Mese: febbraio 2017

ASTI.ANGELA MOTTA PRONTA A RITIRARE LA SUA CANDIDATURA A SINDACO SE SERVE A RIAPRIRE IL DIALOGO CENTROSINISTRA.

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Asti.Angela Motta è pronta a sacrificare la sua candidatura a sindaci di Asti se serve a riaprire la discussione nel centro sinistra astigiano.La dichiarazione la consigliera regionale  piemontese l’ha rilasciata pochi minuti fa :”Ritiro la mia disponibilità a candidarmi, se utile a riaprire al dialogo”. Lunedì,Giuseppe Passarino,aveva avuto parole durissime nei confronti di alcuni esponenti del centro sinistra e al ruolo di leader unificatore aveva anche posto in alternativa la sua candidatura solitaria con l’obbiettivo dichiarato di dare vita ad un governo locale fuori dalle logiche di partito.

Angela Motta non è rimasta insensibile all’intervento di Passarino ed ha dichiarato che è pronta a a mettersi in discussione per creare una coalizione quanto più ampia possibile per dare un governo alla città del Palio,dal PD alla casa del popolo.

Il Partito Democratico a livello locale è interessato al confronto con tutte le forze e le anime della sinistra,lontano dalle dispute nazionali culminate con la fuori uscita del gruppo dei bersaniani che fanno capo a Speranza. il dibattito in corso non è privo di difficoltà,come la possibilità di aprire il dialogo costruttivo con le forze più a sinistra della città; potrebbe capitare quello che per molti sarebbe un miracolo nel laboratorio cittadino della politica.

Angela Motta chiarisce i motivi della sua scelta e lo fa con un lungo intervento che pubblichiamo integralmente: “Pur considerando importanti i contributi provenienti dagli ambienti esterni al mondo politico, è evidente che per governare servono anche i numeri. E’ inaccettabile l’ipocrisia di chi incarnando una quota residuale dell’elettorato astigiano, pretenda però di fare eleggere un proprio rappresentante grazie ai voti dei partiti tradizionali che tanto osteggia. Il commento che  la consigliera scrive in una nota stampa.  Vorrei sottolineare che gli incontri e le discussioni portate avanti dalla “politica” (quella intesa sempre con accezioni negative), non possono essere considerati solo come occasioni per discutere e decidere a tavolino di spartizioni di poltrone e incarichi, ma sono necessari affinché si possa raggiungere un programma di intenti il più possibile condiviso, che sappia effettivamente coinvolgere e parlare alla maggioranza delle persone e che possa essere attuato e portato a termine”.

Angela Motta aggiunge:”Credo di non dovermi presentare alla città; il mio percorso politico, quanto ho fatto in questi anni è noto. Ho dato la mia disponibilità al Partito Democratico a candidarmi a sindaco per servizio, considerando che il lavoro che svolgo da anni in Consiglio Regionale mi piace e il rapporto e i riscontri che ricevo dagli amministratori del territorio dimostrano che rappresento per loro un punto di riferimento. Per questo non ho nessuna intenzione di prestarmi al gioco di chi è più “puro” e quindi ritiro la mia disponibilità a candidarmi, se questo può essere utile a riaprire la discussione ed a fugare così ogni alibi di accordi, truschini o inciuci vari a cui non mi sono mai prestata, né mai mi presterò. Concludo dicendo che il Partito Democratico è un partito aperto, la società civile si faccia avanti”.

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Il centrosinistra di Asti apre nuovi e interessanti scenari con la candidatura di Beppe Rovera, giornalista Rai in pensione,ottimo candidato super partes alla poltrona di sindaco di una grande coalizione.Il PD potrebbe in alternativa cercare un candidato “politico” condiviso,dovendo ,però eliminare  i paletti della sinistra più radicale che potrebbero non  accettare un soggetto collegato direttamente al Partito Democratico. La società civile quale garanzia di indipendenza dal partito del sindaco uscente, Fabrizio Brignolo.

Beppe Rovera incarna l’idea di società civile,per il suo impegno professionale e per il carattere indipendente della sua candidatura,ma potrebbe anche restare col cerino in mano. Al momento con il tempo che passa non si intravvedono altre soluzioni  vedono per far uscire il centrosinistra dallo stallo in. A metà settimana le forze del centrosinistra si incontreranno nuovamente per discutere e cercare il dialogo che li aiuti a superare gli ostacoli che si frappongono tra le varie candidature

 

LECCE. LE FEDI DELLA DISPERAZIONE,NON RIUSCIAMO A MANTENERE I NOSTRI FIGLI.

