DARIO FO & MATTEO RENZI. IL PREMIO NOBEL & IL PREMIER
IN UNA RECENTE INTERVISTA DARIO FO,PREMIO NOBEL,HA PARLATO DI MATTEO RENZI,PREMIER IN CARICA,COME UN RE SENZA UN POPOLO.
Dario Fo ha sicuramente educato la mia adolescenza come altri come lui.
Dario,marito di Franca Rame sicuramente la più stimata tra le donne che hanno vissuto e pagato in prima persona,con uno stupro dal sapore istituzionale,l’impegno politico degli anni ’60/’70,parlando di Matteo Renzi ha dichiarato che è “UN RE SENZA POPOLO ED I SUOI CONTINUI CAMBI DI ROTTA SONO DA ATTRIBUIRSI LA FATTO CHE CADENDO,COME UN RE AVEVA LA SPERANZA DI ESSERE AIUTATO DAL SUO POPOLO CHE INVECE LO HA ABBANDONATO”.
Concetto sicuramente condivisibile,condivido in pieno il fatto che stia attraversando un fase difficile della sua legislatura,ma…………….(i puntini servono per un analisi politica più approfondita di quella del premio nobel).
Dario Fo si lascia andare ad una analisi qualunquista del problema della crisi di Matteo Renzi e dei suoi rapporti interni al P.D. di cui denuncia l’attaccamento alle poltrone e a affari più o meno leciti con soldi che piovono a catinelle sugli esponenti del partito.
Caro Dario,per quanto io possa stimarti e riconoscerti una parte importante della mia crescita e della mia formazione politica, te lo dico con sincerità hai preso un abbaglio e stai farneticando offendendo migliaia di persone per bene che nel partito ci stanno,ci vivono,non si arricchiscono e lottano tutti i giorni per un cambio di leadership e un cambio di rotta di Partito Democratico.
Ho già scritto che usare i referendum per decidere le sorti di un governo o di un premier è una truffa nei confronti degli elettori.
Il referendum in questione è vuoi che la costituzione cambi o vuoi che rimanga uguale?
Bene allora si vota per la costituzione e non se si è a favore o contro il governo.
I giudizi su un governo sono soggettivi e cambiano con l’umore della gente,ma gente vuol dire anche qualunquismo e tu ce lo hai insegnato.La razionalità non alberga nella gente che invece come una banderuola si volge a destra o sinistra,sopra o sotto a seconda degli umori e delle convenienze,anche questo ce lo hai insegnato tu e i buoni o cattivi maestri che dir si voglia.
L’analisi Dario Fo,attore,ma anche politico dovrebbe fare partendo dalle origini,le tue origini attingono a piene mani dal regime fascista di cui eri esponente come il Presidente emerito Giorgio Napolitano,poi sull’onda della ragione e dalla spinta del movimento operaio diventato Comunista e poi ancore in una fase di riflusso nè Fascista nè Comunista,non di destra,ma neppure di sinistra aleggiando con Grillo sopra,ma sopra che cosa?
Te lo racconto io con molta umiltà: “SOPRA IL NULLA,DI NULLA E’ FATTO IL MOVIMENTO CHE STAI APPOGGIANDO”.Il nulla fatto di offese verso chi non la pensa come loro;il nulla sottrae i militanti alla discussione,le linee guida del movimento sono fatte con contratti scritti e non con la discussione,il confronto e l’analisi politica;il nulla dove le minoranze non esistono e qualora si manifestino vengono epurate espulse dal movimento con tanto di minacce sul web;il nulla è il vero manifesto del movimento.
Matteo Renzi sicuramente ha peccato di arroganza,sopratutto nei confronti dei compagni di partito,a volte,anzi spesso supponente con la sua aria da bulletto fiorentino,ma a sentirli credimi Dario Fo,tu che il Fascismo lo hai vissuto,gli altri sono molto peggio del bulletto di quartiere che ci governa.
VERSO VENTOTENE di MATTEO RENZI
1. Ventotene
2. Olimpiadi
3. Tasse
- Ceto medio, con gli 80 euro in busta paga
- Imprenditori, con gli incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti dal JobsAct, con l’Irap costo del lavoro e con l’azzeramento dell’Imu sugli imbullonati (530 milioni in meno per imbullonati) A margine: +499mila posti di lavoro in più da febbraio 2014 ad oggi. Meno tasse, più investimenti anche sulle risorse umane, e avanti così!
- agricoltori, eliminando Imu e Irap agricola (401 milioni di tasse in meno per l’agricoltura, e questo è strategico per il settore)
- Famiglie, togliendo la Tasi sulla prima casa (Oltre 19 milioni di famiglie hanno detto addio all’Imu sull’abitazione principale con un risparmio medio che va dai 172 ai 205 euro, a seconda delle categorie).
Video
- L’intervista di ieri alla Versiliana con Del Debbio
- L’intervista di qualche giorno fa alla Festa dell’Unità di Villalunga in Emilia Romagna, con Enrico Mentana
- Il mio comizio alla Festa dell’Unità a Bosco Albergati
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RINNOVO CONTRATTO STATALI:GOVERNO E SINDACATI INIZIANO A DARE I NUMERI.
Rinnovo contratti statali: Governo e sindacati iniziano a dare i numeri.
