
La aspettata fuori dal lavoro e quando è uscita l’ha inseguita per le strade di Borgo Vercelli. Maurizio Zangari dopo aver speronato l’auto della ex moglie l’ha inseguita a piedi e e accoltellata più volte. La coppia separata litigava da tempo,a dicembre era ricorsa alle cure del pronto soccorso per lividi dovuti alle percosse. Medicata e dimessa,ma la denuncia non era scattata d’ufficio per l’la lieve entità del trauma,neppure la donna aveva fatto denuncia. La famiglia della donna,ricoverata per la perforazione all’intestino e contusione polmonare, una ferita alla gola, all’addome e al polmone, aveva chiesto il provvedimento di diffida nei confronti dell’uomo,che non avrebbe potuto avvicinarsi alla vittima: ora in rianimazione, in prognosi riservata e dovrà essere operata
La donna,Fiorilena Ronco, classe 1976,stava rientrando a casa ed era nella sua auto quando l’uomo l’ha tamponata obbigandola a fermarsi in via Tavallini. L’ex marito lìavrebbe inseguita e colpita più volte con un coltello incurante della presenza di testimoni.
Maurizio Zangari sul suo profilo facebook poche ore prima dell’aggressione aveva scritto: “Donne di merda… vi ricordo una cosa sola… toglietemi mio figlio e vi sfracello non toccate il mio sangue”.
La coppia viveva a Villata con i loro due figli,e si erano separati poco tempo fa. Lei dopo le continue minacce da parte del marito era tornata a vivere con i suoi genitori a Borgo Vercelli. Lui, descritto come un uomo violento, ossessionato dalla separazione dalla moglie si era trasferito a Novara. Il divieto di avvicinarsi alla donna lo conoscevano tutti e dopo la cronaca di queste ore sono sotto choc.
IL GOVERNO MANDA FORZE DELL’ORDINE IN ASSETTO ANTISOMMOSSA PER FAR FRONTE ALLA PROTESTA PACIFICA DEI CITTADINI DI MELENDUGNO!
Chiediamo ai manifestanti di non inveire contro le forze dell’ordine. Quei poliziotti stanno facendo il loro lavoro, cittadini come noi che fanno ciò che qualche vigliacco che siede in comodi uffici gli ha stato ordinato di fare.
LE COLPE E LE RESPONSABILITÀ SONO DI CHI LI HA MANDATI LÌ!
Di un Governo PD che invia un numero spropositato di forze dell’ordine come se dovessero fronteggiare dei malviventi, mentre oggi a Melendugno c’erano solo dei padri di famiglia, degli agricoltori, dei genitori, dei cittadini che amano la loro terra e che ancora una volta sono costretti a vedere il loro territorio distrutto in nome di accordi presi nelle segrete stanze da un governo PD che ha il solo interesse di favorire quelle multinazionali e banche che poi finanziano le campagne elettorali!
DALL’ALTRO LATO IN REGIONE ABBIAMO UN GOVERNATORE CHE DORME!
Assente, troppo impegnato nella sua scalata interna al partito mentre i suoi compagni di merenda saccheggiano e distruggono il nostro territorio. Lo stiamo incalzando da un anno e mezzo suggerendogli passo passo tutte le azioni da fare per contrastare TAP. Solo pochi giorni fa, il 21 marzo abbiamo fatto approvare una ennesima mozione in Consiglio per contrastare gli espianti salvo poi scoprire che la giunta Emiliano si è “dimenticata” di girare all’avvocatura il testo di quella mozione urgentissima.
Ieri l’abbiamo inoltrata noi stessi all’Avvocatura ed oggi finalmente siamo riusciti ad ottenere il risultato: l’Avvocatura ha impugnato la nota ministeriale!
Emiliano svegliati o dimettiti! Smettila di pensare al PD e datti una mossa, la Puglia ha bisogno di essere governata da un Presidente non da uno showman!