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LECCE. Le bollette da pagare,dare da mangiare ai loro tre figli, così una coppia di coniugi descrivono la loro vita quotidiana. Hanno dovuto vendere le fedi nuziali per 250 euro ad un compra oro. La coppia di Lecce, 49 anni lui e 47 lei, sposati da 30 e da 4 anni a lottare contro la mancanza di lavoro.L’uomo lavorava in un laboratorio di marmi,qualche anno fa ha licenziato tutti i dipendenti.L’uomo racconta che da allora faccio di tutto:il giardiniere, il traslocatore e lavori di piccole riparazioni. La moglie non è più fortunata:collaboratrice domestica di una persona anziana che è da poco deceduta; perso il lavoro si barcamena con lavoretti a ore.

Per mantenere i tre figli,26, 20 e 10 anni, gli sforzi sono sovra umani. I due in età da lavoro cercano di guadagnare i soldi per aiutare la famiglia, ma trovare lavoro è un’utopia e i lavori occasionali nei pub dove saltuariamente fanno qualche serata sembrano una fortuna. Il pronto soccorso dei poveri si sta occupando del caso caso. L’associazione si occupa di persone in difficoltà,ha lanciato una raccolta di alimenti. Il padre dei tre ragazzi racconta:Ci hanno portato pane e pasta almeno avremo qualcosa da mettere in tavola nei prossimi giorni.

Le bollette da pagare,però si accumulano e per quelli ci vogliono i soldi.L’energia elettrica staccata diverse volte e il gas, è più difficile da far riallacciare se viene interrotto. Il motivo per cui la coppia ha deciso di portare le fedi a un compro oro. In cambio di 250 euro che sono immediatamente spariti  per eseguire il bonifico alla società del gas,la spesa e un pantalone per il bambino e poi più nulla,soldi e fedi spariti in un lampo.il bambino di 10 anni ha preferito non andare a scuola nei giorni di carnevale per evitare di essere l’unico della classe sprovvisto di costume. Il governo,le autorità,il parlamento e gli enti locali dovrebbero farsi carico di situazioni limite come questa di Lecce e di altre di cui non conosciamo l’esistenza se non quando ci troviamo di fronte alla disperazione che si consuma con gesti estremi.

WASHINGTON. LA DISTENSIONE DEGLI ARMAMENTI,DONALD TRUMP ANNUNCIA L’AUMENTO RECORD DI 54 MILIARDI DI DOLLARI PER LA DIFESA.

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WASHINGTON. Donald Trump,che in campagna elettorale parlava di distensione,ha annunciato quello che nella storia non era mai accaduto fino ad oggi:l’aumento delle spese per la difesa per 54 miliardi di dollari,il 9% in più, nel bilancio federale per il 2018. La bozza del budget che la Casa Bianca ha inviato alle agenzie federali,per il nuovo anno fiscale,con  la proposta di tagliare per un pari importo la spesa in altri settori, compresi gli aiuti esteri.

Alla Casa Bianca, in occasione di un incontro con i governatori, Trump,parlando con i giornalisti intervenuti,ha sottolineato che:questo bilancio rispetta le mie promesse di proteggere gli americani.Il presidente Trump ha sottolineato come gli USA hanno bisogno di ricostruire le forze militari impoverite nel momento in cui ne abbiamo massimo bisogno. Gli aumenti di spesa sono necessari per assicurare che le Forze armate possano evitare conflitti e vincere le guerre, dal momento che gli Usa non ne vincono più. Non vinciamo mai. Non combattiamo più per vincere.

Una fonte dell’Office of Management and Budget (Omb) ha precisato che Il presidente ha chiesto al direttore Mulvaney di scrivere il bilancio in modo da adempiere a tutte le promesse della campagna elettorale,il budget per la sicurezza e la difesa aumentati di 54 miliardi di dollari e la riduzione delle spese che non riguardano la difesa,subiranno tagli la maggior parte dei dipartimenti federali, con l’eccezione delle agenzie di sicurezza.