Governo e sindacati hanno iniziato a dare i numeri sul costo del rinnovo del contratto dei lavoratori statali, ciò significa che l’inizio delle trattative vere e proprie è dietro l’angolo. La questione del rinnovo del contratto degli statali, bloccato da circa 7 anni, infatti, sarà una delle prime questioni sul tavolo del Governo dopo la pausa estiva e si preannuncia già come un bel problema. I sindacati hanno dichiarato che non intendono sedersi al tavolo delle trattative se il Governo non sarà disponibile a parlare di cifre intorno ai 7 miliardi complessivi per i circa 3,3 milioni di dipendenti statali. Il Governo, da parte sua, ha già iniziato a mettere le mani avanti nascondendosi dietro la crescita zero del terzo trimestre 2016 e dei margini ristretti per la prossima legge di stabilità.
Rinnovo contratti statali: le puntate precedenti
La vicenda degli stipendi degli statali risale al 2010, al quarto Governo Berlusconi che impose per decreto il blocco delle buste paga di circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici per gli anni 2011-2012-2013. Non revocato dal Governo Monti, il blocco degli stipendi statali è stato rinnovato dall’esecutivo Letta fino alla fine del 2014. Poi è arrivato il Governo Renzi. Appena insediato il neo Ministro Madia promise lo sblocco degli stipendi statali nelle legge di stabilità per il 2015, ma a settembre gelò i dipendenti statali dicendo che le risorse disponibili non erano sufficienti per lo sblocco degli stipendi.
Un sindacato degli statali fece così ricorso invocando l’illegittimità costituzionale del mancato rinnovo che, ritenuto fondato dal Tribunale di Ravenna, finì di fronte alla Consulta. Nel giugno dello scorso anno, dopo due giorni di camera di consiglio, la Corte ha stabilito l’illegittimità del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici, ma senza azione retroattiva. Una bella notizia per il Governo Renzi che altrimenti, in caso di bocciatura in toto, avrebbe dovuto sborsare una cifra enorme, intorno ai 35 miliardi di euro per i rimborsi più 13 miliardi a regime.
In pratica la sentenza ha “approvato” il congelamento dei contratti degli statali degli anni precedenti, ma ha giudicato illegittima la riconferma del blocco riaprendo di fatto la partita tra Governo e sindacati. Altre sentenze successive hanno stabilito il momento in cui è scattato l’obbligo del rinnovo dei contratti degli statali: il 30 luglio 2015, ovvero il giorno successivo alla pubblicazione della sentenza della Consulta.
Contratti statali: il nodo risorse
Nella scorsa legge di stabilità il Governo ha stanziato 300 milioni per gli statali, una cifra ridicola che, infatti, lo stesso premier ha descritto come “simbolica”. Tra i 300 milioni dello scorso anno e i 7 miliardi chiesti oggi dai sindacati nel mezzo ci passa un abisso e non sarà facile trovare un compromesso in grado mettere d’accordo le parti.
Secondo i calcoli del Sole 24 Ore il recupero della bassa inflazione nel triennio 2015-2017 (0,7% nel 2015, 0,5% nel 2016 e 1% stimato per il 2017) avrebbe un costo di circa 1,22 miliardi per le casse pubbliche che spalmati sugli stipendi di oltre 3 milioni di statali produrrebbero un incremento minimo: tra i 16 e i 40 euro a seconda delle retribuzioni medie degli statali.
Di tutt’altre cifre, però, parlano i sindacati. La UilPa ha piazzato l’asticella delle risorse che il Governo dovrebbe mettere sul tavolo del rinnovo del contratto degli statali a 7 miliardi nel triennio. Se la cifra sarà inferiore, il sindacato non sarà disponibile a trattare. Sulla stessa linea anche CGIL e CISL che hanno chiesto rispettivamente un aumento per gli statali di 220 euro lordi al mese (132 euro al netto delle tasse), e di 150 euro.
Il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, ha già preso contatti con i sindacati per avviare una discussione nei primi giorni di settembre, ma la distanza tra le parti sembra abissale. Il Governo, pur confermando la necessità di sbloccare i contratti degli statali, pone la questione delle risorse disponibili in sede di legge di stabilità. La crescita zero del secondo trimestre limita i margini di manovra fiscale: sarà necessario osservare l’andamento del PIL nel secondo semestre dell’anno e tastare la disponibilità di Bruxelles a concedere all’Italia ulteriore flessibilità sui conti pubblici per capire quante risorse potranno essere stanziate per la legge di stabilità 2016.
Ma alla cautela del Governo risponde subito la Uilpa: “le notizie sulla frenata del Pil non possono fare da apripista a nuove fumate nere sulla disponibilità delle risorse necessarie alla ripresa della contrattazione, perché ciò genererebbe una frattura insanabile, rendendo inevitabile l’apertura di un grave conflitto, che nessuno vuole in quanto dannoso per tutti”. Insomma, la partita non è ancora iniziata, ma la tensione è già alle stelle.
Dott.ssa Alessandra Giudici
MARMELLATA DI MORE.
Prima di iniziare a fare la vostra marmellata di more vi consiglio di leggere alcuni suggerimenti riguardanti lapreparazione, l’invasamento e la conservazione delle marmellate. Mamma mia le more come sono buone. Per fortuna vivo in un posto ricco di questo prezioso frutto.
Ingredienti
1 chilo di more
600 gr. di zucchero
Buccia e succo di mezzo limone (facoltativi)
http://blog.giallozafferano.it/lapentolella/
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