Le drammatiche notizie che giungono da San Foca descrivono una situazione nella quale il Governo della Repubblica sta utilizzando le Forze dell’ordine per risolvere una questione politica che non ha mai voluto affrontare ascoltando le popolazioni residenti ed in particolare l’indicazione della Regione Puglia e dei Comuni, che avevano chiesto di localizzare l’approdo del gasdotto più a nord, nell’area del comune di Squinzano, che ha dato il suo consenso, evitando di impegnare una delle più belle spiagge dell’Adriatico pugliese.
La battaglia del Tap è diventata per il Governo un simbolo della sua volontà di non dare alcun peso al parere delle popolazioni residenti che devono ricevere grandi opere pubbliche ad alto impatto ambientale.
Eppure la Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma anzi intendeva favorirne la realizzazione pacifica attraverso una sua diversa localizzazione.
Si stanno confrontando a San Foca non i manganelli della polizia e le fasce tricolori dei sindaci ma due diverse concezioni della politica.
L’una servile rispetto agli interessi dei grandi gruppi economici e dura e severissima con i diritti dei cittadini. L’altra, basata sulla connessione tra istituzioni e popolo a tutela dell’ambiente e della bellezza.
Utilizzando il massiccio spiegamento di forze che oggi è stato predisposto, il Governo dà la misura della sua incapacità di ascoltare e elaborare politicamente le richieste di una regione intera che ha nel suo programma di governo, elaborato dal basso e votato da centinaia di migliaia di pugliesi, lo spostamento dell’approdo del Tap in un’altra area.
Si risponde sempre stancamente che questo spostamento non è possibile perché si perderebbe troppo tempo.
La fretta dunque ancora una volta passa sopra le teste di cittadini e delle istituzioni locali che pure hanno saputo difendere la Costituzione della repubblica nella parte in cui tutela le autonomie locali e la autodeterminazione degli stessi.
La Regione Puglia, che è al fianco di tutti i cittadini ed i sindaci impegnati in questi momento, sta portando avanti la battaglia legale in tutte le sedi possibili.
Ieri purtroppo abbiamo dovuto incassare una pesante sconfitta giudiziaria da parte del Consiglio di Stato.
Pende ancora davanti alla Corte Costituzionale il ricorso per conflitto di attribuzione proposto dalla Regione Puglia nei confronti del Governo per non aver dato neanche una risposta alla Regione sulla richiesta di revoca dell’autorizzazione unica, cioè per non averla coinvolta sin dal momento della presentazione del progetto da parte di Tap.
Io personalmente in Commissione parlamentare antimafia ho spiegato l’incongruità dell’approdo del Tap tanto a sud da costringere alla costruzione di un gasdotto terrestre di 55 km per la riconnessione alla dorsale Snam, che dovrà essere realizzato a carico della tariffa gas dei cittadini italiani, pur essendo al servizio di un’opera privata sia pure di interesse pubblico. Ho specificato inoltre che in quell’area l’inutile tratto aggiuntivo del gasdotto terrestre avrebbe costretto allo spostamento di migliaia di alberi di ulivo. Ma tutto questo purtroppo sino ad oggi non è servito a nulla.
In attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, che ove accogliesse le nostre richieste ci consentirebbe di ridiscutere l’approdo Tap, abbiamo deciso di impugnare la nota del Ministero dell’Ambiente del 27 marzo 2017. La suddetta nota “autorizza” Tap ad effettuare le attività preparatorie alla effettiva fase di inizio dei lavori. La Regione Puglia si riserva ogni ulteriore eventuale iniziativa giudiziaria finalizzata alla modifica del punto di approdo.
Aggiungo infine che un ulteriore battaglia si sta svolgendo a livello nazionale in sede di Via per l’esame del progetto di microtunnel.
In quella sede vigileremo con grande determinazione per ottenere lo spostamento dell’approdo nell’area del comune di Squinzano da noi indicata.
