
Campagna elettorale al photofinish;con la campagna elettorale più incerta dal dopoguerra ad oggi era prevedibile,in questa condizione,che qualcuno strumentalizzasse la più classifica, anche se condannabile, delle reazioni isteriche:”Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire”.
A scanso di equivoci nulla e nessuno intende giustificare le bombe carta imbottite di chiodi e schegge di vetro lanciate contro le forze dell’ordine;ai poliziotti impegnati nell’attività di servizio e ai feriti durante gli scontri esprimiamo la nostra completa e totale solidarietà,ma non riusciamo a tollerare che ancora una volta questi episodi vengano strumentalizzati per creare un clima da caccia alle streghe.
La campagna stampa scatenata contro scatenata l’insegnante torinese,che grida contro i poliziotti durante la manifestazione antifascista a Torino, appartiene ai dossier di killeraggio politico e mediatico a cui ci hanno abituato decenni di perbenismo interessato.
Sistematicamente come un filo di lana che lega il passato al presente e prosegue verso il futuro si perpetua quella che negli anni ’50 in America era conosciuta come caccia alle streghe e che oggi a pochi giorni dalle elezioni politiche si esercita con la ricerca di episodi sui quali poter scaricare tutte le tensioni di una campagna elettorale assurda,priva di proposte,di politica, nella quale fanno eco,non troppo velatamente, lo scambio di voti con favori: favori come l’assistenzialismo costi quel che costi, mi voti ti do 1.000 euro di pensione al mese anche se non hai mai versato un centesimo di contributi. Mi voti ti garantisco una vita dissoluta nella quale potrai cimentarti senza doverti sbattere a lavorare,alzarti presto la mattina e arrivare a casa tardi la sera.
Mi voti ti regalo un barcone per riportare dall’altra parte del Mediterraneo i migranti, tanto le nostre bombe continueranno a distruggere le loro case,le loro città,ma a noi che ci frega le bombe creano lavoro,posti di lavoro e benessere(?) a chi le produce.
La vittima carnefice,il mostro da sbattere in prima pagina a una settimana dalle elezioni sembra caduta a fagiolo, nelle pagine dei giornalai professionisti dell’informazione, gli stessi che davanti ad episodi ben più gravi hanno preferito chiudere gli occhi e turarsi il naso,e allora ecco che le urla di una manifestante diventano un reato molto più grave di un assassinio di un ragazzo,che anzi sempre tra le righe di certi onesti benpensanti diventa un pericoloso delinquente da abbattere e ai suoi genitori la vergogna tutta italiana perché al mesto vivere in vergogna hanno scelto di vivere la politica per dare un senso alla morte di figlio ventenne.
I cicisbei del bon ton un tanto al chilo,le nuove generazioni di politici ignoranti che al bar dell sport sarebbero stati zittiti con un rovescio sul muso cercano sul web quello spazio,la visibilità, che non troverebbero da nessun altra parte e allora si sbizzarriscono nei commenti più sconci e volgari,alla faccia del tanto vituperato bob ton:” ammazzateli quei rossi bastardi”,”mandateli in galera in Turchia a raccogliere le saponette da terra”,”se li becco gli faccio vedere io…”, “e mi fermo qui perché c’è scritto anche di peggio,ma allora la mia domanda è: “Se il linguaggio dei benpensanti è così violento quale deve essere la reazione di chi sta dall’altra parte della barricata”? “Se tu persona timorata di Dio,dai buoni costumi che la domenica prendi la comunione in chiesa e sul sagrato auguri agli altri una destino atroce come puoi pensare di non diventare vittima dei tuoi stessi vaneggiamenti”?
La polizia e i manifestanti se pur divisi dal fossato che li separa del dovere di far rispettare l’ordine pubblico da una parte e la volontà di manifestare le propria rabbia dall’altra hanno dimestichezza e conoscenza di quella realtà che sono le manifestazioni di piazza,conoscono l’adrenalina che compensa la paura e la reattività per quello che avviene in quel momento. La rabbia di chi manifesta dopo aver subito una carica della polizia. La rabbia della polizia per dover essere sempre il cuscinetto al servizio di una politica che non riesce a dare risposte e speranze per un futuro da realizzare in società non inclusiva,ma che crea mostri che vivono ai margini,disperati e homeless(che brutta parola per indicare un essere umano).
In piazza si scaricano le tensioni, ci sono scontri, cariche, urla in cui ci si riempie di contumelie, slogan al solo scopo di tenere serrate le file, tenere la piazza, tenere il punto e richiamare l’attenzione sui bisogni reali e non sulle promesse elettorali che tali resteranno anche in futuro.
La parole,gli slogan restano tali, sono solo parole e slogan esattamente come le promesse elettorali degli stregoni della politica (cominciano a mancarmi politici e statisti come Berlinguer,Craxi,Moro,Togliatti e De Gasperi che della politica avevano un opinione alta,sacra, non come i moderni commedianti che dalla politica succhiano solo il latte come da una vacca da mungere).
Una manifestante le urla contro gli agenti di polizia,un’insegnante che ha fatto scatenare i perbenisti contro i “cattivi maestri della sinistra” con addirittura richieste di licenziamento pur avendo esagerato,ma fuori dal contesto lavorativo.
Il Miur,pare, che subito dopo l’accaduto, avrebbe “attivato l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte per indagare e acquisire dalla scuola della docente ulteriori informazioni e avviare i necessari approfondimenti”.
La pubblicazione specialistica Tecnica della Scuola accerterà, inoltre, se l’insegnante si sia già resa protagonista di episodi analoghi in passato: “ciò costituirebbe un aggravante per dimostrare l’incompatibilità tra il ruolo di insegnante e quello assunto al di fuori della scuola”.
La soldatessa Lavinia pronta per il tribunale,ma non dentro le strutture previste dal ministero, quanto un “tribunale politico e morale” fatto di uomini di governo, giornalisti, esponenti politici e perbenisti dello “stato penale/morale”,l’orrore dello stato di diritto.
In questo orrore uomini di governo,giornalisti, perbenisti e boia al servizio di sua maestà, “il moralismo strabico sincronizzato a tempo”, che per l’occasione hanno consumato fiumi di inchiostro e distrutto le tastiere dei PC non hanno fatto lo stesso per condannare quel personaggio,che anzi è stato candidato in parlamento a rappresentarci, che affermava,di fronte alla morte di ragazzi poco più che ventenni a cui si poteva attribuire un unica colpa: avere vent’anni.
“Le cause della morte di Aldrovandi sono ben altre. Non è il fermo di polizia la causa e i colleghi li ho applauditi, sì. Non mi nascondo dietro un dito. Considero i colleghi condannati per errore giudiziario e cerchiamo una revisione del processo”.
“L’onorabilità della Polizia di Stato è stata irrimediabilmente vilipesa e solo una operazione di verità sarà in grado di riscattare il danno patito. Alla stessa stregua i nostri colleghi, ingiustamente condannati, hanno patito un danno infinito”.
“C’è un ragazzo morto? Tutti i giorni muoiono persone giovani sulle strade ma non per questo la colpa è delle strade (…) Se uno legge gli atti giudiziari si rende conto che le causa della morte di Aldrovandi siano ben altre, non quelle stabilite dalla sentenza. Non è il fermo di polizia la causa (…) Non bisogna confondere la verità col pietismo. Noi riteniamo che la condanna sia sbagliata e credo si debba fare chiarezza”.
A voi il resto,io mi fermo qui perché questo individuo mi provoca il voltastomaco.
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