ALESSANDRIA. TELECITY: RISCHIO ESUBERI PER 69 DIPENDENTI

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ALESSANDRIA. Quarant’anni al servizio dei cittadini per raccontare la vita.le cranache della provincia e della città di Alessandria,ma non solo. Il gruppo editoriale che fa capo a telecity comprende Telestar,Italia 8, Radio 5 e Radiocity. Il lavoro di tutti i giorni di chi fa informazione,che dietro la telecamera che davanti a raccontare i volti,il territorio,la cronaca,oggi a rischio licenziamento si  sono trovati sotto la Prefettura di Alessandria  per manifestare il disagio comune ad altre realtà produttive della provincia,che stenta ad uscire dai morsi della crisi in cui Alessandria è ormai prigioniera da molti anni con una perdita complessiva di redditi superiore a 500 milioni di euro l’anno. I dipendenti di Telecity hanno manifestato sotto la Prefettura di Alessandria contro i 69 esuberi annunciati dall’azienda che rappresenta la metà dei 116 dipendenti del Gruppo editoriale.

ZURIGO.DJ FABO E’ MORTO,VIVA DJ FABO. TESTAMENTO BIOLOGICO E FINE VITA.IL DIRITTO AD UNA VITA DIGNITOSA E AD UNA MORTE UGUALMENTE DIGNITOSA.

QUI SENZA L’AIUTO DEL MIO STATO. DJ FABO E’ MORTO IN SVIZZERA,L’IOTALIA DEI TANTI SUICIDI NON LO HA AIUTATO A MORIRE CON DIGNITA’.

Ore 11.40 dJ Fabo è morto. Fabo è morto rispettando le regole di un paese straniero, non il suo. Twitter e non un comunicato medico,come siamo abituati a sentire,per decretare la morte del dj: annunciata da  Marco Cappato la morte di Fabo, milanese rimasto tetraplegico e cieco in seguito a un incidente,giunto in Svizzera per sottoporsi all’eutanasia, suicidio assistito.  40 anni appena compiuti,il più bel regalo di compleanno lo aveva chiesto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, poter morire dignitosamente. Filomena Gallo dell’Associazione `Luca Coscioni´,ha detto che Fabo si trovava in Svizzera nella clinica specializzata “Dignitas” di Zurigo. Sottoposto alle visite mediche previste dai protocolli per porre fine non alla sua vita,ma ad una condizione non più dignitosa e accettabile per un essere umano.Dj Fabo ha sussurrato con il filo di voce che ancora gli rimaneva: “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringraziero’ fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille”. In un twitt la risposta di Cappato:”Grazie a te Fabo”. In Svizzera la madre, la fidanzata e alcuni amici del giovane che non hanno potuto,però assistere Fabo per evitare di essere indagati al rientro in Italia.

All’anagrafe Fabiano Antoniani,in arte Dj Fabo,nel 2014 un incidente in moto lo aveva reso  tetraplegico e cieco. Un cocktail di farmaci lo ha addormentato,poi il cuore è stato fermato. Il suicidio assistito è autorizzato da anni in Svizzera,una prassi in cui il malato terminale decide di morire senza l’intervento diretto di un medico. L’eutanasia prevede l’intervento del personale sanitario. Dj Fabo ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale con l’ansia di non riuscirci non potendo vedere il pulsante.E’ riuscito anche a scherzarci su.Il nuovo caso ha rimesso in moto l’iter della legge sul testamento biologico, ferma in parlamento.Mina Welby,moglie di Piergiorgio Welby, ha riferito :Sono accanto a Valeria e la stringo forte. Fabo ha avuto la sua scelta libera, purtroppo in Svizzera e non era il suo paese e mi dispiace.Ha poi proseguito: i cittadini italiani dovrebbero essere vicini a lui e a Valeria. Credo che, con me, si possa fare una battaglia per ottenere una legge sul testamento biologico, sulle disposizioni sui trattamenti sanitari. Spero che i cuori induriti della politica,ma anche dei laici, credenti o non credenti, si ammorbidiscano e capiscano che non possono continuare a infliggere ad altri quello che loro non vorrebbero, quello che dal loro punto di vista è più giusto.

L’associazione “Luca Coscioni” cifre alla mano riferisce che dal 2015 sono almeno 115 gli italiani che si sono sottoposti al suicidio assistito all’estero,Svizzera principalmente. Alcuni hanno poi cambiato idea,che è tra le opzioni possibili. Ogni anno 50 italiani scelgono la dolce morte. L’esame della documentazione clinica, il colloquio con il paziente e il tentativo formale,da parte della equipe medica,di farlo desistere dal tentativo. Dj Fabo era deciso a questa scelta estrema e i tentativi per farlo desistere non hanno sortito effetti.La somministrazione di pastiglie anti emetiche ,che prevengono conati di vomito, l’atto finale con il cocktail di farmaci sciolto in un bicchiere di acqua. Qualora il paziente non sia in grado di compiere bere, il farmaco viene introdotto nell’organismo attraverso il sondino della nutrizione.