Ho istituito con il sindaco di Melendugno e gli altri sindaci interessati alla vicenda un tavolo tecnico politico permanente che ci consenta di condurre insieme questa battaglia al meglio delle nostre possibilità
Questa mattina sono a Melendugno, al fianco della comunità salentina e pugliese che sta pacificamente manifestando contro l’avvio dei lavori per la realizzazione del gasdotto TAP, un’opera faraonica che avrà un enorme impatto ambientale e che approderà proprio sulla spiaggia di San Foca, pregiudicando uno dei tratti più belli della nostra costa e dando così un colpo durissimo allo sviluppo locale legato al turismo.
Eppure dinnanzi ad una mobilitazione pacifica di una comunità che è scesa in strada per difendere le sue bellezze naturali e il suo territorio, stiamo assistendo in queste ore alle incomprensibili ed inaccettabili pressioni e spinte delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa su manifestanti inermi.
Quello che sta succedendo qui è indegno per uno Stato di diritto.
Con la violenza di Stato si vuole soffocare la protesta pacifica di una comunità che si oppone a questo progetto.
Sono qui accanto ad altri due consiglieri regionali (i colleghi Trevisi e Casili), ai sindaci della zona, a tanti compagni di Sinistra Italiana e a tantissimi manifestanti, e invito tutte le forze democratiche a scendere in strada e a raggiungerci qui a Melendugno per fare un fronte comune a presidio della democrazia e della libertà di manifestare per la difesa del nostro territorio.
Noi continueremo ad essere al fianco di questa comunità e continueremo a batterci, con le sole armi della nonviolenza e delle nostre ragioni, per tutelare questo pezzo di Puglia e di Mezzogiorno che non è disposto a piegarsi agli interessi di una grande multinazionale.
Un giorno triste per questa terra. Per favorire una multinazionale con sede in Svizzera, lo Stato italiano ha deciso di sgomberare bambini, donne, disabili, sindaci e consiglieri.
Era una manifestazione pacifica in cui abbiamo più volte chiesto di far prevalere il buon senso.
Da cinque anni questa opera è incompatibile con il nostro territorio. Non solo per l’eradicazione degli ulivi ma per il rischio idrogeologico.
Il Governo, servo della multinazionale Tap, si vergogni per lo smodato uso della forza ai danni di inermi cittadini e dei sindaci presenti. Tranne alcuni illuminati sindaci presenti a difendere il territorio, come sempre latitanti i politicanti salentini. Ci riprenderemo ciò che è nostro.
Stamattina, come annunciato, il Movimento Culturale “Valori e Rinnovamento” è stato in trincea al cantiere Tap di San Basilio al fianco di alcuni illuminati sindaci e del popolo che ama il suo Salento.
Tutte le vie d’accesso al cantiere erano bloccate da ingenti contingenti delle forza dell’ordine alle quali va tutto il mio rispetto perchè gli ordini arrivano dal Governo.
Sono passato solo perchè conosciuto dai funzionari dei vari posti di blocco.
Ho percorso due chilometri a piedi in campagna. A tutti veniva impedito l’accesso. Regime poliziesco. C’era un incredibile numero di poliziotti, carabinieri e finanzieri e un elicottero. Mancavano solo i caccia bombardieri dell’Aviazione Militare.
Si vergogni il Governo italiano, servo di una multinazionale di uno Stato dittatoriale e si vergognino, soprattutto i politicanti salentini, parlamentari e consiglieri regionali, che avrebbero dovuto difendere in prima linea il nostro meraviglioso territorio da questo ennesimo stupro.
Essi sono inutili e dannosi come la Tap. Contano come il due di picche a briscola. Non solo svendono il nostro territorio, in cambio ci fanno togliere pure treni e aerei. Ridicoli!
Non dobbiamo votarli più. Così come qualche associazione imprenditoriale di accattoni in cerca di improbabili mance da Tap.
