospirata,mai abbandonata o cancellata nello statuto leghista, “secessione” della Padania dal resto d’Italia.

Il piano “B” di Savona prevedeva alcune cose semplici,ma di sicuro effetto:

Intanto trattative segrete da intavolare,tenendo gli italiani all’oscuro di tutto,con la commissione europea per l’uscita dell’Italia dell’Euro e dall’Europa,(mi viene da dire alla faccia della democrazia e della partecipazione,bandiera tanto sventolata dai grillini sul web,ma solo sul web perché nella vita reale,nel paese reale pare non abbia alcun valore).

La seconda fase avrebbe dovuto preparare l’uscita dalla moneta unica facendo stampare in gran segreto 8 miliardi di Nuove lire dalla zecca dello stato da immettere sul mercato immediatamente dopo l’uscita dall’euro.

L’uscita dall’Euro sarebbe poi stata annunciata pubblicamente,si pensa con un discorso alla nazione a reti unificate,il venerdì sera al termine delle contrattazioni e dopo la chiusura della borsa.

Il lunedì la Nuova Lira avrebbe sostituito l’euro svalutata del 15/20% del valore attuale,i conti correnti bloccati per impedire fughe di capitali, pagamenti esclusivamente elettronici in attesa che la nuova moneta potesse essere distribuita agli italiani e ri-contrattazione dei debiti e default pilotato dell’Italia( fallimento pilotato del paese); che nelle ipotesi del professore ci avrebbe fatto risparmiare 60/80 miliardi?.

Ovviamente in tutto questo a rimetterci sarebbero stati i correntisti,i lavoratori che avrebbero visto dimagrire la busta paga del 20% che in soldoni vuol dire che se prima guadagnavo ipoteticamente 1.000 euro al nuovo valore sarebbero solo 800 euro.

Ad averne un vantaggio solo i capitali, che da una svalutazione così imponente e la riduzione del costo del lavoro avrebbero potuto sperare di invadere con le esportazioni i mercati appena abbandonati;  gli investitori sicuramente No perché chi investe in un paese fallito?

Il resto è già scritto nei programmi e nello statuto della lega da decenni: “secessione” del Nord dal resto d’Italia e realizzazione della Padania tanto cara a Bossi e Salvini.

In un paese fallito la necessità della separazione sarebbe un fatto non rinviabile per permettere al nord di viaggiare più speditamente di quanto possa fare il sud Italia,: il paese a due velocità o meglio due paesi in cui ognuno viaggia alla sua velocità con il Sud sicuramente penalizzato.

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Il drammatico accenno del presidente Mattarella a un tema mai posto,ma ricordato dal presidente della Repubblica,agli elettori:” Ho difeso i risparmi delle famiglie e a questo punto impedito l’uscita dell’Italia dall’Euro.

Nei discorsi del capo dello stato c’è stato un accenno,ma non un approfondimento su questi temi, evidentemente la gravità di quanto si stava tramando alle spalle degli italiani non ha permesso neppure al capo dello stato di renderlo pubblico e pubblicizzarlo.

Sergio Mattarella riferendosi al famoso ‘piano B’ del professor Savona,parlava di una ipotesi tranquillizzante o a ben vedere a qualcosa di inconfessabile, sotto traccia, una disegno per portarci fuori dalla moneta unica, di cui il buon vecchio professor Savona sarebbe stato semplicemente uno strumento, più o meno inconsapevole?

Molte cose ancora non sono state dette e neppure scritte,ma non è il caso di alimentare idee di complotti anche se l’attuale crisi istituzionale e avvolta da una nebbia fitta che non ci permette di vedere nitidamente i contorni e dove tutto dovrebbe tornare nulla torna e nulla si spiega altrimenti.

Salvini e Di Maio buttano all’aria il loro governo del cambiamento, Mattarella irrigidito sulla linea del Piave,attacchi e richieste di messa in stato di accusa del presidente e poi il dietro front di Di Maio, le manifestazioni di protesta il 2 giugno esponendo la bandiera italiana che normalmente è esposta.

Il tema discusso in pubblico era fare la faccia feroce a Bruxelles, non l’abbandonare dell’Euro e della Ue.

Ma oggi la nuova parola d’ordine di leghisti e grillino potrebbe essere improntata a una campagna elettorale-referendum, su moneta unica ed Europa quanto il nascente governo non diceva, ma pensava o almeno non lo escludeva.

Tutto questo pur senza essere mai stato reso pubblico è stato più che sufficiente per mandarci tutti in malora.
Adesso in avanti speriamo  che le carte siano scoperte: “se qualcuno coltiva l’idea lo dica e ne spieghi finalità e conseguenze.