Sono convinto che ancora ce la possiamo fare. Noi di “Valori e Rinnovamento” ci rimbocchiamo le maniche e lotteremo al fianco dei grandi sindaci no tap. Riappropriamoci della nostra terra, riappropriamoci del nostro futuro. Il Salento non è terra di conquista. Il Salento è Terra di Bellezza. Il Salento è un paradiso. No alla Tap, si all’Economia della Bellezza con turismo, agricoltura, artigianato… Sveglia Salento! Evviva il Salento libero!
Il diritto a manifestare il proprio dissenso è costituzionalmente garantito. Per questo non si tocca!
Mai avremo pensato di vedere rispondere con la violenza a una legittima e pacifica manifestazione dei cittadini contro la realizzazione di un’opera che – torniamo a ribadirlo – desta forti dubbi dal punto di vista dello sviluppo e dell’impatto paesaggistico e ambientale.
Nell’esprimere piena solidarietà ai manifestanti chiediamo al governo di fermarsi e di ascoltare le istanze dei cittadini e del territorio. Nessuno resti in silenzio di fronte ai tristi fatti di oggi!
Si lavori in tutte le sedi opportune affinché sia fatta quanto prima chiarezza su quanto accaduto e sulle motivazioni che impediscono di individuare un approdo alternativo.
Ci piacerebbe conoscere, infine, il parere del vice Ministro Teresa Bellanova che fino a qualche anno fa annunciava Urbi et Orbi che si sarebbe incatenata per impedire la realizzazione del gasdotto mente oggi fa parte di un Governo che invia le forze dell’ordine contro cittadini che manifestano in maniera pacifica il loro legittimo dissenso nei confronti del gasdotto.
Se non fosse stato per noi che ieri abbiamo girato all’Avvocatura il testo della mozione approvata dal Consiglio, la Regione non avrebbe mai impugnato la nota ministeriale che legittima gli espianti. Proprio quella mozione che la giunta Emiliano non si era nemmeno degnata di girare all’Avvocatura regionale.
Forse se lo avesse fatto per tempo quanto è accaduto oggiAggiungi un appuntamento per oggi si sarebbe potuto evitare.
I colpevoli di ciò che è successo oggi non sono, naturalmente, gli esponenti delle forze dell’ordine che stavano facendo il loro lavoro, ma chi li ha mandati lì a fronteggiare in assetto antisommossa, dei cittadini indifesi.
Ma sia chiaro: Emiliano è corresponsabile quanto Renzi a causa della sua immobilità. In questo anno e mezzo, esattamente da dicembre 2015 lo abbiamo dovuto rincorrere ed incalzare sul tema mentre lui impiegava il suo tempo solo per quelle battaglie che potevano garantirgli una vetrina nazionale.
Ed è inaccettabile come il Presidente della Regione si ricordi di TAP solo adesso, dopo un anno e mezzo che lo incalziamo sul tema, solo perchè sono arrivate le telecamere e coglie la ghiotta occasione per utilizzare l’argomento per la sua campagna elettorale contro Renzi. Emiliano la situazione della Puglia è grave e quanto accaduto oggi lo dimostra. Basta pensare alle primarie PD, la Puglia ha bisogno di un governatore: svegliati o dimettiti.
Quello che è accaduto questa mattina ha dell’incredibile, la gestione dell’ordine pubblico è stata scriteriata. Militarizzazione totale del territorio fin dalle prime luci dell’alba per impedire a cittadini e giornalisti di accedere all’area del cantiere, controllato da oltre un centinaio di uomini in tenuta antisommossa ed un elicottero.
Il ministro dell’Interno ed il Prefetto di Lecce hanno enormi responsabilità sulla repressione odierna: si fermino gli espianti degli ulivi e si riapra immediatamente il dialogo con comitati ed istituzioni locali.
Nicola Fratoianni, Segretario nazionale di Sinistra Italiana, ha chiesto al Governo di riferire in Parlamento sulle violenze di questa mattina.