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Gli elettori decideranno liberamente se unirsi all’abbraccio e al bacio di Salvini e Di Maio oppure abbandonarli al loro destino,compreso ovviamente le ipotesi di accusa di attentato e cospirazione contro la Costituzione, l’unità dello Stato e ai vaneggiamenti di professori di tutte le età.

ALESSANDRIA. RED NOTE 2018/2019 CONCERTO PER LA TERZA ETA’ ALLA CASA DI RIPOSO”BORSALINO”

RED NOTE 2018/2019
Sabato 9 giugno, ore 17, Casa di riposo Borsalino, piazza Matteotti, Alessandria.

A crooner in “Borsalino”
Concerto per terza età.

FRANCO RANGONE 5TET

oggi

Franco Rangone – voce
Giorgio Penotti – sax ten., flauto
Fabrizio Trullu – pianoforte
Stefano Profeta – contrabbasso
Paolo Franciscone – batteria

La nuova stagione di Red Note inizia con un concerto dedicato agli ospiti della casa di riposo Borsalino, in piazza Matteotti ad Alessandria. Protagonista il quintetto di Franco Rangone con il suo repertorio di canzoni americane swinganti, prese dai successi di Frank Sinatra, Tony Bennet, Bing Crosby, per citarne solo alcuni. Alle evento potrà partecipare gratuitamente anche il pubblico esterno.

Franco Rangone.
Nasce ad Alessandria., allattato tradizionalmente dalla madre e al suono della musica dal padre Battista, già all’età di 4 anni si cimenta con la fisarmonica, anche se muove le manine solo sui bassi, e comincia a canticchiare.
Esordisce adolescente, come batterista, nel maggio del 1956, con l’orchestra Caballeros al Dancing Sport di Solero, a quei tempi inizia anche a interpretare le prime canzoni.
Tra il ’59 e il ’61 canta in alcuni gruppi da ballo della città e nel ’62 è pronto per affrontare i palcoscenici fuori porta. La partecipazione a Castrocaro gli apre le porte della Meazzi, casa discografica milanese e nel ’65 anche la televisione lo ospita in diverse trasmissioni tra cui “Il canzoniere”.
Proprio in questo periodo, dal 1964 al 1965, il Dollar Club diventa il fulcro del jazz alessandrino e Franco ne è un protagonista di spicco accanto a numerosi nomi di fama, soprattutto Gianni Coscia, Dino Piana e Gianni Basso (ed altri: Glauco Masetti, Jimmy Pratt, Gil Cuppini, Franco Tonani, Leonello Bionda, Oscar Valdambrini).
Con il complesso I Musici si esibisce dal ’65 alla fine del ’73 nei migliori locali della Provincia, Piemonte, Lombardia e Liguria. Nel ’74 si dedica di nuovo allo studio del contrabbasso, che aveva abbandonato dopo aver ottenuto il Compimento Inferiore del V anno al Vivaldi; il diploma lo ottiene nel ’78.
Dopo una breve permanenza nell’orchestra di Don Kino e gli Amici, nel ’75 è presente nei Cardinal, con i quali collabora intensamente; nonostante la lisciomania, una parte di canzoni che interpreta sono spiritose e ricche di improvvisazioni, gradevoli al pubblico. Con il complesso sopra citato, dal ’74 al ’77, incide 3 musicassette in vernacolo alessandrino (canzoni e poesie scritte dal grande e compianto Gianni Fozzi) con relativi spettacoli nei vari locali e teatri della Provincia; nel tempo, registra altre 4 musicassette create da Fozzi per Cantuma Lisòndria con l’intervento di Gianni Coscia. Il rapporto con i Cardinal finisce a dicembre del 1981.
A gennaio dell’82 abbandona la sala da ballo e si esibisce in club privati, concertini e piano bar. Fa coppia fissa con Roberto Vergagni. Nel tempo collabora con tanti altri musicisti.
Dal 2008 è spesso ospite alla trasmissione televisiva “Musica insieme”, prodotta dall’emittente Italia 8 in collaborazione con Studio Zeta.
Negli ultimi tempi, libero da condizionamenti commerciali, ha optato per quello stile di canto più vicino alle sue corde (vocali), ma anche e soprattutto al suo cuore.
La sua voce calda e pastosa, che ripropone, non da semplice imitatore, le canzoni di Frank Sinatra e quelle di altri grandi interpreti, avvince e accarezza l’animo dell’ascoltatore.